Cyberpunk 2077, che potremmo definire lo scivolone più clamoroso di CD Projekt Red nonché nella storia dei videogiochi degli ultimi anni, è in vendita in una catena di grandi magazzini a un prezzo talmente tanto basso da sembrare una presa in giro.
Sappiamo tutti che nel momento in cui escono per la prima volta, i videogiochi ormai hanno un prezzo che si aggira intorno ai 70 euro se si tratta di prodotti di studi grandi e blasonati. E fu così anche per quella che doveva essere la nuova epopea in salsa fantascientifica del team di sviluppo polacco che negli anni si era costruito una base solida di giocatori grazie allo splendido lavoro fatto con The Witcher.
Ma, per motivi che ancora un po’ ci sfuggono, Cyberpunk 2077 si è dimostrato un gioco mal sviluppato, mal pubblicizzato e di conseguenza mal accettato dai giocatori. Lo scorso mese di febbraio c’è stata però una patch di dimensioni poderose che sembra aver portato un po’ di pace anche a Night City. Quello che però è successo nella catena americana Best Buy ha qualcosa di veramente clamoroso.
Cyberpunk 2077 venduto al prezzo di un Happy Meal
Se siete mai andati da McDonald’s avete sicuramente un po’ di familiarità con i prezzi dei vari menù. Quelli che costano oggettivamente un po’ meno sono quelli dei bambini, i cosiddetti Happy Meal in cui si trova una sogliola di panino, se siete fortunati la mela a fettine e una manciatina di patatine. Il tutto per un prezzo che si trova intorno ai 5 euro.
Da Best Buy, grande catena americana dell’elettronica ma non solo, c’è stato a inizio aprile un momento di saldi anche per i videogiochi. E se fosse atterrato un marziano e fosse entrato da Best Buy probabilmente non avrebbe visto di buon occhio il fatto che Cyberpunk 2077 fosse in vendita nella sua versione PS4 e Xbox One per 5 dollari. L’equivalente di un Happy Meal. Il gioco prodotto da CD Projekt Red vale davvero così poco? Best Boy ha deciso di liberarsi delle ultime copie rimaste per console e dalla disperazione ha deciso di abbassare il prezzo fino a 5 dollari? Probabilmente la realtà è che mettendo insieme un gioco chiacchierato ma con due anni sulle spalle a un prezzo irrisorio, la grande catena dell’elettronica ha ottenuto un doppio vantaggio: si è liberata ovviamente delle copie che ancora aveva sul groppone, lo ha fatto a un prezzo minimo su cui ha sicuramente riguadagnato e a costretto un po’ di clienti in più ad entrare in negozio.
Cambiando prospettiva, l’idea che un gioco che due anni fa costava 70 euro e adesso potete portarvi a casa per 5 dovrebbe farci riflettere su cosa facciamo nel momento in cui, presi dalla frenesia del Day One, paghiamo il prezzo pieno e utilizzare questa frenesia per premiare i team di sviluppo che se lo meritano davvero.