Da sempre, l’uomo ha visto nella macchina un alleato prezioso, ma anche un pericoloso e incontrollabile avversario, proprio perché così simile a lui nella sua intelligenza. Questo è il tema di tante classiche opere di fantascienza, pensiamo ad HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio, fino ad arrivare ai giorni nostri, con la temibile GLaDoS di Portal. SOMA, nuovo gioco di Frictional Games, parte da premesse molto simili, ma intende rielaborarle con il suo ormai caratteristico stile morboso e viscerale.
Gli sviluppatori si sono rifatti a ispirazioni davvero illustri per realizzare il gioco, come Philip K. Dick.
Il gioco si presenta come un’avventura horror in prima persona, in maniera simile al precedente lavoro dello studio, Amnesia: The Dark Descent. Ancora una volta, quindi, sarete chiamati a vivere un’esperienza terrificante attraverso i vostri stessi occhi, senza l’intermediazione di cutscene o dialoghi scritti. La mancanza di interfacce e menu ingombranti, così come il minimalismo della presentazione, sono del resto una delle più famose cifre stilistiche di Frictional Games. Esplorazione e risoluzione di puzzle ambientali comporranno il nucleo del gameplay, mentre la storia sarà raccontata perlopiù attraverso l’ambientazione stessa, oscura e fortemente opprimente. A differenza di Amnesia, tuttavia, questa volta lo studio non ha come obiettivo semplicemente quello di farvi saltare sulla sedia per i vari spaventi, ma intende piuttosto colpire direttamente la vostra coscienza, con una storia tanto terribile quanto capace di suscitare riflessioni importanti.
Non a caso, gli sviluppatori si sono rifatti a ispirazioni davvero illustri per realizzare il gioco, come Philip K. Dick, solo per citarne uno (l’autore del racconto breve che ha ispirato il classico Blade Runner, per intenderci). Al centro della trama, un tema assai caro alla fantascienza: qual è il confine tra essere umano ed essere artificiale, e che cosa succede quando un oggetto inanimato, come una macchina, si evolve a tal punto da eguagliare nell’intelletto una persona vera? I nemici che incontrerete durante il gioco non sono pertanto solo creature mostruose infilate nella trama a scopo scenografico, ma ciascuna è il riflesso del tema principale che anima l’esperienza. Scopo del giocatore sarà chiaramente sopravvivere, e l’unico modo per farlo sarà scoprire quali sono i meccanismi che animano queste entità, attraverso un processo che lo porterà a interrogarsi profondamente su cos’è che ci rende davvero umani.
I nemici che incontrerete durante il gioco non sono pertanto solo creature mostruose infilate nella trama a scopo scenografico, ma ciascuna è il riflesso del tema principale che anima l’esperienza.
Da quanto abbiamo visto finora, questa tematica si rifletterà in ogni aspetto del gioco, persino nelle architetture stesse e più genericamente nel mondo che ci circonda, la cui natura a metà tra organica e tecnologica ricorda non poco le pareti del nido della Regina Aliena della serie cinematografica di Alien. Al di là delle numerose citazioni, Frictional Games si è ormai distinta negli anni per avere un proprio stile personale, e per essere genuinamente in grado di terrorizzare il giocatore, senza mai lasciarsi tentare dalle sirene dell’action a tutti i costi. Se avevate amato le atmosfere del primo Dead Space, con buona probabilità amerete anche il mood di SOMA.
Ma, al di là di quello che vedrete, la software house è ormai famosa per spaventare grazie a quello che non si vede. E SOMA, stando a quello che è stato mostrato finora, sembra già essere in grado di iniettare il terrore direttamente nella testa del giocatore, senza dover ricorrere a trucchetti da B movie, ma piuttosto facendo leva sulla sua cerebrale premessa narrativa, capace di evocare le più ataviche paure dell’uomo. SOMA, considerata la sua natura di titolo indie, non ha niente dell’horror addomesticato che siamo abituati a vedere su console, e persino al cinema.
Una sola grande incognita rimane sull’operazione: sarà compatibile o meno con Oculus Rift, il nuovissimo visore per la realtà virtuale? Il gioco, data la sua impostazione in prima persona, sembra essere nato per provarlo indossando il visore e un paio di cuffie. Se così fosse, potremmo essere in procinto di sperimentare una delle esperienze più terrificanti di tutta la nostra vita.