Dentro Monster Hunter Wilds Capcom ha infilato diverse meccaniche di gioco che rendono l’esperienza più interessante. ma una sembra davvero inutile. Eppure tutti la amano.
Capcom sembra essere riuscita davvero a dare ai giocatori qualcosa che rimarrà a lungo tra le notizie. Monster Hunter Wilds è infatti il gioco del momento.

E non potrebbe essere che così, dato anche il modo in cui gli altri team di sviluppo si sono tenuti alla larga dal periodo di uscita, lasciando campo libero ai cacciatori di mostri, ai loro banchetti approntati anche in mezzo alle battaglie più cruente e al loro mondo ricco di misteri che vanno stanati esattamente come si fa in una reale battuta di caccia.
Forse però l’ossessione di Capcom di creare qualcosa che fosse autentico in tutto e per tutto ha trasformato il gioco in una barzelletta, almeno per un aspetto: c’è infatti una meccanica all’interno del gioco che, se non esistesse, non toglierebbe nulla. Eppure è lì e i giocatori sono impazziti. Non è il barbecue però!
Dentro Monster Hunter Wilds tutto è perfetto, anche questa meccanica
Come funziona una partita quando si è dentro Monster Hunter Wilds? Lo scopo del gioco è quello di cercare di riportare un po’ di ordine in una natura che è estremamente selvaggia. Non che sia il concept più nuovo in assoluto ma è pur vero che bisogna dare a Capcom quello che è di Capcom.

Il team di sviluppo infatti fa di tutto per evitare che il gioco si trasformi in un inutile massacro e cerca anzi di giustificare con una dovizia di particolari incredibile ogni mostro che finisce sulla lista dei cattivi e deve essere eliminato. Qualcosa che quindi trasforma Monster Hunter Wilds in un gioco che tenta di essere anche etico.
Per spingere sul pedale di questa sensazione, è stata aggiunta anche la meccanica dell’autorizzazione da parte della Gilda. In teoria a chi dovrebbe importare se si elimina o meno un enorme predatore? Importa alla Gilda. Nel momento in cui si ricevono le scartoffie firmate che autorizzano effettivamente alla caccia si ricevono anche dei power-up.
Ma soprattutto, e questa è una sensazione che guardando il videogioco da appena una distanza più grande si percepisce, si tratta di un rituale che consente di ricevere a livello inconscio una rassicurazione riguardo quello che si sta per fare. La serie di cui Monster Hunter Wilds è il capitolo più recente è un gioco in cui non si uccide per il gusto di uccidere.
Non si dà la caccia ad altri esseri viventi solo perché si hanno delle armi estremamente poco plausibili che fanno tanto rumore e che da qualche parte devono essere infilate. Si uccide perché c’è la necessità.
E probabilmente anche tutto il rituale che riguarda la produzione del cibo (e c’è un piatto che va a ruba) si lega a questa sotterranea ossessione di Capcom di rassicurare i giocatori che stanno facendo la cosa giusta, che qualcuno ha dato il permesso, che possono effettivamente darci dentro e fare a pezzi quello che hanno di fronte.
Di nuovo la meccanica di per sé poteva essere sostituita con altro, ma per quanto sia inutile almeno c’è un senso e non serve solo a riempire lo spazio con aria fritta.