I social potrebbero essere vietati ai minori a breve. Senza lo Spid nessuno potrà accedere, non ci sarà modo di sfuggire al divieto: tutti i dettagli.
C’è una grande discussione in queste settimane sull’utilizzo dei social da parte dei minori. A sollevare il problema ci ha pensato la Francia che ha deciso di proporre dei limiti d’età per l’accesso ai social network per chi non è ancora un maggiorenne. La proposta di legge transalpina infatti in discussione al sistema europeo dei limiti d’età per i giovani utenti. Ad oggi il documento ufficiale dell’Unione Europea stabilisce che un utente per poter creare un profilo sui social debba avere almeno 13 anni, una normativa che però non è internazionale.
Ad unirsi alla questione in queste ore ci ha pensato Carla Garlatti, titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, che ha parlato anche del futuro dello SPID. Infatti Garlatti ha rilasciato un comunicato in cui ha chiesto un intervento celere e mirato per regolamentare ulteriormente l’accesso ai social network da parte dei minorenni. L’obiettivo è quello di innalzare l’età minima a 16 anni. Inoltre potrebbe essere applicato anche un sistema di verifica più efficace rispetto a quello in uso ora. Scopriamo quindi le proposte della titolare dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.
L’Italia quindi sarebbe pronto a prendere spunto dalla proposta avanzata in Francia dall’Assemblée Nationale che vorrebbe innalzare l’età minima a 15 anni, uno in meno rispetto a quello richiesto dall’Italia. Nel nostro paese, ad oggi, la normativa fissa il limite a 14 anni. In queste ore l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza vorrebbe addirittura introdurre uno SPID per la verifica dell’età che quindi possa garantire a tutela della privacy.
All’interno del comunicato rilasciato da Carla Garlatti, titolare dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, si chiede quindi di modificare il limite d’età. Questo però potrebbe non bastare visto che è un vincolo che potrà essere facilmente raggirato. Per questo, al termine di un tavolo di lavoro coordinato dal Ministero della Giustizia, insieme ad AGCOM e Garante Privacy, è arrivata la proposta per introdurre una sorte di SPID per i minori. Il sistema in questione sarà basato sulla certificazione dell’identità da parte di terzi.
Così facendo quindi risulta essere tutelato anche il diritto alla privacy. Ad oggi i genitori possono già richiedere il rilascio dello SPID per i loro figli minori. Esistono alcuni provider che già lo concedono. Inoltre la Garlatti ha concluso il comunicato elogiando la proposta francese che prevede delle sanzioni per le piattaforme che non accertano i dati anagrafici degli utenti.
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