Take-two è al centro di una sentenza che probabilmente farà la storia nell’industria dei videogiochi: distribuire il codice sorgente di un gioco ricavato con il reverse-engineering non è infrazione di materiale protetto da copyright.
Questa è in buona sostanza la sentenza che ha dato ragione a uno dei fan di GTA che si era ritrovato accusato di aver distribuito materiale protetto da copyright, infrangendo il DMCA.
Nella controdenuncia a Take-Two presentata da uno sviluppatore neozelandese, si faceva notare come il codice sorgente distribuito benché nella sostanza uguale a quello originale in realtà non era perfettamente identico e che quindi Take-Two non aveva nessuna diritto da vantare.
Ripercorriamo rapidamente la vicenda legale. A febbraio un gruppo di sviluppatori distribuisce su Github il codice sorgente ricavato in reverse-engineering di GTA III e GTA San Andreas. Chiaramente tutti i fan della serie di Take-Two ne sono stati entusiasti. Non perché il gioco fosse diventato disponibile gratuitamente, ma perché con il codice reso leggibile, tutti quelli che avevano sempre voluto aggiungere una Mod al loro gioco preferito avrebbero potuto farlo.
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Di mezzo ci si era messa però Take-TWo, proprietario della serie, che aveva chiesto, o meglio preteso, che i codici sorgente ottenuti con il reverse-engineering venissero tolti per infrazione al copyright. Quasi tutti i developer coinvolti avevano accettato di rimuovere i contenuti prodotti attraverso il reverse-engineering, Anche perché si tratta di una pratica che non viene espressamente sanzionata negli Stati Uniti a che si trova in una zona grigia della legge è che può aprire le porte a lunghissime cause in tribunale.
Uno degli sviluppatori, il neozelandese Theo, ha deciso che non avrebbe lasciato nulla di intentato e ha quindi portato a sua volta Take-TWo in tribunale con una controdenuncia: il codice ottenuto in reverse-engineering non è il codice sorgente di GTA che Take-Two possiede. Di conseguenza il publisher non può accampare diritti su qualcosa che non è suo.
Questa una sua dichiarazione in una intervista: “E’ evidente che il codice nel re3 Rep si ha ottenuto con reverse-engineering, e non da una decompilazione diretta. Io ritengo che la richiesta di Take-Two sia assolutamente non corretta se questo è il caso, dato che il codice potrebbe essere funzionalmente identico, ma non esattamente identico , quindi non hanno diritti sul codice”.
E tra l’altro non è neanche la prima volta che Take-Two fa la voce grossa e costringe gli sviluppatori che fanno reverse-engineering per poi aggiungere Mod ai giochi di GTA a togliere tutto. Una pratica che, sempre nelle parole dello sviluppatore Theo è “aberrante”.
Alla fine il giudice gli ha dato ragione: il codice ottenuto con il reverse-engineering non è il codice di proprietà di Take-Two perché non è stato ottenuto decompilando il codice sorgente originale ma ricostruendolo di conseguenza non è il codice sorgente di Take-Two e può essere distribuito online.
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Si tratta forse solo di una questione di termini, stiamo parlando di qualcosa che è funzionalmente identico ma non è esattamente identico, ma se non è stato infranto nessuna articolo di legge nessuno può accampare diritti che non ha.
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