L’ICE, agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, investe 2.62 milioni di Euro nei campi dell’agroalimentare e della moda. L’obiettivo é di tracciare e proteggere i prodotti delle piccole e medie imprese attraverso la blockchain, certificandone l’autenticità. Scopriamo tutti i dettagli.
Utilizzare la blockchain per garantire il marchio “Made in Italy”: questo l’obiettivo dell’ICE, l’agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese dello Stivale, che avvia un appalto di Stato di 2.62 milioni di Euro per certificare l’autenticità dei prodotti dei settori della moda e dell’agroalimentare.
Per farlo, l’ICE ha posto l’attenzione su 300 piccole e medie imprese italiane d’eccellenza, alle quali affiancherà 8 gruppi di imprese specializzate nella tecnologia della blockchain. Saranno questi 8 gruppi i beneficiari dell’appalto statale e, di conseguenza, le 300 imprese le beneficiarie dei servizi di certificazione che verranno forniti dagli 8 gruppi.
Il tutto per 18 mesi di attività complessiva. Un anno e mezzo durante il quale tutti i passaggi produttivi relativi ai prodotti creati dalle imprese dovranno essere certificati sulla catena a blocchi digitale. Ed il risultato consisterà infine in un codice QR riportato sulle etichette dei prodotti che, quando inquadrato dai consumatori tramite smartphone, dimostrerà la certificazione dei prodotti “Made in Italy”.
La dichiarazione di HSPI e la richiesta di accesso agli atti di Wired
Come spiegato da Lorenzo Miozzi, portavoce dell’HSPI, una delle 8 aziende vincitrici del bando, i dati che verranno certificati attraverso la blockchain “riguardano la filiera di un prodotto, l’origine del prodotto ed i suoi processi di realizzazione”. In altre parole, la tecnologia della catena a blocchi verrà utilizzata per risalire in modo verificato e trasparente a tutte le fasi di realizzazione dei prodotti delle piccole e medie imprese coinvolte, dall’idea allo scaffale di vendita.
Nel frattempo, il noto portale di tecnologia Wired ha richiesto ed ottenuto l’accesso a tutti i documenti sulla gara condotta dall’ICE, con l’obiettivo di ricostruire tutti gli sviluppi dell’appalto Statale.
Non mancano alcune perplessità e preoccupazioni relative al destino del progetto al termine dei 18 mesi di sostegno statale. Tra gli interrogativi emersi, i dubbi principali riguardano la possibilità effettiva da parte delle PMI coinvolte di continuare a gestire l’impianto a proprie spese. Se così non sarà, l’investimento rischierà di essere stato sprecato? O di dover essere rinnovato “sine die”?