L’Unione Europea mette al bando la plastica monouso. La nuova direttiva SUP, entrerà in vigore il prossimo 3 luglio. Nella direttiva il bando all’utilizzo di posate, piatti, cottonfioc, cannucce, tazze , bicchieri e imballaggi in materiale plastico. E le confezioni dei videogiochi?
Il mondo dei videogiochi è indissolubilmente legato alla plastica, e alla plastica monouso. Le console che accendete, i controller che tenete in mano, i cavi, i cd, le scatole dei cd ma anche lo smartphone che magari usate come hotspot per collegarvi, la televisione con cui giocate o il monitor…
Tutto nei videogiochi è legato alla plastica. E molto è legato alla plastica monouso. Cosa succederà quindi adesso con la nuova direttiva europea? E come si può quantificare il rapporto tra videogiochi e plastica? Ma soprattutto, ci sono delle alternative per i videogiocatori?
Anche perché i cittadini sempre più spesso stanno cercando di indirizzare le proprie scelte evitando la plastica monouso. Una soluzione nel mondo videoludico potrebbe essere abbandonare la versione fisica dei videogiochi, ma in generale l’impatto che l’industria dei videogiochi sull’ambiente è comunque importante. Ci vorrebbe, quindi, una revisione totale del sistema. Ecco qualche numero e qualche spunto.
Plastica monouso e videogiochi
Non è la prima volta che nel mondo dei videogiochi si parla di ambiente e di riciclo. A parte alcune espansioni e alcuni titoli prodotti proprio per sensibilizzare sul tema del rispetto ambientale, del riciclo, dell’inquinamento, qualcuno ha provato a fare qualcosa in concreto. Questo qualcuno è stato, un paio di anni fa, SEGA Europe che con un esperimento ha introdotto la prima confezione completamente riciclabile per l’edizione 2020 di Football Manager.
Il gioco, che continua ad essere su un cd chiaramente, ha però un case in cartone realizzato completamente in materiale riciclabile e riciclato. L’inchiostro di stampa era vegetale e a base d’acqua e anche il manuale all’interno era stampato su carta riciclata. Nel caso dell’edizione 2020 di Football Manager anche l’involucro in plastica era stato realizzato con una plastica completamente riciclabile.
Produrre utilizzando materiale riciclato e riciclabile, evitare la plastica e passare alla carta è una soluzione che molti publisher potrebbero adottare, anche perché ci vogliono l’equivalente di circa 5 bottiglie di plastica per fare il case di un videogioco: 55 grammi di plastica che rischiano di finire nell’ambiente. Moltiplicate 55 per ogni case di videogioco che avete davanti e potrete facilmente scoprire quanta plastica vi circonda. Si tratta di una soluzione che nel breve periodo potrebbe costare di più ma che se confrontata con il prezzo finale di distribuzione delle versioni fisiche dei videogiochi, in realtà può portare anche ad un risparmio economico.
Le confezioni in carta, infatti, pesano meno di quelle in plastica e prodotte con materiali riciclati hanno anche un minor costo a livello di energia elettrica. Questo significa che se tutti i publisher passassero alla carta avremmo un minore impatto globale dell’Industria dei videogiochi per quello che riguarda la produzione di rifiuti. Anche perché, di tutta la plastica che circonda i videogiochi, ci sono alcune componenti che non possono essere riciclate. Prime fra tutte le console. Se si riuscisse quantomeno ad ammortizzare il fatto che la plastica della console non può essere riciclata con una confezione del videogioco in cartone potremmo iniziare a fare un passo avanti nella giusta direzione.
Anche perché l’impatto generale dei videogiochi sul pianeta è importante. Pensiamo soltanto all’utilizzo di energia di tutti i dispositivi di gioco: si stimano 34 terawatt ora ogni anno. Come se tenessimo accese 5 milioni di auto contemporaneamente.
La nuova direttiva Europea va quindi nella direzione di una riduzione dell’impatto ambientale dell’utilizzo di prodotti in plastica monouso. Uno scenario possibile, con i videogiochi, è un aumento del prezzo delle copie fisiche per sopperire all’eventuale multa che i produttori e distributori potrebbero dover pagare se non allineeranno la produzione. La cosiddetta Plastic Tax è infatti prevista per i prodotti monouso ma se l’involucro in plastica delle confezioni di videogiochi dovesse essere considerato alla stregua di un bicchiere monouso è chiaro che ci sarebbe un aumento del prezzo.
Quello che si può fare come videogiocatori è cercare innanzitutto di ridurre l’utilizzo di energia, che a livello globale continua ad essere prodotta per la maggior parte con l’utilizzo di combustibili fossili, prediligere se possibile le copie digitali alle versioni fisiche e, lo sappiamo che può sembrare una piccola eresia, evitare di cambiare console con eccessiva frequenza.
Visto, per esempio, che Sony ha rilasciato un nuovo aggiornamento per la PS3, che fretta c’è di passare alla nextgen?
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