Uno dei videogiochi più importanti del mondo ha portato un nuovo titolo appena uscito in tribunale per violazioni del copyright.
Quella dei videogiochi è purtroppo e per fortuna una delle industrie più grandi e ricche nel mondo. Fortunatamente perché questo significa che può continuare a sostenersi economicamente, dato che c’è un mercato enorme e tantissimi utenti pronti a pagare, giustamente, quello a cui vogliono giocare. Senza questa condizione di base oggigiorno non avremmo i videogiochi. Per sfortuna perché purtroppo si assistono a strategie, modelli etici e produttivi e pugnalate alle spalle proprio come negli altri settori economici. Ed è sempre un peccato quando la bellezza e l’unicità del gaming diventano argomento di discussione nei tribunali.
Ed è proprio quello che sta succedendo con Valorant. Uno dei giochi più famosi del mondo, lo sparatutto in prima persona competitivo sviluppato e prodotto dal colosso Riot Games è ogni giorno popolato da utenti di tutto il mondo. Prontissimi a darsi battaglia e a cercare di scalare le classifiche online. Dal 2 giugno 2020 questa fortunatissima IP macina milioni di giocatori e anche milioni di dollari, attraverso il solito modello di monetizzazione che contraddistingue i GAAS, ovvero i Game As A Service. Giocare a Valorant è gratis, ma possedere oggetti, skin e altri combattenti speciali richiede di mettere mano al portafoglio, o in certi casi un grinding lunghissimo.
Valorant denuncia un gioco per averlo copiato
Il gameplay è divertente e la formula funziona. Non a caso è stata lanciata anche la versione mobile di Valorant, e si parla di server che vedono ben 14 milioni di videogiocatori al mese entrare nelle arene e combattere. Proprio per l’enorme successo riscontrato dal titolo, pare che le idee di Riot Games siano state di ispirazione per un altro videogioco molto simile, chiamato Hyper Front, sviluppato e pubblicato da NetEase. Un altro titano del gaming nato in Cina, proprio come Riot Games, che sta cercando di aumentare in modo netto la propria fetta di mercato.
I legali di Riot hanno presentato delle immagini che permettono di comprendere come sia possibile vederci qualcosa di strano. Hyper Front somiglia davvero tanto a Valorant, e sembra proprio che potrebbero esserci le condizioni per parlare di violazione dei diritti di copyright, più che di semplice ispirazione o rilettura del titolo originale. Dan Nabel, l’avvocato di Riot che si sta occupando del caso, ha mosso delle accuse pesanti a NetEase, decidendo di denunciarla in ben 4 diversi Paesi: Inghilterra, Germania, Brasile e Singapore.
L’accusa del’avvocato
Per Nabel ci sono tutti i pressuposti per parlare di illegalità. L’avvocato ha affermato a Polygon che Riot Games e Tencent non pensano che cambiare il colore di un’abilità di un personaggio o modificarne leggermente l’aspetto visivo possa escludere una chiara violazione del copyright. “È come quel vecchio detto: ‘Puoi mettere il rossetto su un maiale, ma rimane pur sempre un maiale!'”.
Vi ricordiamo che sta per uscire il primo videogioco tripla-A della storia a comandi vocali, e che ben 7 videogiochi sono appena diventati gratis ma per poco.