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Samurai Warriors 4: Empires – la recensione

Dopo Samurai Warriors 4 e Samurai Warriors 4-II, Omega Force e Tecmo Koei hanno deciso di sfruttare l’altisonante nome e la popolarità accumulata in questi anni dalla serie portando in occidente anche la nuovissima espansione standalone del gioco, vale a dire Samurai Warriors 4: Empires. L’ultimo arrivato, già disponibile in Giappone dal 2015, aggiunge al frenetico gameplay musou anche l’elemento strategico, feature principale di tutte le espansioni “Empires”.

Samurai Warriors 4: Empires propone due nuove modalità di gioco, la Conquest Mode, ovvero la modalità principale e la Genesis Mode (uguale alla precedente ma più personalizzabile). Nel gioco non sono stati aggiunti nuovi personaggi, ma in compenso, sono presenti e giocabili tutti quelli disponibili nella “Part II”. Nella Conquest Mode, l’obiettivo del giocatore è quello di completare con successo uno degli scenari proposti prendendo il comando di uno dei clan disponibili all’interno del titolo. Ogni clan è formato da un Daimyo (capo) e da diversi ufficiali, che non sono altro che i personaggi presenti. Per completare uno scenario (alcuni potranno essere sbloccati in seguito), bisognerà necessariamente portare a termine l’ambizione del clan selezionato: alcuni vogliono conquistare uno specifico territorio, altri invece mirano alla distruzione di clan rivali, mentre altri ancora puntano al controllo totale dell’intero Giappone.

Samurai Warriors 4: Empires aggiunge al frenetico gameplay musou anche l’elemento strategico, feature principale di tutte le espansioni “Empires”

Dopo aver selezionato il clan, capiamo subito quanto Empires differisca dagli altri Samurai Warriors: non veniamo subito catapultati sul campo di battaglia, ma al contrario, il gioco ci pone davanti ad alcuni preparativi. Prima di iniziare l’opera di conquista, bisogna necessariamente istituire alcune magistrature, eleggendo i nostri ufficiali più adatti a ricoprire i ruoli richiesti. La parte “strategica” presente nel titolo è dunque importante almeno quanto quella “musou”, anzi, in Empires sarà addirittura fondamentale per il proseguo del gioco. Questa caratteristica offre una ventata di novità al monotono gameplay presente in tutti i Samurai Warriors, ma d’altro canto, potrebbe risultare indigesta ai neofiti di questo genere videoludico, che invece potrebbero preferire l’azione diretta rispetto a tutti questi preparativi pre-battaglia. Dopo aver selezionato uno dei territori confinanti come nostro “target”, è possibile impartire alcune direttive (limitate) e accedere agli eventi proposti dai nostri ufficiali. Tra i nuovi eventi disponibili, figura anche la possibilità di fidanzamento e matrimonio tra due nostri sottoposti.

Terminati questi lunghi preparativi, si passa dalla fase Politica a quella della Battaglia: qui possiamo decidere se attaccare il territorio nemico, difendere uno dei nostri castelli sotto attacco, oppure, come terza opzione, terminare questa fase, non entrare in alcun genere di conflitto e iniziare una nuova fase Politica. Organizzare un assalto è sicuramente la parte più adrenalica dell’intero gioco. Qui è possibile selezionare fino a otto ufficiali da far scendere in battaglia: uno degli ufficiali sarà sotto il nostro controllo, mentre un secondo personaggio potrà essere utilizzato da un eventuale giocatore 2. Dopo aver selezionato le nostre “pedine”, bisogna poi impostare la tattica da usare durante l’assalto, oltre a decidere la durata della nostra invasione. Già, perché scendere in battaglia ha un suo costo in oro e rifornimenti: senza questi due beni sarà praticamente impossibile iniziare un conflitto.

La parte “strategica” presente nel titolo è dunque importante almeno quanto quella “musou”, anzi, in Empires sarà addirittura fondamentale per il prosieguo del gioco

Ogni ufficiale ha al seguito le proprie truppe: il numero finale di uomini che parteciperanno alla battaglia determinerà la possibilità di ottenere o meno dei bonus, quindi è sempre bene selezionare ufficiali con al seguito il più alto numero di troppe possibili. Terminati anche questi preparativi finali si passa all’azione vera e propria… dove ci troveremo davanti al solito Samurai Warriors: un picchiaduro a multiscorrimento in cui i personaggi principali sono stati caratterizzati in maniera sublime, mentre i nemici sono i soliti omini generati da una fotocopiatrice, tutti uguali tra loro e facili da abbattere. Il grado sfida offerto dalle truppe ostili è infatti abbastanza ridicolo e anche quando a fronteggiarci saranno gli ufficiali rivali, la semplice pressione di un tasto ci garantirà una vittoria schiacciante.

Ovviamente non mancano attacchi potenti, le combo e le classiche “tecniche Musou”, alcune delle quali molto spettacolari. Per vincere l’assalto e assicurarsi il territorio, non bisogna fare altro che conquistare le basi nemiche, eliminare tutti gli ufficiali avversari e, infine, annientare il boss finale dello “stage”. Tutto fin troppo facile! Al termine della battaglia, oltre alla conquista del territorio, ci viene offerta la possibilità di accogliere tra le nostre fila anche alcuni ufficiali nemici, lasciarli liberi oppure effettuare su di loro “un onorevole” esecuzione. Infine, in Samurai Warriors 4: Empires è presente l’Edit Mode dove poter creare un nostro personaggio personalizzato in tutto e per tutto (aspetto, armi e abilità) e utilizzarlo durante il gioco.

Il grado sfida offerto dalle truppe ostili è infatti abbastanza ridicolo e anche quando a fronteggiarci saranno gli ufficiali rivali, la semplice pressione di un tasto ci garantirà una vittoria schiacciante

Vale la pena acquistare e giocare Empires? Si, se siete appassionati della serie o comunque di questo genere videoludico e volete provare una “nuova” feature strategica, ma che non aggiunge nessuna novità al gameplay “musou”. No, se invece preferite la sola azione frenetica e quindi il classico gameplay ricco di botte da orbi e basta. E per concludere, assolutamente no se non amate per nulla questo genere!

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