Sembra che Ubisoft stia decidendo di creare titoli estremamente longevi, ma qual è il motivo dietro a questo strano obbiettivo? Purtroppo non è un bene per i videogiocatori.
Nata in Francia dai fratelli Guillemot nel 1986, la Ubisoft ha saputo farsi riconoscere ed apprezzare nel grande mondo dei videogiochi grazie ad alcuni dei titoli che hanno fatto la storia di questo settore. Rayman, Prince of Persia, Assassin’s Creed e Far Cry sono i titoli per cui questa azienda è conosciuta in tutto il mondo. La Ubisoft però è cambiata molto negli anni, decidendo di puntare a qualcosa di diverso in confronto alla qualità della narrazione o le scelte di gameplay.
Una delle cose che più è facile notare è quanto siano diventati assurdamente grandi i titoli Ubisoft, generando mondi immensi non sempre ricchi di cose da fare, oppure colmi di esperienze ripetitive. Questo è possibile riscontrarlo in molti dei titoli Ubisoft degli ultimi anni, come ad esempio in Far Cry 5 o Assassin’s Creed Odyssey. Inoltre le ultime scelte di Ubisoft non sono state particolarmente apprezzate dai giocatori.
A quanto pare la Ubisoft dopo il grande successo di Assassin’s Creed Valhalla e Far Cry 6, ha iniziato a capire quanto la longevità di un videogioco possa davvero cambiare il modo in cui le aziende possono guadagnare. Se una volta le case videoludiche guadagnavano dal singolo titolo e dal merchandise, adesso si sta optando per loot box e microtransazioni, cosa a cui la società sembri puntare visto le recenti affermazioni sugli NFT.
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Questo tipo di scelte economiche non sono mai state viste di buon occhio dalla maggior parte dei giocatori, al punto che alcuni stati hanno preso seri provvedimenti, arrivando a varare leggi atte a bandire totalmente le loot box. Ubisoft però ha notato un particolare trend che accompagna i gamer quando giocano titoli molto longevi, cioè: acquistano più oggetti e ricompense tramite microtransazioni.
Insomma Ubisoft sembra sia decisa a creare titoli estremamente longevi solo per aumentare il guadagno dell’azienda, fin qui nulla di male visto che un’azienda punta principalmente a fare soldi, ma sbandierarlo ai quattro venti non è forse la scelta più saggia. Infatti moltissimi giocatori si sono indignati per queste affermazioni della casa francese, poiché spinta a creare giochi più lunghi e non di migliore qualità.
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Quanto le microtransazioni, le loot box e gli NFT cambieranno davvero il mondo dei videogiochi? Purtroppo al momento non ci è dato saperlo, anche se in fondo speriamo, che si ritorni a ciò per cui è nato il gaming: per divertirsi.
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