The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition – la recensione

Lo sviluppatore Nippon Ichi Software, conosciuto principalmente per la serie di Disgaea, ha deciso di cambiare registro, realizzando un titolo che si discosta molto dai canoni dei giochi normalmente sfornati dallo studio: The Witch and the Hundred Knight. Il gioco è stato pubblicato in Giappone nel 2013 su PlayStation 3 (2014 in Europa), ma è stato riproposto su PlayStation 4 grazie alla Revival Edition, che a differenza della versione old-gen, propone una risoluzione pari a 1080p e un aumento dei frame rate per secondo da 30 a 60.

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Parliamo di un action-RPG isometrico che ci mette nei panni del leggendario Hundred Knight, una specie di homunculus evocato da Metallia, perfida e sboccata strega bramosa di tornare alla ribalta dopo essere stata confinata in una palude dal suo non proprio potente potere magico. Burattini nelle mani della strega, il nostro compito è quello di far proliferare la palude nel regno oscuro di Medea, colpendo dei Pilastri sparsi in ogni angolo della mappa. A differenza della versione PlayStation 3, che ci permetteva di prendere il controllo del solo Hundred Knight, nella Revival Edition è possibile utilizzare anche Metallia. La strega diventa dunque un personaggio giocabile, ma non potremo usarla nel corso dell’avventura, ma solo in una specifica (e nuova) area di gioco, denominata Tower of Illusion. In questa “arena”, grazie agli incredibili poteri magici scatenati da Metallia, più creature nemiche uccideremo, più ricompense otterremo, tra cui molti item estremamente rari.

A differenza della versione PlayStation 3, che ci permetteva di prendere il controllo del solo Hundred Knight, nella Revival Edition è possibile utilizzare anche Metallia

The Witch and the Hundred Knight è caratterizzato da un gameplay molto lineare (ma nulla ci vieta di poter rivisitare zone della mappa precedentemente esplorate), ma le prime fasi del gioco potrebbero influenzare i giocatori e dare l’impressione di avere tra le mani un titolo estremamente facile da giocare. Non è così, perché dopo un primo approccio, viene subito evidenziata la presenza di un numero spropositato di meccaniche di gioco, alcune molto interessanti, altre un po’ meno. Queste ci vengono parzialmente introdotte nel tutorial iniziale, mentre tutto il resto dobbiamo necessariamente impararlo “sul campo”, oppure apprenderlo durante alcuni suggerimenti messi a casaccio durante le fasi di caricamento… non proprio l’aiuto che cercavamo. Una delle feature più particolari è la possibilità di equipaggiare fino a cinque armi contemporaneamente: le tante armi utilizzabili daranno vita a molte combo, ma possedere armi potenti fin dai primi livelli trasformerà il gioco in un semplice hack and slash, dato che i nemici non offrono un grado di sfida molto elevato. Discorso diverso per i boss, che renderanno le nostre azioni un po’ più tattiche. Nel corso dell’avventura il nostro personaggio potrà acquisire oltre che nuove armi, anche abilità e poteri che lo renderanno man mano più potente.

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Particolare è anche il sistema delle Giga Calorie: le GigaCals sono la nostra energia, la forza che ci permettere di muoverci nel mondo “reale” dopo essere stati evocati da Metallia. Camminare, correre, saltare e combattere consumerà Giga Calorie e una volta esaurite, anche la nostra vita inizierà man mano a calare fino a prosciugarsi completamente. Ovviamente le GicaCals possono essere ricaricate in vari modi: ingerendo alcuni item, tramite i Pilatri oppure tornando alla palude di Metallia. È doveroso citare anche il sistema dei Raid, ovvero delle vere e proprie invasioni domestiche che se portate a termine con successo, garantiranno nuovi oggetti e armi rare, ma renderanno ostili gli NPC presenti nelle vicinanze.

pur possedendo molte feature interessanti, sembra non avere la forza necessaria per spingere gli utenti a giocarlo fino alla fine

Ciò che purtroppo danneggia il titolo sono i tanti dialoghi presenti. Questi non solo sono ingombranti e privi di senso, ma rendono i gioco molto frustante, soprattutto per coloro che non masticano bene la lingua inglese, dato che non sono presenti i sottotitoli italiani. Il fatto che possono essere saltati la dice lunga sulla loro utilità. A differenza di altri titoli, i discorsi tra i vari personaggi sono totalmente inutili, visto che è possibile avanzare semplicemente seguendo le indicazioni riportate sulla mappa. Questo trasforma il titolo in un “vai qua, vai lì, torna qui”, ammazza questi mostri, affronta il boss; bravo, hai completato la missione! Le uniche difficoltà sono rappresentate dall’impossibilità di aumentare di livello durante una missione, oppure utilizzare gli oggetti trovati lungo il cammino. Questi ultimi, dopo esser recuperati, vengono custoditi nello stomaco dell’Hundred Knight e come i livelli, possono essere ottenuti (e utilizzati) solo dopo il ritorno alla palude di Metallia. Se pensate che tutto questo è una pacchia, vi sbagliate di grosso, perché i mostri presenti si adatteranno al nostro livello, aumentando la loro potenza in base alle nuove abilità del cavaliere.

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Il tentativo di Nippon Ichi Software di immettere sul mercato un action-RPG differente dagli altri per difficoltà e contenuti si è rivelato un mezzo azzardo. The Witch and the Hundred Knight: Revival Edition, pur possedendo molte feature interessanti, sembra non avere la forza necessaria per spingere gli utenti a giocarlo fino alla fine. Non me la sento di bocciare totalmente il titolo, perché gli amanti di questa specifica tipologia di gioco potrebbero accettare la sfida lanciata dallo studio e portare a compimento la missione del leggendario Hundred Knight!

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