Il 2023 sarebbe dovuto essere il grande anno dello E3 ma la fiera dell’elettronica che per anni è stata il sogno di tutti gli amanti dei videogame ha scritto la sua ultima pagina.
Prima fu la pandemia. Negli anni in cui nessuno poteva mettere il naso fuori di casa, la più grande fiera dell’elettronica del mondo occidentale si è trovata a dover riscrivere tutto ciò che finora era risultato collaudato per non perdere il suo ruolo di momento in cui i nomi più grandi dell’industria dei videogiochi facevano gli annunci più succosi e importanti. Ma, come abbiamo poi visto, i grandi publisher hanno tutti più o meno trovato sistemi alternativi, digitali, per poter incontrare il proprio pubblico. E adesso che l’evento sarebbe potuto tornare e in presenza quegli stessi grandi publisher hanno nuovamente ringraziato e fatto un passo indietro.
Potrebbe essere ancora uno strascico dei ritardi accumulati durante la pandemia, dato che per esempio sappiamo che Nintendo e SEGA hanno dichiarato pubblicamente di voler trovare altri modi e altri momenti per condividere con fan e giocatori i loro giochi e in particolare Nintendo, in un comunicato ufficiale ha voluto dichiarare che “dato che lo show dello E3 di quest’anno non si inseriva” nei loro piani la società ha “preso la decisione di non partecipare“. Ma a prescindere dalle motivazioni di ognuno degli attori che per anni abbiamo visto su quel palco, la fiera è ufficialmente cancellata anche in questo 2023. Colpa solo del virus? (chiede qualcuno su Twitter). Forse più colpa di cosa il virus ha fatto: ridimensionato le spese, spinto sul digitale, aperto massicciamente al lavoro remoto e anche al divertimento remoto.
A tirarsi fuori dal grande evento sono stati diversi grandi nomi. Come accennato, Nintendo ha dichiarato che incontrerà i fan in un secondo momento e anche SEGA ha deciso “di non partecipare allo E3 2023 in qualità di espositore“. A non partecipare alla fiera dei videogiochi di Los Angeles anche Xbox che però ha deciso di organizzarsi un suo evento personale guarda caso proprio a ridosso delle date che erano state scelte quest’anno dai nuovi gestori del carrozzone americano.
Per quello che riguarda Sony, la società era da anni che non si inseriva nel calendario della fiera e quindi anche se non c’è stata una qualche dichiarazione ufficiale lo sapevamo tutti come sarebbe andata a finire. Tolti Xbox, Nintendo e Sony anche altri publisher e realtà hanno tirato per le lunghe ma l’annuncio degli organizzatori lascia poco spazio a dubbi su cosa sia successo. L’ultimo ad aver pubblicamente dichiarato di aver cambiato idea è stata Ubisoft. E la posizione di Ubisoft è particolare, dato che un mese fa la società invece si era detta entusiasta di poter mostrare tutti i nuovi progetti su cui i team di sviluppo stavano lavorando. E invece è stata diffusa la nota in cui la società chiarisce di voler andare “in una direzione diversa“. Fare quindi retromarcia e non partecipare alla fiera.
Tecnicamente e per quello che se ne sapeva, ci sarebbero stati abbastanza nomi da riempire in maniera più che degna la line up della fiera dello E3 di quest’anno. Per esempio non sapremo forse mai se Square Enix, Activision, Epic o Take-Two abbiano mandato missive confidenziali ma possiamo immaginare qualcosa del genere. Altri big come Bandai Namco sono rimasti a loro volta nell’ombra mentre sembrerebbe che Tencent si sia trovata così bene con i Play Days organizzati da Geoff Keighley da voler tornare. L’E3 era bello, caotico e pieno di persone. Ma era anche costoso, poco agile e soprattutto vetusto se si pensa che ora gli annunci e i trailer appaiono a getto continuo su YouTube, su Twitter, nelle dirette Twitch.
Quello che la pandemia ha lasciato è una situazione in cui tutti i grandi, e non solo i grandi, si sono posti domande su cosa riserva il futuro, soprattutto perché proprio lo stop forzato della produzione degli ultimi tre anni si è trasformato in una serie improvvisa di ritardi e mancati guadagni, guadagni che in qualche modo vanno rintracciati altrove. Rapidamente. Eliminando il superfluo. E lo E3 era superfluo.
Alcuni videogiochi, e il primo che ci viene in mente è Fortnite, hanno dimostrato le potenzialità di organizzare e gestire e partecipare ad un evento completamente digitale. L’impressione è che il modello delle fiere affollate, sudate e un po’ puzzolenti in cui ci si spingeva e ci si spintonava per avere qualche minuto di gloria e fare due chiacchiere con i team di sviluppo si stia avviando alla propria conclusione naturale, sospinto in un angolo dal molto più economico, e per certi versi potenzialmente pirotecnico, sistema degli eventi online che con il metaverso e la realtà virtuale potrebbe invece trovare uno spazio nuovo ed entusiasmante.
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