I numeri sembrano cominciare a dare ragione ad alcuni che nel mondo dei videogiochi hanno certe idee, perché se siamo arrivati a un videogiocatore su tre: la rivoluzione nel gaming è avviata ufficialmente.
Quando ci sono i numeri si riesce a mettere un po’ tutto in una prospettiva più chiara. Senza andare troppo lontano e rimanendo nel mondo dei videogiochi basti pensare a quanto è diverso avere come data di uscita un periodo più o meno vago e poi improvvisamente trovarsi con un giorno di un mese di un anno precisi. Questione di numeri.
Altri numeri sono invece la concretizzazione dei peggiori incubi e sono per esempio quelli che stanno sperimentando dentro Square Enix con le vendite dell’ultimo capitolo di Final Fantasy che, nonostante tutto il battage pubblicitario faraonico e roboante, a quanto pare ha infranto tutte le promesse fatte dietro una serie di porte chiuse. Numeri di segno totalmente opposto sono invece quelli che sta per esempio registrando Starfield che ha totalizzato un milione di giocatori.
Ma perché tiriamo fuori Starfield? Perché la grande epopea firmata Bethesda può essere acquistata alla vecchia maniera, come si fa per esempio un Final Fantasy, ma c’è un altro modo di arrivare nello spazio: il Cloud. Un Cloud che sta crescendo nonostante gli uccellacci del malaugurio.
La società che si occupa di ricerca di mercato Savanta ha di recente pubblicato un nuovo studio fatto coinvolgendo circa 12.000 persone sparse tra Europa e continente americano. Prima di passare a vedere effettivamente le cifre è bene quindi chiarire che si tratta di un sondaggio e che per questo i numeri potrebbero fluttuare leggermente ma non possono ovviamente essere stravolti totalmente.
Un numero su tutti è quello che probabilmente sta facendo sorridere chi si è occupato di dar vita al Cloud Gaming dentro Microsoft, e forse è anche lo stesso numero che invece sta facendo alzare gli occhi al cielo a chi ha gettato la spugna su Stadia.
Perché siamo arrivati ad avere un terzo dei giocatori più accaniti che utilizzano il cloud gaming e un altro 10% tra quelli considerati casual gamer. Ma non si tratta soltanto di avere ormai un terzo di chi gioca in maniera un po’ più costante che preferisce non installare nulla e lanciarsi nel Cloud, si tratta anche di segnalare come si stia creando una situazione di fiducia sempre più consolidata.
L’82% di chi ha partecipato al sondaggio tra quelli che hanno già utilizzato il cloud gaming ha infatti dichiarato tranquillamente di volerlo utilizzare ancora con un picco al 35% in Spagna, uno dei Paesi europei presi a campione insieme a Francia, Paesi Bassi e UK, e un 32% di utenti americani.
Quello su cui occorre concentrarsi è poi anche il modo in cui vengono fruiti i giochi nel cloud che andrebbero resi più facilmente usati attraverso gli smartphone. Perché il 70% di chi ha partecipato al sondaggio ha infatti dichiarato di giocare principalmente ai titoli che si trovano sugli store per prodotti dedicati agli smartphone e quindi di giocare con il suo device.
In particolare c’è un 50% abbondante che punta ai titoli cosiddetti freemium ovvero quelli che hanno il gioco free di base ma poi comprendono dei pacchetti a pagamento aggiuntivi. Questo significa in buona sostanza che i prossimi avversari nella console war potrebbero essere semplicemente non tanto i produttori di smartphone quanto società come Netflix, Google e Apple.
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