Tantissimi videogiochi sono ora in cima alla lista dell’Unione Europea e rischiano veramente grosso: l’accusa mossa è di quelle gravissime.
Sta diventando sempre più complicato il mondo dei videogiochi, che possiamo certamente dire abbia perso in tutto e per tutto quella sua aura di innocenza. Come accade sempre quando di mezzo ci sono delle somme importanti di denaro, infatti, si finisce inevitabilmente col dover registrare dei cambiamenti enormi in quelle che sono le politiche e soprattutto i valori fondanti di quello che è diventato un mercato.
Il mondo dei videogiochi non è più un hobby per un numero ristretto di persone, è una vera e propria industria, che riesce a fatturare più denaro dell’industria cinematografica e musicale combinate. E come tale, purtroppo, deve anche adattarsi a quelle che sono delle regole di ogni mercato e di ogni realtà che opera all’interno di un mercato.
Il che significa soltanto una cosa: fare tantissimi soldi, quanti più soldi possibili. Il rosso non è contemplato, l’andare in pari è un fallimento e guadagnare poco è inaccettabile. Ecco perché parlavamo di perdita dell’innocenza, ora si trovano sempre di più dei modi per trasformare un nuovo gioco in un meccanismo di monetizzazione aggressivo, volto a guadagnare il massimo col minimo sforzo.
Tanti giochi potrebbero presto essere nei guai
Sono tanti i videogiochi GAAS, ovvero game as a service, che vengono venduti a pochi euro o anche gratuitamente, per poi spingere il videogiocatore a pagare somme enormi di denaro nel corso dei mesi o degli anni, finendo così per fargli spendere molti più soldi di quelli che avrebbe investito normalmente. E spesso lo fanno anche in maniera aggressiva. Vi segnaliamo intanto ben 10 giochi che potete vivere oggi assolutamente gratuitamente.
Tra banner che si ripetono continuamente, menu studiati proprio per far finire il giocatore sempre sullo store, cambiamenti artificiali alle meccaniche del gioco per causare senso di frustrazione e necessità di spendere subito somme importanti per progredire di livello. E ora l’Unione Europea si sta muovendo con forza per combattere queste pratiche e tutelare i consumatori.
Il 12 settembre 2024 il Consiglio norvegese dei consumatori, insieme a 21 organizzazioni di consumatori di 17 Paesi, ha presentato un reclamo alle autorità dell’UE sulle pratiche sleali delle principali società di videogiochi, dietro a giochi come Fortnite, EA Sports FC 24, Minecraft e Clash of Clans, affermando che le loro pratiche violino le leggi UE e i diritti dei suoi cittadini. Non resta che attendere eventuali sviluppi sulla vicenda.