Strike Suit Zero Director’s Cut – La Recensione

Strike Suit Zero è un gioco d’altri tempi, di quelli che negli anni ’90 spopolavano su PC sulla scia del fascino per la fantascienza che in quel decennio tirava molto, in particolare nei videogiochi. Simulatori e sparatutto spaziali in quell’epoca rappresentavano i kolossal del mercato dei videogiochi, e le produzioni erano sicuramente importanti per i tempi, godendo perciò di grossi investimenti da parte delle software house.

Strike Suit Zero Director’s Cut è un simulatore di combattimenti spaziali, inizialmente sviluppato per PC ed approdato ora sulle Console next-gen grazie alla campagna di Kickstarter.

Oggi le cose sono cambiate, il genere da “navi interstellari” non attira più come prima: i pochi progetti esistenti sono rivolti a una nicchia di appassionati ridotta e vedono luce soprattutto grazie a campagne di finanziamento indipendenti come Kickstarter, che si affidano proprio allo zoccolo duro di questa utenza. Strike Suit Zero, apparso qualche mese fa su PC, appartiene proprio a questo filone. Il riscontro tutto sommato positivo da parte dei giocatori ha convinto il team Born Ready Games a realizzare un porting anche per le console di nuova generazione, rinominato per l’occasione Director’s Cut. Ma facciamo un passo indietro, per tutti quelli che non conoscessero il gioco. In Strike Suit Zero saremo alla guida di un mezzo spaziale di tipo piuttosto convenzionale per i canoni estetici degli space shooter, equipaggiato di tutto punto per riempire il posteriore dei velivoli avversari con raffiche di mitragliatrice e missili di ogni sorta.

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I comandi e le dinamiche di gioco di Strike Suit Zero sono più arcade che di simulazione, ma le varie acrobazie e le sparatorie nello spazio aperto rappresentano comunque una bella soddisfazione.

All’interno di una struttura che divide l’azione di gioco in missioni, ci muoveremo in piena libertà nello spazio aperto. I grilletti laterali del nostro pad serviranno ad accelerare e utilizzare gli aerofreni, mentre il fuoco sarà gestito dagli altri pulsanti. I controlli, nella versione per console, risultano in realtà gestiti leggermente peggio rispetto alla controparte PC, ma la semplicità delle meccaniche di base rende comunque il tutto abbastanza intuitivo. Infatti il cuore dell’esperienza in Strike Suit Zero è sicuramente arcade, e non avrete molto altro a cui pensare se non orientarvi nell’area/spazio di gioco e sparare ai nemici (per lo più con i missili, molto più efficaci delle raffiche di mitragliatrice) oppure liberare qualche onda di interferenza per sabotare i colpi a ricerca che vi ingaggeranno automaticamente.

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Ad un primo impatto ci si aspetterebbe un ritmo di gioco più frenetico; ottimo invece il game design e la programmazione delle missioni. Anche la grafica non sfigura affatto.

La soddisfazione nell’uscire da battaglie aeree facendo acrobazie con la propria nave vive di alti e bassi. Se da una parte è appagante giostrarsi tra la pletora di esplosioni e scie luminose di cui saremo artefici, dall’altra la sensazione è quella di un gioco meno frenetico di quello che ci si aspetterebbe. A livello di reazione e accelerazione del proprio mezzo, cosi come di inerzia e velocità generale, il titolo lascia un po’ a desiderare, mostrando un ritmo fin troppo contenuto, per non dire proprio soporifero. Per fortuna, c’è da dire che la situazione migliora drasticamente da metà gioco in poi, almeno a livello di mission design, cercando di proporre una rosa di sfide intergalattiche decisamente varia, per quel che possono concedere i margini di manovra di un titolo del genere. Nello specifico le cinque missioni aggiuntive della versione Director’s Cut concorrono non solo a spostare l’asticella del gameplay un po’ più in alto rispetto alla versione PC, ma forniscono nuovi spunti narrativi alla trama e all’universo di gioco creato.

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Gli Strike Suit, che danno il nome al gioco, saranno disponibili da metà gioco e hanno la peculiarità di trasformarsi in mech, con una potenza di fuoco decisamente superiore.

Un altro elemento di indubbia importanza è la doppia natura dei mezzi a disposizione. Infatti, dopo le prime sessioni passate a bordo di un velivolo piuttosto canonico, avremmo la possibilità di guidare le particolari navi spaziali che danno anche il nome al gioco: gli Strike Suit. La loro particolarità è quella di potersi trasformare all’istante in mech, che, sacrificando un po’ di velocità e mobilità in questa forma, guadagnano immensamente in potenza di fuoco e possibilità tattiche.

Sul fronte estetico e tecnico, il titolo convince ma non brilla particolarmente. Il design delle navi spaziali è ben realizzato ma non spicca per originalità, e nemmeno gli ibridi nave/robot Strike Suit hanno un aspetto troppo accattivante e ricercato. Non vogliamo comunque affossare un comparto grafico generalmente ben realizzato, che, anche se non possiamo certo dire sfrutti appieno la potenza dei nuovi hardware, restituisce al giocatore un discreto spettacolo pirotecnico di esplosioni, scie luminose e decine di oggetti volanti in contemporanea. La colonna sonora fa la sua parte nel coinvolgervi nella guerriglia galattica, con melodie ispirate che descrivono e accompagnano degnamente l’azione.

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Strike Suit Zero Director’s Cut è un titolo valido, ma lo consigliamo solo agli appassionati del genere.

In sostanza, Strike Suit Zero: Director’s Cut è un gioco sicuramente divertente, non affetto da alcun problema rilevante in particolare, che tuttavia non riesce a emozionare e a rivelarsi realmente adrenalinico. Per questo, sentiamo di consigliarlo solo agli appassionati del genere, che sapranno trovare qualche ora di svago nelle circa 6 di esperienza complessiva confezionate da Born Ready Games.

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