E’ alquanto curioso l’esperimento realizzato da alcuni scienziati australiani sul cervello, con l’obiettivo di dimostrare come le nostre cellule celebrali siano dotate di un’intelligenza intrinseca.
Gli studiosi del Paese dei canguri hanno deciso di sottoporre ad esperimento di preciso ottocentomila neuroni umani ma anche di topo, entrambi coltivati in provetta, e gli stessi hanno imparato a giocare a Pong. Per chi non sapesse di cosa si tratta, stiamo parlando di preciso del famoso videogioco in bianco e nero che fece la storia del settore videoludico e che di fatto simulava una partita di ping pong: due “trattini” verticali a destra e sinistra erano le racchette, mentre un quadratino che si spostava fra i due estremi dello schermo era la pallina. Lo studio sul cervello è stato in seguito pubblicato sulla rivista scientifica Neuron, attirando poi l’interesse della comunità internazionale. A realizzarlo è stato di preciso il gruppo di studiosi guidato dalla start-up Cortical Labs di Melbourne, che ha collegato i neuroni di cui sopra ad un computer, di modo da poter poi ricevere un feedback a seconda che la racchetta riuscisse o meno a colpire la pallina, così come riporta TgCom24.it. Nel corso dell’esperimento è emerso che gli impulsi delle cellule cerebrali divenivano sempre più intensi man manco che i neuroni riuscivano a colpire la pallina: “In questo modo – sottolinea TgCom24 – in base all’esperienza, le cellule possono modificare e adattare la propria attività, in tempo reale, per raggiungere uno scopo”.
IL CERVELLO GIOCA A PONG: IL CURIOSO ESPERIMENTO IN AUSTRALIA
L’esperimento ha quindi potuto dimostrare l’esistenza dell’intelligenza intrinseca delle cellule cerebrali, e potrebbe essere applicato nella vita reale per studiare malattie come l’epilessia o la demenza, da sempre un mistero della scienza e della medicina, ma anche essere sfruttato ad esempio per osservare gli effetti sul cervello di farmaci, droghe o alcol. Karl Friston, neuroscienziato dell’University College di Londra, ha commentato: “L’ aspetto bello e pionieristico di questo lavoro, risiede nel fornire ai neuroni le sensazioni, il feedback, ma soprattutto la capacità di agire sul loro mondo. Ciò è notevole in quanto non è possibile insegnare questo tipo di auto-organizzazione. A differenza di un animale domestico, questi mini cervelli non hanno alcun senso di ricompensa e punizione”. Così invece Brett Kagan, direttore scientifico della Cortical Labs: “Questo è l’inizio di una nuova frontiera nella comprensione dell’intelligenza. Lo studio non solo tocca gli aspetti fondamentali di cosa significa essere umani, ma anche di cosa significa essere vivi e intelligenti per elaborare informazioni ed essere senzienti in un mondo dinamico e in continua evoluzione”.