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Tom Clancy’s: The Division

Tra i tanti titoli annunciati allo scorso E3 di Los Angeles, Tom Clancy’s: The Division è sicuramente tra quelli che sono stati accolti con più clamore dal pubblico. Per molti, addirittura, l’action free roaming multiplayer in sviluppo presso gli studi di Massive Entertainment ha sancito il primo vero assaggio di next generation, diventandone quasi il portavoce più accreditato a rappresentarla da qui ai prossimi mesi. Nonostante la fumosa demo mostrata in occasione dell’E3 si sia limitata a illustrare solo una piccolissima parte del gioco, ciò è bastato comunque a percepire ampiamente le potenzialità del nuovo titolo basato sull’universo letterario del scrittore americano da poco scomparso.

Potreste trovarvi da soli a girovagare per le strade deserte di New York e imbattervi a un certo punto in un gruppo di giocatori ostili pronti a fare fuoco contro di voi.

The Division sarà ambientato in una New York devastata da una pandemia che ne ha lacerato sensibilmente le condizioni, insieme a quelle dei pochi abitanti rimasti e dispersi in chissà quali remoti anfratti della città. Ed è con questa premessa che scendono in campo le forze speciali, e con loro ovviamente il giocatore.
Impersonando infatti uno di questi agenti, dovremo farci strada nell’open world proposto in The Division, adottando liberamente il nostro stile di gioco alle possibilità offerte dall’approccio in singolo o con altri giocatori. Già, perché quello che apparentemente potrebbe sembrare il solito sparatutto in terza persona con ambientazione sandbox, dalle meccaniche abbastanza canoniche, è invece qualcosa di ben più sfaccettato e ricco di sfumature, in cui la componente online la farà da padrone a fianco di quella ruolistica.

Per cominciare, in The Division sarà essenziale pensare a come far crescere il proprio personaggio, soprattutto quali abilità e parametri aumentare (gestibili attraverso un micro computer in dotazione installato nell’orologio da polso) per farne un “cavallo vincente”. Il miglioramento delle capacità si potrà ottenere in base al livello d’esperienza dell’avatar che avrete scelto di impersonare, dunque ogni missione svolta o obiettivo secondario raggiunto porterà a un livellamento del personaggio, in pieno stile GdR. Al momento, non è ancora chiaro quanto sarà effettivamente approfondito nel gioco quest’ultimo aspetto, e per ora non possiamo certo nascondervi qualche dubbio al riguardo di questo sistema, che non sembra, per lo meno a prima vista, così curato, né diverso da quanto visto nella stragrande maggioranza dei MMORPG.

Quello che apparentemente potrebbe sembrare il solito sparatutto in terza persona con ambientazione sandbox, dalle meccaniche abbastanza canoniche, è invece qualcosa di ben più sfaccettato e ricco di sfumature.

A prescindere dal ruolo e dall’incisività che avranno nell’economia di gioco queste caratteristiche, The Division mostra comunque i muscoli sfoggiando un gameplay che fa leva sulla libertà con cui è possibile affrontare le missioni e relazionarsi con gli altri giocatori.
L’esplorazione della città sarà strettamente subordinata alla possibilità di compiere azioni contestuali che potrebbero subire in partita un’eventuale svolta inattesa. Per fare un esempio, potreste trovarvi da soli a girovagare per le strade deserte di New York e imbattervi a un certo punto in un gruppo di giocatori ostili pronti a fare fuoco contro di voi. In una situazione come questa, potreste però accamparvi in luogo sicuro situato nelle vicinanze e aspettare che gli avversari si allontanino, per poi ritornare sui vostri passi. L’intento del publisher transalpino è in ogni caso quello di creare una varietà di situazioni ogni volta diverse, che i giocatori potranno scegliere a piacimento come affrontare. Nessuno vi obbligherà a schierarvi con una fazione o l’altra; potrete tranquillamente proseguire la vostra missione da soli, ma questo comporterà una pianificazione diversa e più attenta della strategia di attacco che vi impedirà di esporvi troppo. Le scelte spetteranno solo a voi, proprio come nelle migliori esperienze massive multiplayer.

Dovremo farci strada nell’open world proposto in The Division, adottando liberamente il nostro stile di gioco alle possibilità offerte dall’approccio in singolo o con altri giocatori.

Il team di sviluppo ha pensato inoltre di diversificare il gioco da un classico TPS, aggiungendo anche un po’ di carattere survival alla produzione, anche per alzare il livello di difficoltà. Proseguendo nel gioco, infatti, dopo le prime settantadue ore, dovrete iniziare a badare alla salute fisica del vostro personaggio, cercando nella mappa scorte di cibo e acqua, onde evitare di soccombere. Anche in questo caso non possiamo giudicare ancora la complessità del sistema, non avendo potuto vedere come sia stato effettivamente implementato nel gioco, ma conoscendo la caratura del titolo, siamo piuttosto sicuri che nei prossimi mesi avremo delle gradite sorprese a riguardo.


Tecnicamente, The Division è una delle cose migliori mostrate in questo avvio di next gen: ci troviamo di fronte a un titolo che sfoggia visivamente un impressionante numero di dettagli, ma soprattutto un gioco talmente ben curato da essere capace di trasmettere in maniera viva l’immersione in un mondo alla deriva.
The Division è senza mezzi termini un titolo che promette faville, deciso a dare una svolta significativa al genere degli sparattutto in terza persona. Ubisoft ha già affermato che il titolo vanterà un supporto a lungo termine, con l’uscita di nuovi contenuti dilazionati nel tempo, e che abbraccerà il supporto delle companion app per dare al giocatore vari mezzi con cui giocare e variare l’esperienza. Inutile dire che non vediamo l’ora di sperimentare con mano quanto prima possibile tutto ciò che questo titolo next-gen avrà da offrirci.

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