Victoria 3 è al centro di interessanti conversazioni politiche, con le idee di Marx che sembrano funzionare perfettamente ad ogni partita.
Stanno diventando sempre più complessi e articolati i simulatori gestionali e gli strategici, con delle meccaniche via via più stratificate e realistiche. Da questo punto di vista segnaliamo l’enorme passo in avanti fatto da Victoria 3. Il nuovo videogioco sviluppato da Paradox ci permette di selezionare quale Paese guidare, affrontando sfide importanti, decisioni storiche, gestendo mercati fluttuanti e facendo da paciere tra le diverse classi sociali. Dal 1836 al 1936, tutti gli eventi principali della Storia come la conosciamo noi sono implementati nel gioco e anche di più.
Tra questi c’è particolare attenzione alla nascita del movimento comunista, in particolare con la scrittura de Il Capitale di Karl Marx. Se come capo di governo decidiamo di abbracciare le nuove idee del rivoluzionario tedesco, in Victoria 3, immediatamente le cose migliorano e anche parecchio, dopo qualche tensioni e delle resistenza da parte della vecchia classe nobiliare e dei lobbisti più potenti. Tanto che al momento il comunismo è stato eletto come il miglior sistema per giocare il nuovo strategico di Paradox.
“Non è un segreto che Victoria 3 sia per molti versi un simulatore di materialismo storico“, ha spiegato il game designer Mikael Andersson a PC Gamer. Per questo motivo il modo in cui il giocatore sceglie di modellare e organizzare la propria economia influenza in modo preciso e profondo le condizioni degli individui che ci vivono. Ad esempio, se l’economia del nostro Paese si concentra sulla produzione interna e sull’esportazione di beni grazie alla creazione di enormi complessi di fabbriche altamente produttive e tecnologicamente avanzate, ecco che “le classi inferiori prospereranno, acquisiranno potere e affermeranno i loro diritti alla democrazia, ai salari di sussistenza e alle politiche umanitarie“.
A chi si chiede se il fatto che il comunismo sia troppo potente fosse un modo da parte degli sviluppatori per lanciare un messaggio politico, Andersson risponde di no. Gli sviluppatori affermano che non avevano previsto che questi effetti potessero essere così potenti. “Abbiamo semplicemente implementato i meccanismi nel modo in cui li abbiamo compresi, e questo è il risultato“, conclude il game designer. Quindi è davvero il comunismo la risposta ai nostri problemi?
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