Soldi che ti vengono dati senza troppe spiegazioni dallo Stato, giusto? Ma qui hanno fatto un guaio e c’è un bonus da non chiedere.
Quando si richiede un bonus perché si hanno i requisiti la richiesta viene fatta perché si può trarre beneficio dai soldi che arrivano in più, dalle tasse che si riducono o dalla combinazione di questi due fattori.
Sembra però che tra i vari sgravi e bonus ce ne sia uno che è meglio non chiedere, anche se sembra funzionare perfettamente per la situazione in cui ti trovi. Perchè genera infatti un effetto domino imprevedibile e che devi conoscere prima di prendere una decisione.
Il bonus da non chiedere, forse la procedura è da rivedere?
Come accennavamo prima, quando si tratta di bonus chi può richiederli è spesso molto contento. La contentezza viene dal fatto che o arrivano più soldi sul conto, in questo modo si riesce a fare la spesa e pagare le bollette con un po’ più di serenità, oppure ci sono degli sgravi e dei calcoli che vengono poi fatti nel momento in cui si pagano le tasse. In entrambi i casi sono soldi o che arrivano o che non devono uscire.
Si è creato però, e lo raccontano le dirette interessate, un corto circuito strano per un bonus in particolare. Il bonus è dedicato alle mamme lavoratrici con almeno due figli piccoli. Il bonus, che verrebbe da dire ha avuto una gestazione travagliata, finalmente è arrivato ma molte lavoratrici si sono sentite dire dai propri datori di lavoro e da consulenti vari che sarebbe meglio tenersi alla larga.
Questo perché , per come è strutturato il bonus, quello che arriva attraverso questo sgravio poi in realtà va a spingere su quello che è l’imponibile ai fini IRPEF. Questo significa che, nonostante ci siano effettivamente dei soldi che arrivano, l’arrivo di questo denaro provoca per esempio un aumento del valore ISEE che, a sua volta, può mandare in crisi i requisiti per altre tipologie di bonus e di sgravi che riguardano, sempre rimanendo nell’ambito delle mamme che lavorano, tasse scolastiche e mense. A certificare che questa situazione è estremamente possibile anche alcune simulazioni fatte da Fisas CGIL.
Proprio dalle simulazioni emergerebbe che per poter avere un effettivo beneficio, oltre a dover rispettare tutti i requisiti (come succede in quest’altro caso), si deve anche avere un reddito di almeno 3000 euro lordi al mese. Anche se comunque l’aumento effettivo della retribuzione in nessun caso supera i 165 euro.
Tra i molti bonus immaginati dal Governo e tra quelli che erano già disponibili nel passato forse questo è effettivamente un bonus da non chiedere. Per le mamme che lavorano con figli piccoli meglio provare con delle soluzioni alternative, andando a guardare quelle che possono essere le altre opzioni sempre in base ai bonus e agli sgravi previsti. Per quello che riguarda la misura c’è anche da ricordare che è passata ad essere misura sperimentale e che quindi probabilmente nel futuro cambierà qualcosa.