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I team dovrebbero aver paura di ChatGPT? Cosa potrebbe fare per i developer

L’esplosione prepotente del fenomeno ChatGPT e di tutte le intelligenze artificiali con cui è possibile chiacchierare amabilmente online sta portando ad un moto di preoccupazione, soprattutto per alcune categorie di lavoratori, ma a partire da un video che abbiamo trovato su Twitter vogliamo provare a fare una riflessione su che cosa effettivamente l’intelligenza artificiale potrebbe fare per i team di sviluppo e i developer: bisogna preoccuparsi di questa tecnologia?

Sui social tanti iniziano a preoccuparsi di come l’intelligenza artificiale opportunamente addestrata possa in un futuro non troppo lontano prendere il posto di alcuni lavoratori. Tra quelli che iniziano a sentire che la propria posizione leggermente vacilla ci sono paradossalmente anche quelli che si occupano di fare comunicazione. Ma mettendo da parte i dubbi della categoria cui apparteniamo abbiamo deciso di concentrarci su quello che invece potrebbe essere il futuro della intelligenza artificiale per chi produce videogiochi.

ChatGPT produrrà videogiochi? (videogiochi.com)

Tutti i vari motori, free, proprietari, a pagamento, hanno una certa dose di intelligenza artificiale al proprio interno ma almeno per ora per portare a termine un lavoro è necessario che il developer conosca almeno i rudimenti del linguaggio di programmazione su cui il motore specifico si regge. Un discorso simile vale per esempio per chi si occupa del design e del modeling: per poter creare modelli tridimensionali o illustrazioni bidimensionali da animare è necessario conoscere il programma che si ha di fronte. Ma come dimostrato dalle intelligenze artificiali che disegnano e da quelle che scrivono potrebbe sorgere il dubbio se tra non molto tutte queste maestranze possano diventare superflue.

Il mio lavoro lo fa un PC? Developer e ChatGPT

Alla domanda se tra non molto possa essere realmente possibile che in un team di sviluppo alcune posizioni possano essere occupate semplicemente dal computer e da una intelligenza artificiale opportunamente addestrata a fare certe cose potremmo rispondere affermativamente. Soprattutto perché le intelligenze artificiali come ChatGPT e simili sembrano a volte una affascinante scorciatoia per molti compiti tediosi.

Developer (videogiochi.com)

Su Twitter abbiamo trovato un piccolo video che dimostra come dentro Unity, uno dei motori di sviluppo più diffusi sul pianeta, sia possibile avere l’ausilio proprio di ChatGPT per far sì che anziché doversi arrabattare per ricordarsi i comandi del linguaggio di programmazione del motore si può dialogare con il programma stesso e far sì che sia l’intelligenza artificiale a fare ciò che dovrebbe fare l’essere umano. Il risparmio di tempo potrebbe risultare interessante. Immaginate se per esempio dentro Ubisoft implementassero l’intelligenza artificiale: chissà se riusciremmo finalmente a vedere anche Beyond Good and Evil2.

Intelligenza artificiale al posto dell’intelligenza umana?

Il risparmio di tempo, questo è il pensiero che anima i più scettici nei confronti dell’implementazione delle intelligenze artificiali come ChatGPT nel mondo del lavoro, potrebbe portare i datori di lavoro a pensare che si possono risparmiare anche soldi eliminando del tutto la parte umana. Ma se è vero che a una intelligenza artificiale si può chiedere di produrre una immagine o un testo o anche di sparpagliare cubi in un ambiente per poi animarli ciò che non gli si può chiedere è inventare il motivo per cui quella immagine, quel testo, quei cubi volanti dovrebbero esistere.

ChatGPT e similari si porteranno via parte delle competenze all’interno dei team di sviluppo? Probabilmente sì. I team di sviluppo finiranno con l’essere composti da sola intelligenza artificiale? Noi puntiamo sul no. Perché come qualunque altra espressione della creatività umana, occorre la componente umana per avviare il processo e trovare una motivazione. Potrebbe esserci meno bisogno di posizioni tecniche che magari passeranno ad occuparsi della gestione degli aspetti tecnici proprio attraverso il filtro delle intelligenze artificiali ma di certo non potremo fare a meno di chi i giochi li immagina e li condivide con il mondo.

Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.

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