C’è un nuovo allarme nei confronti dell’uso dei social network, ed in particolare di Instagram e TikTok, da parte dei più giovani.
A lanciarlo è stata la dottoressa Elena Scarpato che ha partecipato allo studio della Sip, (Società Italiana di Pediatria), analizzando 68 lavori scientifici fra il 2004 al 2022 e cercando di indagare problemi associati all’esposizione dei minori ai social media. “Nello studio di un pediatra, oggi, si deve parlare di social network. Fanno parte della nostra quotidianità e manca consapevolezza sui rischi che i più giovani corrono”, spiega la dottoressa, che poi aggiunge: “Abbiamo trovato una correlazione nel 27% degli studi. Non è chiaro se sono i social a innescare stati depressivi o se chi soffre sceglie di rifugiarsi su Instagram o su TikTok”. E ancora: “Vengono a mancare i contatti diretti, faccia a faccia, quelli che tutelano i più giovani dagli stati depressivi”. Più tempo i ragazzi passano a scrollare i loro feed, e maggiori sono i livelli di depressione segnalati, e tale problema si riscontra ovunque. “C’è poi tutto l’universo dei disturbi alimentari. Sia in eccesso sia in difetto”, ma anche messaggi pro anoressia “Per esempio le challenge tra ragazze per diminuire lo spazio tra le gambe, o gruppi dove consigliano diete squilibrate, o indicazioni su come perdere peso”. Ma non finisce qui: “Il 30% delle ragazze non pubblicano foto se non sono ritoccate, e questo sfocia anche nel dismorfismo corporeo”. C’è poi un altro problema storico legato ai social network, ovvero, quello riguardante la possibilità che i ragazzini vengano adescati da malintenzionati: “Qua è necessario fare una distinzione, perché c’è il rischio che i ragazzini vengano adescati da persone che vogliono approfittarsi di loro. C’è l’ulteriore problema dell’esposizione a materiale sessuale on line”, che può spuntare da filmati che riescono a bypassare i filtri.
“Un minore che prematuramente si ritrova davanti a foto del genere, che non può ancora capire e interiorizzare, potrebbe sviluppare dei gravi problemi neuropsichiatrici”. In merito alle differenze fra TikTok e Instagram invece: “Su TikTok è molto più semplice trovare messaggi promozionali concentrati in brevi video, o challenge dannose, divulgazione di pratiche malsane. Su Instagram, invece, funziona molto di più il modello delle o degli influencer, quindi persone che, oltre a diventare modelli irraggiungibili, come dicevamo prima, danno consigli, mettono in mostra stili di vita, diete, che potrebbero essere rischiosi”. Come fare quindi per risolvere questo problema? La dottoressa Scarpato suggerisce: “Per prima cosa le campagne di divulgazione, bisogna responsabilizzare i genitori per quanto riguarda i più piccoli e poi parlare direttamente con i ragazzi, quello è fondamentale, come spiegavo ormai dentro lo studio di un pediatra non si può non parlare di social. Noi – conclude l’esperta – con altre associazioni abbiamo avviato uno studio pilota per valutare quanta consapevolezza hanno i genitori sul web, spesso sono loro a iscrivere i loro figli, sempre alla ricerca di una sovraesposizione, e manca al momento un’educazione culturale forte”.
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