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Primo piano

Sviluppatori di Ori vogliono rivoluzionare gli action o “morire provandoci”

Mentre registriamo un numero crescente di sviluppatori che lavorano col tagliabiscotti c’è qualcuno come i ragazzi che hanno prodotto Ori and the Blind Forest che vogliono invece rivoluzionare il mondo dei videogiochi, un genere dopo l’altro.

L’ambizione è stata espressa a chiare lettere dal creative director di Moon Game Studios attraverso un breve quanto pirotecnico messaggio apparso su Twitter. Un messaggio in cui Thomas Mahler evoca nomi enormi che hanno segnato la storia del genere action e insieme quella dei giochi di ruolo e che getta il guanto di sfida dritto in faccia ai mostri sacri dell’Industria.

Ori and the Will of the Whisps (videogiochi.com)

Che non si dica che i ragazzi di Moon Game Studios giocano sul sicuro. Lo sviluppatore si è anche poi intrattenuto con chi ha voluto lasciare un commento al suo messaggio sui social dell’uccellino azzurro e ha sparso qualche altro indizio, briciole di pane per aiutare tutti a comprendere meglio qual è questo grande progetto da tutto o niente, l’occasione di una vita.

Dopo Ori gli sviluppatori vogliono un posto nell’olimpo

Se non vi è mai capitato di giocare con Ori and the Blind Forest oppure Ori and the Will of the Wisps vi siete persi una ambientazione sognante che nasconde un gameplay solido e soprattutto un’esperienza molto divertente, con un protagonista che si muove all’interno di una vasta gamma di ambienti naturali sfruttando poteri interessanti e resi dal punto di vista grafico e degli effetti particellari in maniera deliziosa. Moon Game Studios ha dimostrato di sapere che cosa può fare con quello che potremmo definire genere platform/metroidvania e adesso con il nuovo progetto definito ARPG punta a infilarsi nel Pantheon dei titoli action.

Ori (videogiochi.com)

Per comprendere quanto i ragazzi di questo team di sviluppo puntino sul loro prossimo progetto e su quanto abbiano già investito sui due capitoli di Ori abbiamo ripreso un altro messaggio, sempre apparso su Twitter e sempre nello stesso Thomas Mahler. Il 4 febbraio scorso parlando del nuovo gioco il creative director scriveva: “Ori è stato il nostro Mario, questo è il nostro Zelda. Questo è stato il mio pensiero quando ho cominciato il primo prototipo nel 2015. Quando ci siamo concentrati su Whispers, che ci ha permesso di dare a questo progetto più tempo di lievitazione in modo da poter poi essere in grado di trasformarlo in un ARPG completo“. E a quanto pare i punti di riferimento sono Elden Ring e proprio The Legend of Zelda che hanno secondo Mahler “dei buchi” nel modo in cui sono organizzate le sezioni a mondo aperto.

Tutto o niente con il nostro ARPG

Non c’è che dire, il creative director di Moon Game Studios sa come scrivere messaggi che odorano di gloria. Ma quello che ci ha intrigato di più è stato il seguire le risposte che lo sviluppatore ha dato ad alcuni che hanno lasciato commenti al suo messaggio più recente. Ce n’è per esempio uno che dichiara di apprezzare gli RPG action ma di trovarli ormai troppo simili a delle simulazioni e di preferire la parte action. Thomas Mahler si trova d’accordo e sottolinea come sia divertente trovare il loot ma che non può essere che tutto il gioco si basa sul trovare oggetti che sono solo lo 0,1% migliori di quelli che si possiedono già e interessante è soprattutto la chiosa a questa risposta a: “è per questo motivo che non bisogna rimanere incastrati con sistemi di combattimento datati 😉 “.

A chi invece fa notare che tanto anche andasse male c’è Private Division a guardargli le spalle, lo stesso developer sottolinea invece come non sia proprio così che funziona è che in realtà occorre che il gioco che produci sia in qualche modo un successo perché ti possa venir data l’occasione di farne un altro e in questa scelta si può giocare sul sicuro o lanciarsi e a quanto pare Moon Game Studios ha deciso di lanciarsi. Come sarà il prossimo gioco dobbiamo ancora scoprirlo dato che mancano ancora tutta una serie di informazioni. Ma l’entusiasmo non manca, il che è sempre un bene.

Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.

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