Tales of Xillia 2 – la recensione

Nel corso degli ultimi tempi, moltissimi affezionati del gioco di ruolo made in Japan stanno progressivamente scoprendo nella serie Tales l’ultimo baluardo di un genere i cui esponenti ultimamente non brillano particolarmente. Ne sono un esempio le ultime uscite relative alla saga di Final Fantasy, che non hanno ricevuto un’accoglienza molto calorosa da parte del pubblico, il quale sembra invece identificare nella classicità della saga di Hideo Baba un’alternativa più che valida, attraverso cui poter soddisfare la propria sete di JRPG.
A dimostrazione del crescente interesse che l’utenza occidentale sta manifestando nei confronti della suddetta serie, c’è la decisione di Namco Bandai di portare nel vecchio continente i più recenti episodi di Tales, finendo addirittura col localizzarli in lingua italiana: usanza inaugurata con l’avvento di Tales of Xillia, e che prosegue senza soluzione di continuità attraverso l’arrivo del suo sequel diretto.
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Merita una menzione il sistema di evoluzione dei personaggi, che è passato dal Lilium Orb di Xillia al nuovissimo Allium Orb.

Non nascondo che la componente narrativa di Xillia 2 si è rivelata essere sorprendente. Protagonista del gioco è Ludger Will Kresnik, ragazzo che vive nella città di Trigleph in compagnia di suo fratello Julius e del suo gatto Rollo. Il più grande sogno di Ludger è quello di poter diventare uno degli agenti della prestigiosa Spirius Corporation, industria impegnata nella progettazione di tecnologie all’avanguardia, dove lavora anche il fratello Julius. I piani del protagonista, tuttavia, finiscono con lo scombinarsi quando un giorno si imbatte nella piccola Elle, la quale riesce a coinvolgerlo nel suo viaggio verso la leggendaria terra di Canaan.

Il sistema di combattimento di Tales of Xillia 2 è semplicemente spettacolare.

Notizia che farà piacere a tutti i fan è la conferma del gradito ritorno di diverse vecchie conoscenze che facevano parte del cast del prequel. Sempre rimanendo in ambito narrativo, è alquanto singolare la scelta stilistica di fare di Ludger un protagonista muto e, almeno inizialmente, senza una caratterizzazione particolarmente approfondita. Questo perché saremo proprio noi a doverne tratteggiare gradualmente la personalità, attraverso un inedito sistema di scelte che ci permetterà di condurre i dialoghi con gli altri personaggi e di influire, almeno in minima parte, sullo svolgimento degli eventi. Una possibilità senza dubbio intrigante, ma che a mio avviso non ha permesso al protagonista di esprimere al massimo la propria soggettività.
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Accanto alla storia principale, c’è poi un abbondante numero di sub-quest che ci troveremo molto spesso a dover affrontare obbligatoriamente al fine di poter avanzare con l’avventura. Infatti, per poter proseguire nel gioco, ci sarà richiesto di portare a termine diverse missioni secondarie con lo scopo di racimolare il denaro necessario a ripagare i debiti che perseguitano Ludger e, di conseguenza, anche il giocatore. Un fattore che potrebbe non essere particolarmente gradito a tutti gli appassionati, dal momento che chiude le porte alla possibilità di poter vivere la trama principale tutta d’un fiato. Se questa tipologia di sub-quest non appare particolarmente invitante, siamo certi che, al contrario, i fan apprezzeranno molto le missioni focalizzate sul cast del primo Xillia, che permettono di scoprire come è cambiata la vita dei personaggi all’interno di questo capitolo.
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Passando sopra ad alcuni piccoli difetti, la nuova produzione di Hideo Baba è riuscita pienamente a fare centro.

Ma passiamo ora alla punta di diamante dell’intera produzione: il combat-system. Non ve lo nascondo, il sistema di combattimento di Tales of Xillia 2 è semplicemente spettacolare. Il Cross Dual Raid Linear Motion Battle System si è rivelato tanto strepitoso quanto lungo da pronunciare: la possibilità di combinare le Artes (ovvero le abilità) dei vari personaggi nel corso dei combattimenti dona al titolo una libertà d’azione a dir poco sconvolgente, permettendo di dar vita a battaglie frenetiche e decisamente appaganti. In aggiunta a ciò, il combat-system si arricchisce della possibilità di schivare lateralmente gli attacchi, oltre che di un rinnovato sistema di debolezze e della possibilità di ottenere un moltiplicatore dei danni quando si colpiscono per svariate volte i punti deboli degli avversari. A gestire l’esecuzione delle combo troviamo poi il già apprezzato Assault Counter System, rimasto pressoché invariato rispetto al primo episodio, ma che riesce a trarre beneficio dal rinnovato moveset di cui dispone ogni personaggio.

È alquanto singolare la scelta stilistica di fare di Ludger un protagonista muto e, almeno inizialmente, senza una caratterizzazione particolarmente approfondita.

Merita una menzione anche il sistema di evoluzione dei personaggi, che è passato dal Lilium Orb di Xillia al nuovissimo Allium Orb. Mentre per aumentare le statistiche dei personaggi sarà sufficiente salire di livello come nei comuni GdR, personalizzare il set di Artes del nostro party richiederà l’utilizzo dell’Allium Orb, dove potremo decidere quale percorso di tipo elementale intraprendere per imparare le nuove skill, che potremo continuare a far evolvere vincendo più combattimenti possibile. Un sistema che può inizialmente apparire complicato, soprattutto se spiegato a parole, ma che rende in realtà molto divertente la customizzazione dei propri personaggi.
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Siamo certi che i fan apprezzeranno molto le missioni focalizzate sul cast del primo Xillia.

Tecnicamente parlando, infine, Tales of Xillia 2 non si discosta più di tanto dal suo predecessore. Se la grafica in cel-shading dei personaggi appare dettagliata e di pregevole fattura, non possiamo certo affermare lo stesso per quella degli scenari, composti da texture spoglie e poco definite. Sul fronte sonoro la situazione è invece sicuramente migliore, grazie alla presenza di piacevoli brani inediti e di musiche già presenti nel prequel.
Concludendo il discorso, non posso fare altro che consigliare caldamente Tales of Xillia 2 a tutti gli appassionati dei GdR nipponici. Passando sopra ad alcuni piccoli difetti, la nuova produzione di Hideo Baba è riuscita pienamente a fare centro, rivelandosi a noi come un prodotto estremamente profondo, avvincente e appagante. Di certo il comparto visivo non è tra i migliori visti all’interno di un JRPG, ma chi ha aspettato a lungo il ritorno di Tales non lo ha fatto certo per questo motivo.

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