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The Collider 2 – La Recensione

Le frenetiche corse di  Shortbreak Studios tornano con The Collider 2, questa volta ambientate nello spazio e pronte per la realtà virtuale.

A bordo di una piccola navicella spaziale, sarà nostro il compito di salvare per l’ennesima volta il pianeta di turno, ovviamente minacciato da una forza aliena rappresentata da una grande astronave all’interno della quale ci accingeremo ad addentrarci per affrontare il nostro destino.

Fin dal primo impatto, The Collider 2 ricorda pesantemente il suo predecessore: un arcade sicuramente interessante e in grado di stimolare i riflessi di ogni giocatore.

Fin dal primo impatto, The Collider 2 ricorda pesantemente il suo predecessore: un arcade sicuramente interessante e in grado di stimolare i riflessi (e le imprecazioni) di ogni giocatore, un gioco caratterizzato da velocissime corse dove lo scopo era quello di evitare ostacoli sempre più ostici e raggiungere il traguardo alla fine del tunnel. Beh, in questo secondo capitolo la faccenda è decisamente similare: ancora una volta abbiamo degli ostacoli semoventi che dobbiamo evitare, degli oggetti da raccogliere (rappresentati questa volta da artefatti alieni) e nemici da abbattere.

Dopo i primi due livelli di gioco la ripetitività comincerà a prendere il sopravvento, lasciando spazio unicamente a un aumento della velocità di movimento degli ostacoli da evitare.

La formula presentata è essenzialmente identica e varia quindi unicamente per la sua ambientazione, questa volta spaziale e per alcune interessanti, seppur limitate, aggiunte per quanto riguarda la personalizzazione. Nel gioco avremo a disposizione inizialmente una sola navicella, mezzo con il quale dovremo addentrarci in un’astronave madre aliena che potrebbe richiamare alla mente di molti gamer una delle scena cult di Independence Day, dove i due protagonisti decidevano di affrontare il nemico faccia a faccia, raggiungendolo direttamente “nel cortile di casa“ per sganciare una bomba atomica e porre finalmente termine allo stremante conflitto… “Pace!” (cit.).Affrontando i vari stage potremo però accumulare crediti, utili per effettuare dei piccoli upgrade al nostro bolide siderale (boost a scudi e velocità essenzialmente) o accumulare abbastanza fondi per acquistare una nuova astronave dotata di caratteristiche difensive e velocità maggiori. Ciascuno di questi stage presenterà degli obiettivi differenti, suddivisi principalmente in missioni di tipo “Scout”, dove avremo un tempo limite da rispettare; “Destroy”, caratterizzate dal dover distruggere tutti i blocchi nemici (basterà inquadrarli per attivare il fuoco automatico) e missioni di “raccolta”, dove potremo raccogliere i sopraccitati artefatti alieni.

La semplice grafica utilizzata da Shortbreak Studios rincara ulteriormente la dose di déjà vu che ogni “nuova” missione porterà con sé.

Principalmente, The Collider 2 non presenta ulteriori innovazioni, oltre quelle finora elencate e dopo i primi due livelli di gioco (al termine di ognuno dei quali dovremo affrontare un “boss”) la ripetitività comincerà a prendere il sopravvento, lasciando spazio unicamente a un aumento della velocità di movimento degli ostacoli da evitare. La sua natura decisamente classica e per nulla innovativa rende The Collider 2 un gioco superfluo, anche per gli amanti della realtà virtuale. Seppur divertente nelle prime partite, molto presto potremmo ritrovarci con la spiacevole sensazione tipica del pensiero “tutto qui?”.La semplice grafica utilizzata da Shortbreak Studios rincara ulteriormente la dose di déjà vu che ogni “nuova” missione porterà con sé. Niente esplorazione o novità particolari: fino al termine ultimo del gioco, il nostro unico obiettivo sarà quello di non schiantarci contro un ostacolo o laser nemico, percorrendo ogni volta un tunnel scarno e ripetitivo. The Collider 2, anche se sviluppato da una software house “costola” di Techland, è essenzialmente un gioco indie. Con la sua estrema semplicità e l’esagerata velocità di ogni singola missione, ci ricorda che non tutti gli sviluppatori hanno a disposizione i fondi necessari per creare una IP sbalorditiva e spesso ci si riduce a reinventare qualcosa di già visto, nella speranza di attirare l’attenzione su di sé, in questo caso puntando sulla realtà virtuale.

Il basso costo del titolo (9,99 euro su Steam) potrebbe inoltre incentivare all’acquisto qualche amante dei vecchi arcade di una volta, un genere che poco a poco sembra stia ritornando in voga grazie alla VR.

admin

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