Voci piuttosto sostanziose ci parlano del passaggio di uno degli sviluppatori che hanno fatto la storia della serie di Zelda lavorando anche a Breath of the Wild ad un altro videogioco. Ed è un’occasione per riflettere su qualcosa che sta accadendo da un po’ nella terra del Sol Levante.
A riferire di questo passaggio di creatività da un team di sviluppo ad un altro è il dottor Serkan Toto di Kantan Games Inc. Lo stesso Toto che ha riportato la notizia fresca di mercato azionario che il punteggio metacritics di The Callisto Protocol si trova in quella infame fascia dei 70 punti e che questo non sta piacendo agli investitori di Krafton, soprattutto perché l’altro giorno le quotazioni di Krafton sulla borsa di Seul hanno chiuso perdendo oltre 8 punti. Ahia.
Ma concentriamoci su quella che comincia a sembrare una piccola emorragia di talenti giapponesi che scappano.
Da Zelda all’esclusiva dedicata a Love Nikki
Se non sapete che cos’è Love Nikki vi invitiamo a prendere lo smartphone in mano e a cercare questo titolo sul Play Store. Si tratta infatti di uno di quei giochini il cui unico scopo è vestire la propria bambola virtuale. niente di male ma di certo non siamodi fronte aun gioco con una storia profonda e stratificata.
Che cosa ci possa fare uno degli sviluppatori che ho lavorato a tutti gli ultimi Zelda compreso il maestoso Breath of the Wild potrebbe sembrare una domanda lecita ma la risposta paradossalmente ha un senso: ad essere passato a lavorare con i cinesi, qualcosa che nel messaggio diffuso su Twitter dal dottor Serkan Toto ha anche un po’ l’ombra dell’alto tradimento, è Kentaro Tominaga che ha lavorato dentro un Nintendo e soprattutto sulla serie di Zelda in pratica per vent’anni prima di decidere che Infinity Nikky prodotto dai cinesi di Papergames poteva essere il suo nuovo progetto.
Questa notizia, che secondo alcuni media giapponesi non è piacevole soprattutto perché è solo l’ultima mossa in ordine di tempo in questa sorta di travaso di genialità nipponica che finisce con l’essere inglobata nei team di sviluppo cinesi, è di certo un momento di riflessione per tutti. Il fatto che una persona come Tominaga decida di creare un gioco open world basato su un RPG mobile al cui centro c’è semplicemente un personaggio da vestire e che sulla carta non ha niente a che vedere con i giganteschi archi narrativi di Zelda la dice lunga su quanto in realtà tutto il comparto dei videogiochi sia permeabile e il futuro sembri puntare sempre di più a qualcosa che leghi mobile e console e PC oltre le performance e oltre la console war.