Alcune storie appassionano. Altre rimangono nel cuore. Altre ancora a volte ritornano, migliorate e pronte a farsi amare ancora, se non più della prima volta. The Legend of Zelda: Majora’s Mask probabilmente per molti fan della saga appartiene soltanto all’ultima categoria citata, perché nell’ormai lontano 2000, quando fu pubblicato sul glorioso Nintendo 64, pochi l’hanno amato (e capito) quanto meritava. Sicuramente uscire solo un anno e mezzo dopo quello che per molti è il miglior titolo di sempre, Ocarina of Time, non è un fardello semplice da portare, soprattutto se ne sei il seguito diretto e “inganni” coloro che lo hanno venerato, facendogli credere di esserlo in tutto e per tutto. Già, perché Majora’s Mask non è affatto il classico Zelda con la vecchia cara Hyrule e il suo fantastico mondo colorato, pieno di dungeon e di principesse bionde da salvare. Al contrario si tratta di qualcosa di estremamente diverso, un titolo che del predecessore ricalca solo il gameplay, proponendo un’atmosfera e una trama del tutto differente dai canoni della serie.
La storia è ambientata non molto tempo dopo le vicende di Ocarina of Time, e per ragioni che non specificheremo causa spoiler, il nostro Eroe del Tempo si ritrova a Termina, una realtà cupa e deprimente, sopra la quale pende una Spada di Damocle raffigurata dalla Luna, che guarda la terra condannata con un ghigno beffardo dipinto in volto: il satellite si schianterà contro il pianeta tra 72 ore, causandone l’estinzione e con essa anche il game over, perché in Majora’s Mask la vera sfida sta nel correre costantemente contro il tempo, che scorrerà inesorabile durante la nostra avventura. Con queste meccaniche straordinariamente innovative per l’epoca, il titolo probabilmente non fu capito e di conseguenza non apprezzato, considerato quasi all’unanimità non all’altezza delle aspettative, e tanto meno del suo predecessore.
Sono passati ben 15 anni da allora, e dopo lo scontato successo di Ocarina of Time 3D, Nintendo ha deciso di riproporre su Nintendo 3DS anche Majora’s Mask, ovviamente con una nuova veste grafica al passo coi tempi e una serie di migliorie che potrebbero farne l’ennesima killer application per la console portatile. Continuando a leggere scoprirete se è riuscita nel suo intento…
“Majora’s Mask la vera sfida sta nel correre costantemente contro il tempo, che scorrerà inesorabile durante la nostra avventura.”
Una volta presi i verdi panni di Link, troveremo sul serio un timer che scorre al contrario (davvero, non scherzavo prima) e tutto ciò che concerne il titolo è influenzato da questo fattore: nella nostra continua esplorazione di Termina, ci scopriremo più volte a dover fare i conti con il tempo, che come ben sappiamo è tiranno e non perdona! Le 72 ore che abbiamo a disposizione per completare Majora’s Mask corrispondo, infatti, a circa un’ora reale, un limite impossibile da rispettare, nemmeno per il migliore degli speedrunner (il record attuale è di un’ora e 27 minuti). Per ovviare a questo problema ci imbatteremo presto in una melodia che, se suonata, rallenta il tempo, anche se c’è da sottolineare che spesso non basterà: a volte saremo obbligati a riavvolgere il tempo dall’inizio, oppure ci troveremo con il ghigno della Luna stampato in testa: game over! E quindi? E quindi si ricomincia dall’ultimo salvataggio utile, perdendo tutte le rupie e gli oggetti non principali guadagnati fino ad allora! Una delle tante migliorie introdotte in questo remake per 3DS sta proprio nella gestione dei salvataggi, considerata troppo punitiva nel titolo originale: ora le statue saranno nostre amiche, sia quelle a forma di gufo che quelle a forma di piuma, per la prima volta utilizzabili più volte nello stesso file di salvataggio, cosa non possibile nella versione Nintendo 64.
Il luogo dove ci troveremo più spesso, anche perché rappresenta la via d’accesso a ognuno dei quattro dungeon presenti nel titolo, è Cronopoli, una città tetra e consapevole che quelli che vive con tutta probabilità saranno i suoi ultimi tre giorni di vita: quello che lascia esterrefatti è “l’umanità” e la consapevolezza degli NPC, che mai come in Majora’s Mask hanno un loro perché; parlare con un personaggio non porta più soltanto un noioso e ripetitivo script: in base al momento in cui vi presenterete, avrete accesso a dialoghi differenti, instaurando una sorta di legame “emozionale” piuttosto raro per questo genere di giochi.
“Una delle tante migliorie introdotte in questo remake per 3DS sta proprio nella gestione dei salvataggi, considerata troppo punitiva nel titolo originale”
Come accennato poco sopra, Cronopoli vi permette di raggiungere i quattro dungeon presenti nel titolo: una cifra nettamente inferiore rispetto agli standard della saga, in compenso sono tutti caratterizzati egregiamente e dotati di boss. Questa volta, inoltre, non saranno più dei semplici mezzi utilizzati per farvi recuperare solo i grandi classici della serie, come il boomerang e via discorrendo, bensì saranno teatro della novità più grande che questo episodio porta con sé: le maschere. In totale ne trovate 24, alcune delle quali fondamentali per superare determinati enigmi, mentre altre sono facoltative.
Le maschere rappresentano una piccola rivoluzione nelle meccaniche di gioco ben consolidate della saga, perché una volta indossate tramuteranno Link in un essere totalmente diverso e capace di compiere azioni altrimenti impossibili: trasformandosi in uno Zora, il nostro eroe sarà in grado di nuotare velocemente ed esplorare le profondità subacquee, mentre con la maschera Deku lo vedremo rimpicciolirsi e poter fluttuare leggiadro sopra dei fiori. Solo alcuni esempi delle potenzialità di questa feature, che rende il titolo estremamente vario, creando tanti nuovi modi di risolvere un enigma.
“Le maschere rappresentano una piccola rivoluzione nelle meccaniche di gioco ben consolidate della saga”
Quello che però non va assolutamente fatto è fiondarsi dritti nei dungeon e arrivare ai titoli di coda in questo modo, perdendosi quello su cui gli sviluppatori hanno riposto un’attenzione estrema: le quest secondarie. Come ricorderete, abbiamo citato precedentemente l’importanza dei personaggi secondari in Majora’s Mask. Quel che va sottolineato è il carico di missioni secondarie che essi ci affideranno, e chi non vorrebbe aiutare un poveretto a esaudire un ultimo desiderio, quando gli restano meno di 72 ore? Vista la quantità immensa di lavoretti da svolgere per questo o per quell’altro figuro, è stata rivista una feature già all’epoca utilissima e resa ancor migliore oggi: il Taccuino dei Bomber. In breve, è un indice che riassume tutte le quest secondarie da svolgere, e soprattutto QUANDO svolgerle. Come abbiamo ribadito più volte, il tempo è un fattore chiave per ogni singola azione compiuta durante la nostra avventura, per questa ragione è stata aggiunta la possibilità di impostare degli avvisi che appariranno quando è il momento giusto per mettersi al lavoro.
“L’unica pecca di questa conversione risiede nella mappatura dei comandi, palesemente pensata per Circle Pad Pro e New Nintendo 3DS”
The Legend of Zelda: Majora’s Mask 3D non è un semplice remaster HD come ne abbiamo (purtroppo) visti tanti negli ultimi anni: è un vero e proprio remake in grande stile, tanto a livello di gameplay quanto a livello tecnico. Grezzo (di nome ma non di fatto) si è occupata ancora una volta (dopo Ocarina of Time 3D) del lavoro alla base del remake, consegnandoci un prodotto che non soffre per nulla il peso dei suoi anni: il motore grafico è lo stesso di Ocarina of Time 3D, mentre artisticamente si è scelto di “schiarire” leggermente le ambientazioni, ora più illuminate rispetto alla versione originale del titolo, probabilmente giudicata troppo cupa per uno Zelda. L’unica pecca, se così vogliamo chiamarla, di questa conversione risiede nella mappatura dei comandi, palesemente pensata per Circle Pad Pro e New Nintendo 3DS: la telecamera in alcuni frangenti non è semplice da controllare con un solo analogico, e purtroppo la nostra prova si è basata interamente su un normale modello di 3DS. Non è un caso che Majora’s Mask 3D esca il 13 febbraio, lo stesso giorno del lancio sul mercato del New 3DS, che si assicura già dal day one una killer application con i fiocchi.
In definitiva, The Legend of Zelda: Majora’s Mask è una perla, una pietra miliare dotata di una profondità fuori dal comune, un titolo che, a distanza di 15 anni dal suo debutto, torna prepotentemente nelle nostre console con l’obiettivo di fare breccia anche nei nostri cuori, e di rimanerci, per ben più di 72 ore.
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