Durante l’ultima edizione del TwitchCon c’è stato modo per i piani alti della piattaforma Amazon di provare a spiegare di nuovo perché hanno deciso di modificare la ripartizione dei guadagni ma le spiegazioni date continuano a non convincere.
Partendo dal presupposto che su internet non esiste niente di veramente gratuito, piattaforme come Twitch e YouTube aiutano chi vuole lanciarsi nella creazione di contenuti a trasformare questa passione anche in una professione più o meno remunerativa. Ultimamente, però, qualcuno dentro la società acquistata non molto tempo fa da Amazon, deve essersi reso conto che per quanto siano remunerativi alcuni contratti fatti con streamer di altissimo gradimento continuare a coccolarli con un trattamento diverso dalla massa non era sostenibile.
Ed è per questo motivo che è stato annunciato che a partire dalla fine del mese di ottobre sarebbero cambiati i rapporti anche con i top streamer che non avrebbero più ricevuto una ripartizione 70/30 dei guadagni generati dal loro canale ma si sarebbero dovuti accontentare anche loro di un 50/50 come gli streamer comuni. Una decisione che ha provocato un vero e proprio vespaio ma il vociare degli scontenti non sembra voler far desistere Twitch dalla sua decisione.
Poco dopo l’annuncio di voler cambiare il modo in cui vengono ridistribuiti i guadagni con i top streamer c’era stata anche una votazione sul forum dedicato agli utenti della piattaforma che hanno ribadito oltre 22mila volte di essere contrari. E anche in quella occasione Twitch, attraverso uno dei suoi moderatori, aveva lasciato intendere di ascoltare effettivamente ciò che gli utenti hanno da dire ma aveva poi sottolineato, volendo riassumere e tagliare con l’accetta, che alla fine la società fa un po’ quello che vuole perché, e queste sono le principali motivazioni addotte, non fanno la carità.
Nell’occasione di quel post chi aveva risposto aveva sottolineato i costi cui la piattaforma va incontro per tenere in piedi tutto il baraccone scintillante scatenando però reazioni ancora più veementi. Guardando la questione dalla parte degli streamer e degli utenti sembra infatti impossibile pensare che una società che ha sulle spalle una coperta grande come quella di Amazon abbia problemi di soldi. Ma tant’è. In occasione del TwitchCon, e in particolare del Patch Notes, qualcuno ha avuto il coraggio di chiedere a Mike Minton, Chief Monetaisation Officer, di rispondere agli streamer arrabbiati.
Minton ha ripetuto un po’ quello che abbiamo letto ovunque e cioè che questo è quello che la società ha deciso, aggiungendo però che non è possibile in alcun modo offrire a tutti gli streamer una ripartizione dei guadagni 70/30 e nel suo intervento ha anche sottolineato come, nonostante proprio ci sia Amazon dietro Twitch “Amazon si aspetta che Twitch sia in grado di crescere dal punto di vista economico come business indipendente e sostenibile“.
Si tratta, quindi, di un calcolo sbagliato fatto all’inizio. O, volendo essere più maligni, di una manovra di marketing per avere molti contenuti, e quindi molti guadagni, per poi ridimensionare e applicare il piano originale. Se vi sembra un’idea troppo machiavellica domandatevi perché, anche da noi qui in Italia, gli operatori telefonici prima fanno super offerte e poi si rendono conto che non sono sostenibili nel lungo periodo.
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