Quando Uncharted: Drake’s Fortune ha debuttato su PS3 nel 2007, ormai 8 anni fa, è stato chiaro fin da subito che quello che si aveva di fronte non era un titolo come tutti gli altri. Ma una di quelle IP destinate a fare strada. Un gioco insomma capace di lasciare il segno. L’aveva capito soprattutto Sony, che infatti ne aveva accompagnato il lancio con una campagna pubblicitaria maestosa.
Uncharted era la killer app. Il titolo che avrebbe dovuto spingere gli utenti a fare il gran salto verso PS3, nel primo Natale europeo per quella che ormai è la “old gen” di Sony. E così è stato. Il mix entusiasmante di azione e di avventura, con sequenze da blockbuster hollywoodiano, uniti al carisma del protagonista e a una grafica allo stato dell’arte per i tempi avevano conquistato i giocatori e reinventato un genere. Chiaramente fu un successo. Di pubblico e critica. E Nathan Drake sarebbe entrato nell’immaginario collettivo come l’erede designato di Lara Croft e di Indiana Jones.
Sviluppare per la nuova generazione richiede risorse e tempistiche molto più lunghe. Soprattutto quando si vuole (o meglio si deve!) cogliere un risultato capace di conquistare un pubblico appassionato ed esigente.
L’avventuriero e cacciatore di tesori un po’ sbruffone ma dal cuore tenero, belloccio e playboy. Con la battuta pronta e una capacità di sopravvivenza fuori dal comune. Quel personaggio e quel gioco avrebbero proiettato Naughty Dog nell’olimpo della scena dello sviluppo. E non è un caso se 8 anni (e altri 2 capitoli dopo) l’attesa per un quarto Uncharted ha raggiunto livelli parossistici. L’hype degli utenti è alle stelle. E i trailer di Uncharted 4 sono regolarmente la ciliegina sulla torta che chiude gli eventi e le convention più importanti di Sony Playstation. A ribadire che è questo IL gioco Playstation. La killer app su cui ci si scommette tutto, più che il celebre Gran Turismo, più che il tormentato The Last Guardian. Un po’ come lo Halo è per Xbox. Il gioco simbolo della console.
BluePoint Games che ha curato la rimasterizzazione della collection non si è limitata a fare un semplice upscale di risoluzione.
I primi tre Ucharted hanno deliziato i fan a cadenze regolari. Due anni esatti l’uno dall’altro: 2009 per il secondo capitolo, che per me resta uno dei punti di riferimenti assoluti del genere action adventure. 2011 per il terzo. Poi la LUNGA ATTESA. Eh sì perché se si fosse proseguito su questa scia oggi non solo avremmo già consumato e archiviato il quarto Uncharted… ma ci staremmo preparando a mettere le mani sul quinto! Invece no. Il passaggio alla nextgen e la voglia, ancora una volta, di stupire, ha indotto Sony e Naughty Dog a dilatare i tempi.
Sviluppare per la nuova generazione richiede risorse e tempistiche molto più lunghe. Soprattutto quando si vuole (o meglio si deve!) cogliere un risultato capace di conquistare un pubblico appassionato ed esigente. Ecco allora che la deadline inizialmente prevista (fine 2015), a ben 4 anni di distanza dal terzo capitolo, è stata ulteriormente posticipata. Per poter dar vita, sostiene Naughty Dog ad un capitolo conclusivo “degno della serie”, anche se sappiamo che la serie Uncharted non finirà sicuramente con il quarto capitolo…
Marzo 2016. 18 marzo per la precisione. In quella data arriverà Uncharted 4, ma chi si fosse preparato ad un Natale nel segno di Uncharted non resti troppo deluso. Perché potrà ingannare il tempo (scusatemi il lungo preambolo!) con questa Uncharted: The Nathan Drake Collection.
Arriverà sugli scaffali dei negozi tra pochi giorni, il 7 di ottobre. In edizione standard e special. Chiaramente per PS4. Ma di che cosa si tratta? Di una raccolta, il nome non lascia adito a dubbi, contenente i primi tre Uncharted, rimasterizzati in alta definizione, tirati a lucido, corretti e migliorati. Pronti per essere gustati in tutto il dettaglio del FullHD e a 60 fps. Per ritrovare il filo, o per portarsi al passo con la storia, prima dell’arrivo tra qualche mese di Uncharted 4.
Per il primo episodio, è scomparso il fenomeno dello screen tearing presente nell’originale.
BluePoint Games che ha curato la rimasterizzazione della collection non si è limitata a fare un semplice upscale di risoluzione, alzandola a 1080p e portando il frame rate a 60 fps grazie alla maggior potenza di PS4. Ciascuno dei tre Uncharted ha infatti subìto tutta una serie di affinamenti e migliorie sia in termini tecnici/grafici che di gameplay. Il documento fornito da Sony parla di fino a 65 migliorie per ciascun gioco. Non siamo chiaramente riusciti ad identificarle tutte, ma balza all’occhio ad esempio la possibilità di regolare il motion blur. Assente nel primo capitolo originale. E ora invece regolabile su tutti e tre i capitoli, con la possibilità di attivarlo solo sul movimento della telecamera, sugli oggetti o su entrambi. Oppure di disattivarlo del tutto. E’ evidente insomma che questa “operazione nostalgia” è stata condotta con grandissima cura. Del resto per Sony questa collection è MOLTO importante in vista del Natale.
Tutti e tre i capitoli ripropongono tra l’altro quel doppiaggio in italiano che per i fan nostrani è da sempre uno degli aspetti più apprezzati di questa serie.
In primis perché il posticipo di Uncharted 4 l’ha resa orfana di una killer app “first party” in lineup. Ruolo che non può essere sicuramente coperto da Until Dawn. Poi c’è il nome Uncharted, che ha sempre un grande richiamo, anche quando si tratta di spinoff (come accaduto su PSVITA) o di un remaster. E infine perché tanti utenti Playstation 4 sono “vergini” di questo franchise. Non è un mistero che PS4 abbia conquistato nuovo pubblico per Playstation, magari proveniente da altre console. E che quindi non ha avuto la possibilità di giocare i primi tre Uncharted. Ma che sicuramente avrà piacere di farlo, senza per questo doversi procurare una PS3… Ecco quindi il senso di questa collection, che è ben di più di un’operazione commerciale e basta. Insomma un modo semplice per “far cassa” rimettendo a nuovo delle vecchie glorie. E lo si capisce inserendo il disco nella console, attendendo com’è consuetudine pochi istanti per l’installazione (anche se al day1 ci sarà da scaricare una patch, che promette di sistemare alcune sbavature) e scegliendo dal menu principale uno dei tre capitoli. E via. Iniziamo con Drake’s Fortune.
Il titolo d’esordio delle serie vede il buon Nathan alla ricerca della mitica città di El Dorado, partendo da un antico diario rinvenuto nella tomba del pirata e antenato Sir Francis Drake. Abbiamo detto che nel 2007 la grafica di questo Uncharted aveva fatto scalpore. Chiaramente per gli standard dell’epoca. Perché appena 2 anni dopo la grafica di Uncharted 2 sarebbe stata un passo in avanti così grande da far sembrare quest’ultimo un gioco di una generazione successiva. Insomma la grafica del primo Uncharted oggi non farebbe certo gridare al miracolo. Ma il remaster di BluePoint Games è ben più che un passo oltre. Grazie al miglioramento di texture, dettagli geometrici e illuminazione, all’incremento di effetti particellari e all’aggiunta di ambienti occlusion questo Drake’s Fortune “remastered” si presenta in forma smagliante su PS4. I modelli dei personaggi sono molto più curati e realistici. Così come la vegetazione. Ed è scomparso il fenomeno dello screen tearing presente nell’originale. La resa generale insomma permette di gustarsi il gioco senza patire troppo la matrice “old gen”.
Non sono da meno il secondo e terzo capitolo, che come dicevo già ai tempi sfoggiavano una base tecnica decisamente più solida. E che in questa versione remastered non sfigurano a cospetto di titoli nativi nextgen! Uncharted 2: Il Covo dei Ladri ci porterà alla ricerca della leggendaria valle di Shambala, tra le montagne dell’Himalaya. Con un incipit che rimarrà impresso nella mia memoria come uno dei più belli, emozionanti e cinematografici mai messi in scena da un videogioco. Mentre con il terzo Uncharted: L’inganno di Drake andremo ad esplorare il passato di Nathan, spingendoci poi fino al deserto dell’Arabia sulle tracce della mitica “Atlantide del deserto”, dovendo fronteggiare un’organizzazione criminale guidata da una donna priva di scrupoli. Tre avventure molto diverse tra loro, per ambientazione e per “respiro”. Ma con in comune lo spessore dei personaggi, la qualità di sceneggiatura e dialoghi. E soprattutto un gameplay che bilancia con finezza esplorazione, enigmi ambientali e azione. Condendo il tutto con dosi massicce di sequenze (interattive e non) dal sapore cinematografico, che hanno fatto scuola.
Il Photo Mode è anche l’occasione per ammirare da vicino il gran lavoro svolto sulle texture e sui modelli dei personaggi.
Tutti e tre i capitoli ripropongono tra l’altro quel doppiaggio in italiano che per i fan nostrani è da sempre uno degli aspetti più apprezzati di questa serie. La versione fornita alla stampa italiana ne era priva, ma possiamo assicurare che la versione che arriverà a scaffale ce l’avrà. Mentre la colonna sonora è stata rimasterizzata e propone un audio dinamico a 7.1 canali, configurabile in ogni aspetto dal menù di ciascun gioco (addirittura è possibile impostare posizione e angolazione degli altoparlanti, così da rispecchiare quella effettiva della propria postazione d’ascolto!).
Al prezzo di un gioco solo ci si porterà a casa decine di ore di divertimento, attraverso tre avventure entusiasmanti che hanno scritto la storia di Playstation.
Infine gameplay e controlli sono stati ottimizzati per offrire un’esperienza di gioco uniforme passando da un capitolo all’altro. Con la risposta ai comandi che beneficia in larga misura dall’incremento del frame rate (e quindi della riduzione dell’input lag). Anche se è bene sottolineare che i 60 fps non sono perfettamente “lockati”, ma in alcune situazioni – sui due capitoli più recenti – orientando la telecamera si notano alcuni piccoli rallentamenti, comunque mai in grado di influire negativamente sull’esperienza di gioco. Cosa questa che vi avevamo segnalato già durante la nostra diretta streaming. Ricordo però che Sony ha annunciato una patch del day1 che elenca, tra i miglioramenti, varie ottimizzazioni alla parte audio e al video oltre che alle prestazioni e ai controlli. Quindi siamo fiduciosi!
Fin qui vi ho parlato del lavoro di restauro. E di come questo vi permetta di apprezzare i primi tre Uncharted, senza avere l’impressione di giocare a qualcosa di vecchio. Però la collection non è solo tecnica e affinamenti di gameplay. Ci sono infatti alcune novità particolarmente gustose. Il Photo Mode, due nuove modalità di gioco e un livello di difficoltà aggiuntivo. Partiamo da quest’ultimo. Se già i ribilanciamenti di cui sono stati oggetto questi tre titoli hanno alzata l’asticella della difficoltà pure giocando a livello “Normale”, chi fosse alla ricerca di una vera sfida potrà ora cimentarsi con la difficoltà Brutale, ancora più difficile di Crushing. Le nuove modalità di gioco invece sono: Esploratore e Speedrun. La modalità Esploratore è dedicata ai giocatori meno esperti, a chi avesse poca familiarità con il pad e volesse sostanzialmente concentrarsi sullo sviluppo della trama, senza rimanere impantanato nelle sequenze action. La difficoltà dei combattimenti in questa modalità è infatti notevolmente ridotta.
Al polo opposto si colloca la modalità Speed Run, dedicata invece agli utenti più esperti. Che potranno affrontare i capitoli di ciascun gioco sfidando il cronometro e confrontando i propri tempi con quelli degli amici. Infine il Photo Mode, che alla pressione di un tasto sulla croce direzionale permette di congelare l’azione di gioco, così da poter scattare delle istantanee usando il tasto Share di PS4.
In definitiva Uncharted The Nathan Drake Collection offre un incredibile valore produttivo.
Chiaramente sarà possibile orientare la camera e modificare tutti i parametri di scatto come la profondità di campo, per ottenere immagini di grande impatto da condividere poi in rete. Il Photo Mode è anche l’occasione per ammirare da vicino il gran lavoro svolto sulle texture e sui modelli dei personaggi.
È bene evidenziare che non ci sono solo aggiunte a questa collection. Se trama e contenuti sono rimasti invariati, al netto delle nuove modalità di gioco, il multiplayer introdotto con il secondo e terzo capitolo della serie non è presente. La Nathan Drake Collection è un’esperienza esclusivamente single player.
In definitiva Uncharted The Nathan Drake Collection offre un incredibile valore produttivo ed è l’occasione, per i fan della serie, di rivivere le avventure di Nathan, Sully, Elena e Chloe in una veste nuova e sfavillante. Apprezzando il lavoro certosino di restauro. E collezionando strada facendo i nuovi trofei inclusi nella collection. Davvero incredibile come BluePoint Games sia riuscita a comprimere tre giochi, distribuiti già ai tempi su altrettanti Blu-ray, in un singolo disco! L’opportunità dell’acquisto va però valutata in relazione alla propria passione per il franchise. La trama non è cambiata. Contenuti nuovi non ce ne sono. I miglioramenti sono prettamente tecnici. E le nuove modalità di gioco potrebbero non essere un incentivo sufficiente a metter mano al portafogli. Così come l’accesso alla closed Beta Multiplayer di Uncharted 4: Fine di un Ladro, che si svolgerà dal 4 al 13 di dicembre e a cui potranno partecipare in via esclusiva solo i possessori di questa collection. Soprattutto considerata la quantità (e qualità) dei titoli previsti in uscita da qui al Natale!
Diverso il discorso per chi non avesse mai giocato i precedenti capitoli della serie. In questo caso Uncharted The Nathan Drake Collection diventa automaticamente un acquisto irrinunciabile. Perché al prezzo di un gioco solo ci si porterà a casa decine di ore di divertimento, attraverso tre avventure entusiasmanti che hanno scritto la storia di Playstation. Ed è a questo secondo caso che si riferisce il voto finale da noi espresso.
Ricordo che oltre all’edizione standard della collection è possibile anche acquistare una special edition, un’edizione deluxe contenente oltre al gioco un artbook di 48 pagine, intitolato “L’arte della trilogia di Uncharted”, insieme ad alcuni adesivi. Il tutto impreziosito da una confezione di tipo Steelbook.
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