Su TikTok è successo un fatto alquanto increscioso, e che forse ci scombussolerà la giornata. Di che si tratta?
Quando sentiamo parlare di una vicenda scottante, magari una circostanza che abbiamo sentito di qua e di là mentre navigavamo sul web, ci informiamo inevitabilmente poiché ci interessano questo genere di notizie. Non tutte sono interessanti, lo sappiamo, ma se una determinata situazione inizia a diventare discussa un po’ dappertutto, di sicuro dobbiamo aspettarci che se ne parlerà ancora per un po’ di tempo.
Esattamente come nel caso di Emma Guiducci, che si è scagliata violentemente contro gli insegnanti del figlio poiché, a detta sua, assegnavano troppi compiti. I suoi video di lamentela sono diventati virali in poco tempo, segno del fatto che la protesta fosse stata ben accolta dal pubblico seppur non da tutti. I professori, sentendo le parole pronunciate dalla madre, non hanno reagito propriamente come lei sperava: la reazione è stata inaspettata.
Madre si lamenta, ma gli insegnanti non la prendono bene: parte subito la querela
Difatti, non è un caso che abbiano voluto rivolgerci alla legge per esporre una denuncia specifica. Lo riferisce Silvio Amato, i promotori del gruppo Facebook di una associazione relativa agli insegnanti: “Non vogliamo spillare soldi a nessuno, ma la violenza, verbale e non, contro gli insegnanti è un fenomeno drammatico e sempre più diffuso. Ed è sbagliato pensare che nascondendosi dietro allo schermo di un cellulare si possa dire qualunque cosa”.
Tanti hanno pensato che fosse una reazione esagerata, forse dovuta al fatto che le parole della madre fossero “violente”, ma a quanto pare la denuncia è partita e adesso l’iniziativa giudiziaria dovrà essere presa a carico, analogamente a quanto si farebbe in altre situazioni. Il discorso di Silvio Amato, però, non si è concluso a quel singolo commento, che in qualità di professore a sé stante ha voluto spiegare in maniera approfondita la situazione, analizzandola senza avere pregiudizi. Le sue domande sembra che siano più che legittime in questo contesto, e non buttate a sproposito come qualcuno potrebbe pensare. Che sia dalla parte del giusto? A voi la dichiarazione:
“Ho letto di tutto. Persino genitori che le danno ragione e la osannano. L’eco sui social è tale che tutti i principali quotidiani ne hanno dato notizia. Se avvenisse la stessa cosa quando un docente protesta per i propri diritti, sicuramente la categoria sarebbe ascoltata invece d’essere ignorata da tutti. Non possono passare offese all’intera categoria, offese inaccettabili. Mi chiedo cosa sarebbe successo se questa mamma avesse fatto la stessa cosa nei confronti di un carabiniere. Noi insegnanti non siamo solo dei lavoratori, il nostro lavoro ha una funzione sociale che va tutelata. Non c’entrano nulla i compiti, di quello si può discutere. Personalmente io nemmeno li assegno. Ma è importante non far passare come “normali” offese a un’intera categoria che svolge un lavoro complicato e importante per i nostri figli e per la società”.