Si chiama Eight Dollar ed è un’estensione per browser, in grado di “scovare” chi ha pagato per la cosiddetta spunta blu di verifica di Twitter. La nuova categoria di badge introdotta negli ultimi giorni sul social di Elon Musk e che ha fatto a lungo discutere i suoi utenti en on solo.
Twitter, da qualche giorno, ha introdotto un nuovo, controverso e discussissimo metodo di ottenimento del bollino blu. Fin qui nulla di strano, se non fosse che ora è possibile comprarselo. Il tutto a fronte di una spesa quasi irrisoria (8 dollari mensili) – motivo per il quale sono iniziati a comparire tantissimi utenti con il sopracitato badge di verifica. Ovviamente restano attivi e validi i badge di verifica ottenuti in precedenza e direttamente dal sito, con account verificati tra marchi famosi, VIP, politici e così via.
Oggi, con Eight Dollar, è possibile scovare quali account/utenti hanno acquistato il proprio badge di verifica e quali no. In linea di massima scovarli è semplicissimo: basterà fare un tap sul bollino blu, dopodiché si aprirà una finestrella che informa sulla natura della certificazione. Con l’installazione dell’estensione, questa finestrella sarà già aperta di default, dandovi così la possibilità di analizzare velocemente e automaticamente quali account si sono comprati il badge e quali lo hanno ottenuto realmente e direttamente dal social network.
Si tratta, a conti fatti, di una delle – immaginiamo – numerose novità che verranno introdotte da qui ai prossimi mesi e anni. Il badge di verifica a pagamento in Twitter è la prima pietra posata dal nuovo proprietario Elon Musk, pronto a rivoltare come un calzino il social network cinguettante dopo essersene accaparrato la proprietà. 8 i dollari mensili che gli utenti dovranno sborsare per mantenere i propri account verificati. Si tratta di una azione volta a controbattere i numerosi bot che – come su ogni altro social – rovinano l’esperienza utente anche su Twitter e che Musk vuole eliminare definitivamente.
Lo sviluppatore dell’estensione, il neozelandese Walter Lim, fa sapere che dovrebbe essere compatibile sia su Chrome che su altri browser, tra cui Firefox ed Edge di Microsoft compresi. Per ora è escluso il suo funzionamento su Safari di Apple, ma fa sapere che presto giungerà anche alle latitudini della mela morsicata.
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