Total War: Attila è costruito sulle premesse di Total War: Rome II ma, allo stesso tempo, devia dalla sua formula laddove è necessario. Il gioco è infatti stato costruito sulla base del feedback ricevuto dai fan, non del tutto entusiasti del precedente episodio. La parentela tra i due titoli è comunque evidente dall’uso dello stesso motore, il Warscape, che è stato leggermente potenziato; inoltre, ancora una volta l’Impero Romano, ora diviso in Occidente e Oriente, ha un ruolo importante.
Ci sono dunque degli elementi innovativi, che si intrecciano con la situazione storico-politica dell’epoca. Per la prima volta, infatti, non dovrete diventare necessariamente potenti nel corso del tempo, ma potrete partire già in una posizione di forza. Almeno apparentemente. L’Impero Romano, ora diviso, è sull’orlo della caduta. Se scegliete l’Impero d’Occidente, avrete logicamente a disposizione un vasto territorio, e un numero impressionante di soldati (anche se si tratta di mercenari, per cui non scommettete sulla loro fedeltà). Ma, allo stesso tempo, sarete insidiati da tutti i confini del vostro Impero. Per questo motivo sarete costretti a fare dei necessari compromessi, a sacrificare determinati avamposti se necessario, anche perché le risorse sono limitate.
Total War: Attila rappresenta un’evoluzione della serie, che si avventura in territori nuovi, recuperando quella complessità e profondità che, per molti era andata perduta in Rome II.
In questa situazione, già di per sé bollente, va quindi a inserirsi anche Attila. La presenza degli Unni nel gioco sarà altamente scenografica, del resto, in un’Europa prevalentemente cristiana, la discesa di Attila era percepita come l’arrivo dell’Apocalisse. Da questa premessa, fuoriesce un episodio di Total War che fa della drammaticità uno dei suoi punti di forza. Uno degli aspetti migliori di Rome II era l’interfaccia della campagna, che è stata ulteriormente rifinita; ora, la telecamera vi permetterà di zoomare avanti e indietro, in modo da avere un’esatta percezione della grandezza del vostro impero.
Prima di una battaglia è infatti possibile edificare un numero limitato di barricate in determinate posizioni, dove potremo spedire le nostre truppe.
La natura più circoscritta della campagna di Attila ha determinato il ritorno dell’albero familiare. I giocatori saranno quindi in grado di gestire la propria dinastia, allevando il proprio erede o sposando una compagna, e saranno in grado di affidare incarichi politici ai membri della propria famiglia (ehi, sembra proprio la situazione italiana!). Queste figure sono collegate a delle specifiche province e, a seconda delle abilità di cui sono in possesso, potenziano le aree in cui sono assegnate. In questo modo, la gestione della genealogia si intreccia con la tattica: i vostri uomini avranno infatti l’incarico di comandare le forze stanziate sul posto, e in questo modo potrete difendere le vostre province da eventuali assalti.
Trattandosi quindi di un momento ancora più cruciale nel gioco, il modo in cui viene gestita la tattica negli assalti è stato elaborato più profondamente: in Rome II, gli assalti erano infatti brevi e limiti, ora invece dureranno per anni e metteranno a dura prova le capacità difensive di una città. In questo modo il gameplay mima la necessità strategica di prendere il nemico per sfinimento. Un attacco lampo molto probabilmente andrà a vuoto, ma se avrete la pazienza di resistere comincerete a logorare il nemico e a quel punto potrete conquistare la città.
Questo non vuol dire che prendere un avamposto sia una passeggiata, perché nuovi opzioni tattiche vi permetteranno di difendervi al meglio. Prima di una battaglia è infatti possibile edificare un numero limitato di barricate in determinate posizioni, dove potremo spedire le nostre truppe. Se avete pensato a un gioco tower defence, beh, ci siete andati molto vicino. Gestire le barricate richiede tempo e uomini, ma sono molto remunerative, in quanto spingeranno i vostri nemici in posizioni dove saranno più vulnerabili.
Come dicevamo, ci troviamo in un momento fortemente oscuro, e, come al solito, sono i più deboli a soffrirne le peggiori conseguenze. Per questo motivo, la situazione all’interno delle città diventerà ancora più cruciale per la resistenza del vostro impero e di quello dei vostri nemici. Non potrete infatti combattere indiscriminatamente senza pensare alle condizioni del vostro popolo, dal momento che una condizione di vita miserevole porterà allo sviluppo di malattie diverse, ognuna caratterizzata da diversa intensità e tasso di diffusione. In caso di epidemie, i vostri stessi soldati diventeranno dei portatori di malattie, elemento che vi si può ritorcere conto ma, allo stesso tempo, può essere usato per contrastare i vostri nemici.
Il gameplay mima la necessità strategica di prendere il nemico per sfinimento.
La distruzione rappresenta uno dei punti cruciali del gioco, tanto che, nel caso di un insediamento che sta per essere catturato, potrete distruggerlo per evitare che il nemico si impadronisca delle sue ricchezze.
Total War: Attila rappresenta un’evoluzione della serie, che si avventura in territori nuovi, recuperando quella complessità e profondità che, per molti era andata perduta in Rome II.
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