Sherlock Holmes: Crimini e Punizioni – la recensione

Da qualche anno a questa parte, il developer ucraino Frogwares si è concentrato sull’offrirci avventure grafiche aventi per protagonista nientemeno che il detective più famoso dell’intera storia della letteratura, con risultati non sempre particolarmente esaltanti. Sherlock Holmes: Crimini e Punizioni rappresenta l’ennesimo tentativo da parte della software house di rendere onore al più famoso residente del 221 B di Baker Street, con la speranza, stavolta, di compiere un vero e proprio salto di qualità rispetto ai precedenti episodi della saga: l’obiettivo sarà stato centrato?
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La conduzione delle indagini sarà naturalmente coadiuvata dall’utilizzo delle particolari abilità di Sherlock Holmes, che è specializzato in travestimenti, combattimento e chimica.

All’interno di questo gioco, il nostro amato detective sarà impegnato nella risoluzione di sei casi totalmente slegati tra loro, che ci daranno modo di vivere quella che potremmo definire un’avventura grafica riletta in chiave moderna. Attraverso un’alternanza tra la visuale in prima e in terza persona, il nostro obiettivo sarà infatti quello di esaminare gli indizi presenti sugli scenari di gioco, sfruttando ovviamente le innate abilità del protagonista. A differenza degli altri personaggi del gioco, Sherlock possiede infatti un asso nella manica che gli consente di identificare immediatamente gli elementi più rilevanti presenti sulla scena del crimine e che all’interno del titolo costituisce il sistema della Deduzione: in questa modalità, dovremo individuare i collegamenti logici che collegano ciascun indizio al fine di giungere ad una conclusione plausibile.

Le ambientazioni ed i personaggi modellati dall’Unreal Engine 3 appaiono generalmente di buona fattura.

Ovviamente, giunti a questa fase ci capiterà più volte di ritrovarci di fronte a molteplici deduzioni plausibili e spetterà al giocatore scegliere quale sarà quella a suo giudizio più idonea. Andando avanti si giunge quindi alla fase più interessante del gioco, ossia quella di condanna o assoluzione del criminale. Una volta che avrete individuato l’artefice del delitto, potrete infatti decidere se condannarlo e consegnarlo all’ispettore Lestrade e a Scotland Yard, oppure se assolverlo e lasciarlo quindi in libertà. Mentre per ogni caso esiste solo una deduzione corretta, non esiste alcuna scelta morale che può definirsi giusta, anche se il gioco fornisce la possibilità di tornare al momento della scelta per verificare gli effetti scaturiti dall’opzione opposta a quella da noi selezionata.
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Attraverso un’alternanza tra la visuale in prima e in terza persona, il nostro obiettivo sarà infatti quello di esaminare gli indizi presenti sugli scenari di gioco.

La conduzione delle indagini sarà naturalmente coadiuvata dall’utilizzo delle particolari abilità di Sherlock Holmes, che è specializzato in travestimenti, combattimento e chimica. Durante l’avventura potremo quindi accedere al guardaroba per cambiare indumenti e mimetizzarci nell’ambiente circostante, oppure accedere alla ricca libreria presente nell’appartamento del detective per consultare dai suoi libri del materiale utile ai fini dell’investigazione.
La risoluzione di ogni caso si svolge quindi individuando gli indizi presenti sulla scena del crimine, interrogando i sospetti, tracciando dei collegamenti logici tra i dati raccolti e sfruttando talvolta le speciali capacità di Sherlock. Una formula che sulla carta sembrerebbe funzionare più che bene e lo farebbe anche pad alla mano, se solo non fosse per il fatto che per tutta la durata dell’avventura non si senta mai un vero e proprio senso di sfida. Arrivare alla soluzione di ciascun caso non richiede infatti un particolare impegno cerebrale, visto che tutti presentano scioglimenti abbastanza ovvi e che il gioco non pone alcun tipo di penalità in caso di errori, offrendoci, anzi, addirittura la possibilità di ritentare le azioni non svolte correttamente. Altro aspetto particolarmente fastidioso è rappresentato dalla continua presenza di lunghe schermate di caricamento tra un’ambientazione e l’altra che tendono a spezzare il ritmo di gioco in modo irreparabile e che, sinceramente, non ci saremmo mai aspettati di trovare in un gioco disponibile anche per console next-gen.
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Dal punto di vista grafico, comunque, la situazione appare più che buona. Le ambientazioni ed i personaggi modellati dall’Unreal Engine 3 appaiono generalmente di buona fattura, con texture di alta qualità e animazioni gradevoli, ma non sempre al top.
Se si è in grado di passare oltre i difetti sopra riportati, dunque, Sherlock Holmes: Crimini e Punizioni rappresenta un mistery-game interessante e con diverse idee legate alla risoluzione dei casi davvero originali. Peccato solo che l’esperienza risulti un po’ troppo facile e guidata, facendo perdere gran parte della soddisfazione derivante dal completamento di ogni caso.

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