Venerdì scorso a Santa Barbara, in California, un ragazzo di ventidue anni ha ucciso sei persone e ferito altre tredici per poi togliersi la vita. L’autore della strage è stato poi identificato come Elliot Rodger, figlio del fotografo e regista Peter Rodger (Hunger Games). Elliot, prima di dare sfogo alle sue frustrazioni, ha scritto una lunga biografia intitolata “Il mio mondo distorto: la storia di Elliot Rodger”, dove giustifica il suo odio per il mondo e sopratutto per il gentil sesso. Un testo di 141 pagine in cui si trovano numerosi riferimenti a World of Warcraft, usato da Elliot per allontanarsi temporaneamente da quella società che, almeno secondo lui, lo ripudiava. Citazioni al gioco di Blizzard appaiono anche nei video che ha pubblicato su YouTube, in particolare nell’ultimo in cui affermava “di ridurre ognuno di voi in montagne di teschi e fiumi di sangue”. Frase, quest’ultima, pronunciata da Garrosh Hellscream, boss finale del raid Siege of Orgrimmar. Come sempre accade in questi casi, l’ossessione del ragazzo per World of Warcraft è stata immediatamente additata come una delle cause del suo comportamento. In calce alla notizia potete trovare un esempio dei vari servizi mediatici relativi all’argomento, dove il giornalista sottolinea di aver contato personalmente le volte in cui WoW compare nell’autobiografia e lo sceriffo denuncia la pericolosità di questi giochi violenti. Ancora una volta si trova nel videogioco la scusa perfetta per non affrontare le reali cause che hanno portato a questo tragico evento. Ben più complesse e spinose di un gioco di ruolo online…