Hogwarts Legacy è di certo uno dei videogiochi più attesi e ora che è arrivato sembra polarizzare di nuovo la discussione con una violenza che deve far riflettere più di qualcuno.
L’universo narrativo costruito da JK Rowlings e che sia ampliato negli anni attraverso molti libri, film e anche qualche videogioco è al centro da diverso tempo di una polemica molto accesa a causa di una questione che ritorna nei videogiochi ma che ha le sue radici nel modo in cui ogni prodotto dell’ingegno umano viene fruito.
Il problema di Harry Potter non è che al suo interno si trovano idee contrarie ai diritti civili o alla libertà di espressione. Il problema è che chi ha scritto Harry Potter sembra proprio avere alcune idee che sono ora considerate retrograde e al limite della transfobia. E questa sorta di onta si espande a macchia d’olio su tutto ciò che un tempo era solo una serie di libri per ragazzi.
Twitch violento con chi gioca a Hogwarts Legacy
Su Twitter i resoconti di chi ha provato a fare uno streaming con il nuovo prodotto Warner Bros che i fan di Harry Potter, una buona parte almeno, non vedono l’ora di provare sono spesso contraddistinti da un pattern comune composto da una serie di commenti violenti il cui riassunto è: se giochi allora avalli le idee di JK Rowlings. Ma è davvero così automatico?
Nel momento in cui qualcuno gioca con Hogwarts Legacy sta avallando in qualche modo i (brutti) commenti sull’identità di genere della scrittrice? Una domanda che torna forte soprattutto quando ci è capitato di vedere che cosa stava succedendo in una chat relativa allo streaming di Shelby e Matt, conosciuti come Girlfriend reviews. La mole di parole riversate sulla chat hanno portato alla sospensione della diretta con Shelby che poco prima di spegnere è scoppiata a piangere. E quello che stava accadendo su Twitch si è poi riverberato anche su Twitter.
Bullizzare per insegnare?
Premesso che i videogiochi dovrebbero essere lasciati lontani dalle questioni politiche, e questo è un assunto che non riguarda solo Hogwarts Legacy, si ripropone una questione che va avanti da quando la storia dell’arte, quella della letteratura e quella della musica hanno iniziato a leggere la produzione degli artisti collegandola anche alle loro vedute politiche e alla vita vissuta. Ma se dovessimo limitarci a giocare, ammirare, ascoltare e leggere solo chi si trova adesso ad avere idee politiche e sociali liberali e tolleranti probabilmente non si salverebbe neanche il Tetris. Sarebbe forse il caso di evitare quindi di bullizzare qualcuno solo perché si sta ragionevolmente godendo un’esperienza. Prendere a male parole qualcuno non ha mai insegnato nulla se non a rispondere a tono.