Torniamo a parlare di discriminazione negli ambienti di lavoro e stavolta in mezzo ad una brutta storia si trova Ubisoft. A quanto pare, nella sede di Singapore dello studio francese si sono verificati comportamenti discriminatori e molestie.
Già un mese fa erano uscite fuori storie non del tutto edificanti proprio a riguardo di comportamenti discriminatori anche nel trattamento economico per i dipendenti dello studio di Singapore. A quanto pare, nonostante voci interne dichiarino che la situazione è comunque migliorata da quando Hugues Ricour non è più a capo dello studio la situazione non sembra ancora seguire un principio di uguaglianza.
Ma quello che riguarda Ubisoft Singapore non è soltanto una storia di discriminazione portata ai danni delle donne ma è anche un problema di disparità nel trattamento salariale.
Ubisoft Singapore, razzismo salariale
Oltre alle accuse, che ormai sembrano all’ordine del giorno purtroppo, dei trattamenti discriminatori e delle presunte molestie sessuali ai danni delle impiegate per Ubisoft Singapore si aggiunge adesso anche l’accusa di aver probabilmente penalizzato gli impiegati locali rispetto a quelli esteri. In pratica i talenti locali, e usiamo questo termine perché Ubisoft da sempre si è posta come campione della promozione del talento, venivano pagati meno degli impiegati che da altri Paesi arrivavano a Singapore.
Se questo aspetto specifico di discriminazione venisse dimostrato come reale il Ministero del Lavoro potrebbe anche impedire ai lavoratori stranieri di Ubisoft che chiedessero permessi di lavoro a Singapore di poter arrivare. Da parte sua, Ubisoft ha dichiarato che la discriminazione e le molestie non sono tollerate dentro lo studio e ha spiegato che i compensi vengono calcolati in base al ruolo, le responsabilità, alle pratiche di mercato e alle performance.
Quello che sta riguardando Ubisoft Singapore, purtroppo, è solo l’ultimo episodio in ordine di tempo di comportamenti o presunti comportamenti discriminatori, che hanno avuto come oggetto le donne. Ma anche negli Stati Uniti le cose non vanno bene e per esempio è ancora aperta la questione dentro Riot Games per cui il dipartimento preposto dello Stato della California sta ancora indagando sui possibili comportamenti discriminatori di genere avvenuti nello studio.
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La viscida questione Activision Blizzard ricordiamo invece che sia conclusa il mese scorso con una cosa formale dopo due anni di indagini.