La prima volta che Until Dawn venne mostrato alla GamesCom di due anni fa si trattava di un titolo per Move che avrebbe avuto successo se venduto in offerta durante il periodo di Halloween. Atmosfera da “Quella casa nel bosco”, classico horror da baita in montagna con il già visto maniaco/mostro pronto a sterminare l’allegra combriccola di amici che fanno scelte stupide e si divertono a dividersi non appena il pericolo incombe, anziché rimanere uniti e proteggersi a vicenda. Da giocare con gli amici di notte per qualche risata e per dare un utilizzo non sportivo al Move.
Dopo due anni qualcosa è cambiato e adesso Until Dawn fa saltare i giocatori dalla propria sedia.
Supermassive, studio indie che da sei anni aiuta Sony con i suoi progetti come Move e Project Morpheus, sembra aver dato la svolta al proprio titolo dopo averlo praticamente riscritto.
La trama riprende quella già vista due anni fa: otto amici si ritrovano intrappolati mentre trascorrono una notte nella baita di uno di questi, lottando per la sopravvivenza contro un nemico non meglio identificato ma talmente pericoloso che nessuno degli otto protagonisti potrebbe salvarsi.
Dall’horror in prima persona semplice e scontato al survival horror in terza persona cinematografico. Per essere completato Until Dawn richiederà all’incirca 9 ore, dando la possibilità al giocatore di rigiocarlo per poter scoprire tutti i possibili sviluppi cambiando alcune variabili, così da scatenare un effetto a catena sugli eventi successivi. Variabili che corrispondono però a milioni di piccole azioni, migliaia di percorsi diversi e centinaia di versioni per i vari finali: per poterli scoprire tutti ci vorranno sicuramente molto più di 9 ore.
In questo modo Until Dawn diventa la propria storia, talvolta con la possibilità di modificarla senza nemmeno rendersi conto degli effetti che una singola azione potrà avere, altre con le classiche scelte tipiche delle storie horror come “seguire un compagno in una stanza o allontanarsi un attimo per controllare un rumore?”, ma anche con dilemmi capaci di scuotere le convinzioni del giocatore, dal prevedibile “ucciderla per potersi salvare o sacrificarsi per lei” a situazioni che non sono nemmeno immaginabili. Tutto questo inserito in una cornice dove trama, recitazione e fotorealismo cercano di far immedesimare il giocatore il più possibile.
É sicuramente una gradita sorpresa veder tornare Until Dawn dopo due anni di silenzio in una veste totalmente rinnovata che sicuramente ha innalzato il titolo ad un altro livello. La demo mostrata a questa GamesCom ha nuovamente puntato su idee classiche e tecniche da film horror economico, ma il potenziale è totalmente diverso adesso e non vediamo l’ora di provare la versione finale del gioco.
Fonte: kotaku
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