Nel corso degli anni sono stati tantissimi i titoli ispirati dal vastissimo lore del mondo di Warhammer. Partendo da Shadow of the Horned Rat per arrivare a Warhammer Online, transitando obbligatoriamente per Mordheim: City of the Damned, i fan di Games Workshop hanno avuto sempre pane per i loro denti.
Quando mi venne quindi chiesto di scrivere una recensione sul nuovo titolo ispirato a questo mondo, Total War: Warhammer per la precisione, non ci misi molto ad accettare. Cosa sarebbe potuto andare storto d’altronde nell’unione di due saghe storiche come quella di Warhammer e di Total War?
Eppure ragazzi, in effetti qualcosa è andato storto, mi aspettavo un capolavoro e invece questa volta i ragazzi di Creative non sono riusciti, sfortunatamente, a dare il loro massimo. Scopriamo insieme il perché.Nani, Orchi, Conti Vampiro, Umani. Quattro fazioni, otto comandanti, quattro campagne diverse. E fino a qui sembra andare tutto bene… o forse no.
Voglio invitarvi a riflettere insieme a me, cari lettori. Possono da soli queste quattro razze rappresentare la vastità e la complessità dell’universo fantasy di Games Workshop? Si può trascurare l’assenza degli Skaven, degli Elfi Silvani, o delle Bestie del Caos?
Secondo me no. Per quanto infatti una simile scelta di fazioni sarebbe stata più che sufficiente qualora ci fossimo dovuti confrontare con un universo nuovo (e non già così profondamente segnato da tutti gli avvenimenti che nel corso degli anni hanno interessato la popolazione e i territori del Vecchio Mondo), tale limitatezza risulta intollerabile se confrontata con l’universo di Warhammer Fantasy.
Trascurando ciò e rimettendoci ad analizzare oggettivamente il gioco, le campagne risultano tutte e quattro molto interessanti e diversificate tra di loro, non solo dal punto di vista narrativo ma anche grazie alle varie peculiarità che contraddistinguono ogni razza.
Il framerate si rivela essere abbastanza ballerino, e nelle situazioni più caotiche tende a rallentare visibilmente.
Se infatti i ragazzi di Creative Assembly con i precedenti titoli ci avevano abituato a fazioni che sì, erano diverse tra di loro ma non poi così tanto, con Total War: Warhammer le carte in tavola si sono completamente ribaltate. Partendo dalla scelta delle unità da schierare in battaglia, fino ad arrivare alla ricerca di nuove tecnologie o anche al semplice spostamento sulla mappa strategica, ognuno dei quattro eserciti risulta unico e, almeno in questo, riesce a rispecchiare l’essenza delle fazioni originali. Non potremo quindi interfacciarci con questo titolo sperando di poter utilizzare solamente l’esperienza accumulata durante le ore trascorse sui precedenti giochi della serie per poter arrivare al termine di una delle quattro campagne, ma saremo costretti ad analizzare approfonditamente ogni unità, ogni battaglia e ogni situazione per poter avere la meglio sull’intelligenza artificiale.Diversamente dagli altri giochi della serie infatti non sempre un determinato tipo di unità risulterà svantaggiato nei confronti di un altro (l’esempio classico è quello della cavalleria contrapposta ai lancieri), in quanto la grandissima varietà di truppe e l’ancor maggior numero di abilità a disposizione di ognuna di queste andranno a influenzare enormemente i rapporti di forza tra i vari schieramenti. Pensiamo per esempio ai Black Knights dei Conti Vampiro. Questa unità di cavalleria è capace di causare terrore negli avversari, costringendoli alla rotta per alcuni secondi. Risulta quindi evidente che, seppur forse perdendo alcuni soldati durante la prima carica, una semplice guarnigione di lancieri Umana non può minimamente pensare di affrontare questa temibile unità di cavalleria, uscendone poi da vincitrice.
Altra importante variabile strategica è csostutita dalle unità mostruose, come i Troll o i Vargheist. Ognuna di queste creature dispone di punti di forza e debolezza completamente diversi da quanto visto fino a ora in un titolo Total War, andando a incrementare il livello di sfida che questo gioco offre non solo ai novizi della saga ma anche ai giocatori più esperti.E proprio sul livello di sfida vorrei soffermarmi un attimo. Siamo soliti vedere giochi con un’IA troppo poco performante e che non risulta adeguatamente calibrata per poter fornire al giocatore una sfida impegnativa. Questa volta invece, come capitò anche per Mordheim: City of the Damned (altro storico e spettacolare titolo ambientato nell’universo di Warhammer Fantasy), l’intelligenza artificiale risulta veramente ben configurata, anzi, forse addirittura un filino troppo tarata verso l’alto. Pensiamo ad esempio alla campagna dei nani, dove dovremo fronteggiare l’esercito dei Pelleverde guardandoci al contempo le spalle dai nostri chiassosi vicini. Già partendo in modalità Facile la sfida che si prospetterà ai nostri occhi è tutto fuorché semplice. Gli orchi infatti, grazie alle loro unità a costo incredibilmente basso, sono in grado di schierare eserciti enormi già dalle prime fasi di gioco, rischiando di non fornirci il tempo necessario non solo ad ampliare i nostri ranghi e a potenziare le nostre truppe, ma anche a predisporre difese adeguate per fronteggiare i continui attacchi ai nostri insediamenti.
Gli amanti dei giochi impegnativi avranno sicuramente pane per i loro denti quindi, ma una tale difficoltà potrebbe risultare eccessiva per i novizi di questo genere o per tutti coloro interessati semplicemente a gustarsi qualche ora di gioco senza impazzire dietro calcoli e tattiche.Uno degli elementi sicuramente più originali di questa produzione è l’utilizzo degli incantesimi, e in generale della magia. Basata sulle tempeste di mana che nel corso della campagna si andranno a creare sulla mappa strategica, tutti gli incantesimi a disposizione delle nostre armate saranno più o meno potenti a seconda della consistenza della nube magica presente sopra la nostra testa. Il tipo di spell a nostra disposizione invece varierà a seconda dell’armata che si sarà scelto di giocare e alle truppe che la comporranno. Eccezion fatta per i nani, che non dispongono di alcuna forma di magia ma che possono sfruttare particolari rune.
Passando ora al lato diplomatico, anche qui i ragazzi di Creative hanno cercato, pur non riuscendo appieno nel loro intento, di rappresentare nel modo migliore possibile la difficile situazione politica del Vecchio Mondo. Se infatti risulterà abbastanza facile per gli umani stringere patti d’alleanza, allacciare rotte commerciali e schierarsi unitamente contro le maggiori minacce che l’universo di gioco può offrire, tale collaborazione risulterà pressoché impossibile tra Nani e Pelleverde, acerrimi nemici dall’alba dei tempi.Oltre alla campagna di cui si è già ampiamente parlato, all’interno del gioco sono presenti anche battaglie singole (Battaglia Incarico e Battaglia Personalizzata), durante le quali saremo chiamati a sfidare l’IA con un esercito ”preconfezionato” oppure con una formazione creata da noi attraverso l’utilizzo di punti, che ci permetteranno di acquistare le unità e qualora volessimo di avanzarne il livello. Avremo inoltre la possibilità di sfidare altre persone in modalità multigiocatore, partendo da un minimo di 1v1 fino ad arrivare a un colossale 4v4.
Ognuno dei quattro eserciti risulta unico e, almeno in questo, riesce a rispecchiare l’essenza delle fazioni originali.
Per quanto riguarda il lato tecnico, questo gioco non è esente da problemi. Il framerate si rivela infatti essere abbastanza ballerino, e nelle situazioni più caotiche tende a rallentare visibilmente.
Anche il reparto audio poteva essere maggiormente curato, mentre l’aspetto grafico risulta abbastanza soddisfacente e migliorato rispetto all’ultimo titolo della saga.
Va comunque segnalato che, grazie a una ottimizzazione di ottimo livello, il titolo è in grado di girare anche su elaboratori di fascia medio-bassa, non richiedendo requisiti eccessivamente alti per poter funzionare.
Total War: Warhammer è disponibile dal 24 di maggio al prezzo di 59,99 euro.In conclusione…
Total War: Warhammer si rivela un prodotto discretamente riuscito, per essere il primo gioco puramente Fantasy della saga Total War, pur se fallendo nell’onorare l’immenso Lore di questo universo. La mancanza di alcune delle razze più significative e i problemi tecnici non trascurabili, principalmente legati al framerate, vengono eclissati dalla grande varietà di unità disponibili e dal lavoro di differenziazione che per la prima volta nel Franchise riesce a rendere le fazioni uniche e inconfondibili.