Dentro Ubisoft siamo di fronte a quello che gli stessi sviluppatori chiamano “il grande esodo” oppure “l’arteria tagliata”: tanti membri di molti team stanno abbandonando e nessuno ricorda un periodo con un flusso così alto in uscita.
Nel corso degli ultimi 18 mesi nei diversi team che compongono il grande ecosistema di Ubisoft tanta gente ha salutato e ha lasciato la propria scrivania, reale o remota che fosse. Siamo di fronte ad un vero e proprio esodo di massa, ad una fuga provocata probabilmente anche dal ciclone che si è abbattuto sul developer.
Secondo un report di Axios, le motivazioni per l’abbandono sono diverse ma Ubisoft ne è consapevole e starebbe già correndo ai ripari con 2600 lavoratori presi da aprile. Ma oltre alla quantità delle persone che se ne sono andate, c’è anche il problema di chi ha lasciato: molti sono nomi in cima alle catene decisionali dei giochi più famosi del gruppo.
Ubisoft: nomi eccellenti abbandonano, che futuro per i giochi?
Scorrendo il report compilato da Axios quello che salta agli occhi è che ad abbandonare Ubisoft non sono soltanto gli impiegati di medio e basso livello ma anche grossi nomi compresi almeno 5 tra quelli che hanno contribuito in maniera sostanziale a creare il gioco più importante del 2021: Far Cry 6. Altri 12 se ne sono invece andati dal team che ha costruito Assassin’s Creed Valhalla; come ci si potrebbe aspettare, dichiarazioni fatte da chi è rimasto a lavorare dentro Ubisoft parlano di rallentamento nello sviluppo dei giochi dovuto proprio a questa emorragia.
Nel report di Axios c’è poi il racconto di uno sviluppatore che non lavora più dentro Ubisoft che però è stato contattato da un ex collega ancora nel team per risolvere un problema con un gioco: il motivo della chiamata è stato che a quanto pare non c’è più nessuno in grado di affrontare quel sistema di programmazione. Le motivazioni però non sono soltanto legate agli scandali che sono esplosi nel 2020 ma in realtà a una situazione di malessere con paghe basse rispetto a team concorrenti e frustrazione per la cattiva gestione della creatività. Anche se c’è chi ammette che sicuramente per le donne e per le persone di colore gli abusi e l’ambiente tossico sono decisamente fattori importanti per scegliere di cambiare studio.
Ubisoft, da parte sua, oltre a chiarire che sta rimpinguando le fila sta anche cercando di contrastare l’emorragia di talenti che sta avvenendo in particolare in Canada, dove la concorrenza con gli altri team di sviluppo è più agguerrita. Il developer ha anche calato un asso inaspettato: la prospettiva di lavorare a un nuovo Splinter Cell per provare ad attirare talenti e dimostrare che il gruppo sta bene.
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Quello che però è chiaro è che davvero ci sono diversi titoli che rischiano di perdere, se non è già successo, membri chiave dei loro specifici team di sviluppo, portando così a ulteriori ritardi, che si andranno ad accumulare a quelli già registrati a causa della pandemia da covid-19.