Non si placano le polemiche nei confronti dello spyware Pegasus, un software che sarebbe stato utilizzato negli scorsi anni per spiare gli iPhone di varie personalità del mondo della politica e delle istituzioni a livello worldwide.
Il programma è stato creato dalla società israeliana NSO Group, che ha sempre rimandato al mittente ogni accusa, ma che in realtà sarebbe stato altamente diffuso per appunto scoprire i segreti di politici, giornalisti e attivisti. Ed ora le accuse sono rivolte all’FBI, il Federel Bureau of investigation degli Stati Uniti, accusato di aver utilizzato lo stesso spyware. A puntare il dito nei confronti dei federali è l’autorevole quotidiano New York Times, secondo cui la stessa FBI sarebbe stata molto vicino all’utilizzo di Pegasus per le sue attività di monitoraggio e controllo delle attività criminali. Secondo i detrattori il Bureau avrebbe usato il software illecito per scopi nobili, ma ovviamente, essendo un programma illegale, l’azione va condannata, fermo restando che corrisponda al vero. Come sottolinea Everyeye.it, quello del New York Times non è l’unico report in merito alla potenziale implementazione di Pegasus da parte dei sistemi di sorveglianza statunitensi, visto che già l’anno scorso il Times aveva svelato che l’FBI aveva sviluppato una “versione americana” dello stesso software. I federali hanno ammesso di aver testato Pegasus in ambienti “limitati” ma con il solo fine di “stare al passo con la tecnologia” e di prevenire utilizzi impropri dello spyware. L’ultimo report del NYT, però, sembrerebbe smentire tale ipotesi, in quanto l’azienda americana sarebbe giunta ad uno stadio “avanzato” di sviluppo di uno software basato su Pegasus per l’utilizzo interno.
Inoltre, sembrerebbe che l’FBI abbia stilato una serie di linee guida rivolte agli investigatori in merito all’utilizzo dello spyware, soprattutto nel caso in cui info raccolte col programma sarebbero divenute rilevanti nei casi giudiziari. “Non è chiaro, comunque – specifica Everyeye.it – se l’FBI volesse utilizzare Pegasus contro i cittadini americani o se invece intendesse adoperarlo per prevenire delle minacce estere o lo spionaggio internazionale. Tuttavia, la versione statunitense del software, Phantom, sembra funzionare su tutti gli smartphone con un numero di telefono americano”. Vista la forte pressione della stampa, alla fine l’FBI avrebbe deciso di abbandonare il progetto a luglio 2021, evitando così di alimentare ulteriori polemiche. In ogni caso i federali hanno spiegato che, anche se si è deciso di accantonare Pegasus, non è da escludere che lo stesso non possa tornare di moda in futuro: “solo perché l’FBI ha deciso di non implementare lo strumento in supporto delle investigazioni sulle attività criminali – si legge su un documento dell’agenzia – ciò non significa che non testerà, valuterà e potenzialmente utilizzerà in futuro dei tool simili per ottenere accesso alle comunicazioni cifrate tra criminali”.
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