Ormai più di un decennio fa, più precisamente nel 2000, uscì The Sims, il primo simulatore di vita virtuale. Un simulatore di vita: che attrattiva avrebbe potuto avere un gioco simile? A chi sarebbe interessato un gioco che ricalcava i tratti della vita reale da cui tentiamo di evadere quando prendiamo in mano un joypad? A tutti. Il gioco vendette milioni di copie e fu una rivoluzione; l’obiettivo delle nostre controparti ludiche non era più affrontare un mostro, salvare il mondo o la principessa Peach: no, la nostra più grossa conquista era arredare la stanza da letto, pagare la bolletta della luce oppure flirtare con la vicina! Finalmente milioni di persone potevano compensare il grigiore di una vita reale con la possibilità di costruirsi un avatar virtuale che realizzasse i piccoli sogni quotidiani (o che perlomeno non avesse una suocera dentro casa a ricordargli quanti milionari avrebbe potuto sposare la figlia prima di scegliere lui).
Il futuro Normale rappresenta invece una buona via di mezzo: non sarà colorato come l’Utopico ma neanche disastroso come il Distopico!
Sono passati tredici anni: tre capitoli e decine di espansioni che hanno portato i nostri Sims nei luoghi e nelle situazioni più disparate: si sono sposati, hanno viaggiato, intrapreso carriere probabili e meno probabili, si sono persino trasformati in licantropi e ora… viaggeranno nel tempo!
The Sims: Into the Future è l’undicesima e ultima espansione per il terzo capitolo della saga e come di consueto introduce al mondo Sims nuovi oggetti, vestiti, acconciature ma soprattutto offre ai nostri Sims la possibilità di muoversi nel futuro. Una volta cominciato il gioco e aver scoperto la nuova schermata di caricamento che contiene un simpatico mini-game in stile “trova l’oggetto”, faremo la conoscenza di un nuovo cittadino virtuale: Emit Rellevart, un Sim viaggiatore del tempo. Emit è il nostro Virgilio: ci assegnerà le missioni che ci consentiranno di accedere al “Portale del Tempo” (mica credevate che fosse così facile no?) e quelle per condizionare il futuro. Completate le operazioni preliminari, infatti, saremo catapultati di 100 anni in avanti, nel nuovo quartiere di Oasis Landing. Il quartiere ha ovviamente uno stile “futuristico”, quindi caratterizzato da edifici tendenti allo sferico e grattacieli sinuosi; lo stesso dicasi per le case, le auto volanti o gli oggetti. Lo scenario di Oasis Landing, però, non sarà uno e unico, ma influenzato dalle nostre azioni del presente/passato, come rendere felici gli altri Sims, fino a ottenere 3 tipi di scenari: Normale, Utopico e Distopico. Il futuro Utopico è chiaramente il migliore dei futuri possibili, qui i Sims sono felici e contenti e passeggiano allegri per un quartiere caratterizzato da alberi colorati e arcobaleni. Di contro, abbiamo il futuro Distopico: grigio (per lo smog) come Gotham City ma senza Batman a proteggerci.
Possiamo dire che questa espansione non appare mai come un mero riempitivo in attesa di The Sims 4, ma arricchisce di molto il nostro mondo Sims.
In The Sims 3: Into The Future grande attenzione è rivolta anche alla nuova “Creatura” introdotta da questa espansione: i Plumbots.
I Plumbots sono dei robot acquistabili presso l’Emporio dei Bot “Viti & Dadi” e sono controllabili dal giocatore anche se fondamentalmente serviranno da aiutanti per il nostro alter ego. A differenza dei SimBots già visti nell’espansione Ambitions sono totalmente configurabili attraverso un meccanismo uguale a quello di “Crea un Sim”; non invecchiano ma sono comunque mortali e soggetti a incidenti; possono innamorarsi e avere relazioni coi Sims ma non avere figli. Inoltre, ogni Plumbots può essere caratterizzato ulteriormente grazie ai Chip dei Tratti, con un massimo di 7 chip che ne costituiranno carattere e personalità. Durante il gioco potremo rimuovere o cambiare questi chip o addirittura crearne di nuovi a seconda delle nostre esigenze.
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