Iniziamo questa recensione dicendovi subito che sia in termini di narrativa che in termini di gameplay non sono stati fatti particolari stravolgimenti, pertanto, se il genere non è mai risultato particolarmente interessante, non ci sono sufficienti novità per far cambiare idea a chi l’ha snobbato fino a oggi, tutti gli altri invece possono andare abbastanza sul sicuro.
Come da tradizione dei vari titoli targati “Warriors”, il compito principale del giocatore sarà quello di spazzare via orde di nemici grazie a sequenze di colpi molto sceniche ottenute in seguito alla pressione frenetica dei tasti di attacco principali, anche se, a onor del vero, Samurai Warriors 4 cerca di dare una svecchiata al sistema di gioco. Innanzitutto, come già accaduto con lo spin-off Samurai Warriors: Chronicles, il giocatore può prendere il controllo di due personaggi, alternando la loro gestione tra per aggiungere un tocco di strategia e varietà alle battaglie senza dover necessariamente ridurre l’esperienza al button mashing nudo e crudo. Inoltre, l’inclusione del nuovo Hyper Attack porta una leggera ventata di aria fresca all’interno del move set dei personaggi del cast, che ora ammontano a più di cinquanta.
Il numero decisamente non elevato delle modalità di gioco non contribuisce a risollevare le sorti del prodotto in questo senso.
Nonostante questi leggeri ritocchi, il succo del discorso rimane lo stesso dei predecessori, con tutti i pregi e i difetti del caso, perché si tratta comunque di una struttura di gioco che non prevede grosse sorprese e porta con facilità alla monotonia prima, e al disinteresse poi. Oltretutto, il numero decisamente non elevato delle modalità di gioco non contribuisce a risollevare le sorti del prodotto in questo senso. Le modalità principali di Samurai Warriors 4, infatti, sono tre. La prima è l’irrinunciabile Story Mode, che ripercorre le vicende dei maggiori personaggi vissuti durante il periodo Sengoku in modo romanzato e non necessariamente fedele alla realtà dei fatti.
Dal punto di vista puramente tecnico, Samurai Warriors 4 si difende bene, anche se non sfrutta al massimo le potenzialità delle macchine che lo ospitano.
Non aspettatevi dunque un documentario storico del Giappone di quegli anni, perché rimarreste profondamente delusi ma, del resto, non si tratta di una novità, e chi è pratico dei titoli della saga lo sa bene. A conti fatti, questa licenza narrativa è anche di un modo per rendere appetibile un argomento trattato più e più volte in moltissimi modi nell’ambito dell’intrattenimento made in Japan, ma va detto che la narrazione vera e propria non è certo il motivo trainante per cui si porta avanti un gioco di questo genere.
La seconda modalità, forse la più interessante, è la cosiddetta Chronicle Mode, che oltre a permettervi di vedere i protagonisti della storia da un punto di vista differente, vi consente di vestire i panni di uno dei vostri personaggi custom e viaggiare per le terre del Giappone, in modo da portare a termine varie quest, sbloccare extra e salire di livello. Anche in questo senso, è stato fatto qualche ritocco.
Il giocatore può prendere il controllo di due personaggi, alternando la loro gestione tra per aggiungere un tocco di strategia e varietà alle battaglie senza dover necessariamente ridurre l’esperienza al button mashing nudo e crudo.
Ogni volta che un personaggio sale di livello riceve dei bonus, come slot addizionali per gli oggetti e nuove mosse, in modo da creare un sensazione di crescita e progressione. Purtroppo ciò significa anche che bisognerà perdere un po’ di tempo a “livellare” prima di scoprire le vere potenzialità di ciascun personaggio. È un sistema che costringe a provare un po’ tutto e che aumenta indirettamente la longevità del titolo, ma di contro rende le prima fasi della crescita abbastanza tediose, soprattutto se si considera che sono stati introdotti anche dei livelli di competenza per quanto riguarda le singole mosse, che aumenteranno di potenza in base alla frequenza di utilizzo. Nella Chronicle Mode, inoltre, i personaggi cresceranno anche a seconda delle scelte prese durante la campagna. Peccato che questo sistema non sia stato sufficientemente approfondito, visto che all’atto pratico le scelte effettuate non si ripercuoteranno in modo così evidente sulla partita.
L’ultima modalità di gioco è la Free Mode, utile per far salire di livello i personaggi senza essere vincolati dalla progressione narrativa.
Dal punto di vista puramente tecnico, Samurai Warriors 4 si difende bene, anche se non sfrutta al massimo le potenzialità delle macchine che lo ospitano, risultando quindi gradevole e pulito alla vista, ma con più di qualche difetto che poteva essere evitato.
Per quanto riguarda invece il comparto audio si punta su una combinazione ormai consolidata: audio in giapponese e sottotitoli in inglese. Nonostante non sia una grande sostenitrice della lingua originale a tutti i costi, in casi come questo bisogna ammettere che contribuisce a creare atmosfera e a rendere più godibile l’ambientazione.
A conti fatti, Samurai Warriors 4 non si discosta molto dalla formula ormai consolidata dei capitoli principali della saga, proponendosi come un prodotto privo di fronzoli che saprà far felici i fedelissimi della serie targata Omega Force. Dall’atra parte, invece, se ci si avvicina a questo titolo incuriositi dai vari spin-off su licenza recentemente pubblicati si rischia di rimanere con l’amaro in bocca.
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