Questa settimana la rubrica dedicata a rispondere ai dubbi dei nostri lettori è stata dirottata per aprire una discussione riguardo la tanto attesa serie TV di Halo. Chi vi scrive ha vestito l’armatura degli Spartan per abbastanza videogiochi da sapere che c’è qualcosa che non va.
E allo stesso tempo, proprio per gli anni passati a immaginare di falciare i Covenant in lungo e in largo, non si può condannare la serie tv in toto e senza appello dopo appena i primi 60 minuti scarsi.
Dentro questo primo episodio della serie TV c’è tanto che non funziona. Non parliamo della storia, soprattutto perché trattandosi di una serie ispirata a un prodotto già presente, quel poco (o tanto, sono punti di vista) che viene sparso qua e là dall’inizio alla fine serve semplicemente per dare a chi non conosce Master Chief una infarinatura di quello che sta succedendo.
Prima di passare alla graticola tutto quello che andrebbe buttata alle ortiche, c’è sicuramente almeno un merito che vogliamo subito riconoscere a questo Halo: fa venire immediatamente voglia di prendere il pad in mano e rimettere ordine nell’universo.
Rosso nero e blu, rosa Halo e tu?
Sono quasi 10 anni che si sente parlare di una serie TV che porti l’epopea di Master Chief sul piccolo schermo. In questi dieci anni il progetto è sembrato affondare come il Titanic e poi risorgere fino a quando, circa 3 anni fa le cose hanno iniziato a muoversi a passo spedito. Ovviamente l’hype è immediatamente salito alle stelle e non soltanto per il semplice fatto che finalmente avremmo potuto vedere Master Chief in azione. Parte dell’attesa è stata sicuramente colpa dei prodotti legati ai videogiochi che nell’ultimo periodo si sono moltiplicati, a partire dalla molto fortunata e molto bella serie di The Witcher. Ecco, questa è la verità: i fan di Halo segretamente speravano che il loro eroe subisse un trattamento alla Netflix.
Grandi budget, ambientazioni sontuose e animazioni in CGI degne di Hollywood. Ma Paramount non è Netflix e quello che ci siamo ritrovati a guardare alle 11 e mezza di sera, in lingua originale, con i sottotitoli, su Sky Atlantic sono stati i Power Rangers. L’attenzione maniacale alla resa dei dettagli della corazza degli Spartan e agli effetti sonori ad essa collegati sono uno dei pochi lumini che rimangono accesi nel buio di un episodio in cui proprio i personaggi che indossano quella corazza si muovono con l’enfasi di un Action girato a Hong Kong.
Aggiungete alla batosta anche la CGI non sempre all’altezza e a cui si chiede comunque di creare anche le armi: nella scena di apertura, quella che ormai da prassi per tutte le serie si svolge come un lungo preambolo prima della sigla, i Covenant sembrano appiccicati come le figurine e non si integrano con l’ambiente in cui dovrebbero muoversi. Come sono fin troppo finte le armi, loro e degli Spartan, oggetto di un paio di primi piani che ci saremmo risparmiati volentieri.
Le scene invece che si svolgono all’interno della base in cui opera la dottoressa “madre” degli Spartan, dell’astronave e in generale quelle nello spazio profondo risultano più credibili, come se il reparto effetti speciali avesse avuto più tempo per lavorarci e finalmente qualcuno avesse fatto almeno una stampa in 3D del fucile Spartan. Una cosa piacevole della sequenza iniziale è che data la violenza mostrata senza censure o quasi, siamo almeno sicuri che non vedremo uno show per bambini.
Chi vi scrive ha visto la puntata con un’altra persona e questa persona non ha una esperienza approfondita di Halo: e ha trovato la serie molto bella. Probabilmente quindi è sbagliato in parte il punto di vista: la serie TV di Halo non è pensata in prima battuta per chi conosce quell’universo e quel personaggio ma è una sorta di Bignami per gli amanti in generale della fantascienza e per chi, distratto possessore di Xbox, si è trovato con un capitolo di Halo per le mani.
Ed è forse solo questo cambio di prospettiva che può giustificare una scelta che più che una trasgressione al canone di Halo odora di eresia: a 50 minuti circa dall’inizio della puntata Master Chief si toglie il casco. Nella narrativa dell’episodio è una scelta (più o meno) comprensibile ma, per quanto i fan di Halo possano capire che una serie TV non è un videogioco e che quindi prima o poi una scena in cui si vede il volto del personaggio sotto il casco deve esserci, poteva comunque essere un momento da proporre più avanti. Darth Vader ci ha messo tre film per togliersi il suo, di casco. Perchè qui 50 minuti? Che fretta avevate?
In generale, tutto il comportamento del personaggio di Master Chief a parte lo scontro iniziale (sostenuto e tenuto insieme da una bella colonna sonora) sembra cambiare troppo precipitosamente e divenire insolito e straniante senza una vera motivazione. Per come è stato costruito l’episodio non c’è materialmente il tempo per il pubblico di abituarsi all’idea che gli Spartan “uccidono senza pietà, finchè non c’è più nulla da uccidere” e apprezzare che il contatto con il manufatti Covenant provochi invece qualche reazione proprio in quello che è chiamato il Demone.
E le domande si ammucchiano confusamente. Si ammonticchiano quasi convulsamente come se dovessero servire a giustificare gli altri episodi, i soldi spesi e il tempo (nostro, degli attori e delle maestranze). Speriamo questa sensazione di fretta si dissipi.