Il presente articolo non è un attacco agli artisti o ai prodotti citati in seguito, si consiglia la lettura completa per comprenderne appieno il contenuto.
E’ di nuovo possibile per tutti i cittadini italiani nati nel 2003 accedere al Bonus Cultura, che arriva alla sua sesta edizione, e approfittare di un voucher da 500 euro per acquistare prodotti e servizi considerati prodotti culturali. Insomma, un’iniziativa mossa dal Ministero della Cultura con l’obiettivo di:
“Promuovere la cultura fra i giovani: un buono di 500€ da spendere in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale”.
Un’iniziativa parecchio lodevole, che non si può che apprezzare. Stimolare le giovani menti ad acculturarsi e a sperimentare in varie discipline, avvicinandosi alle forme d’arte più disparate, è certamente un qualcosa di importantissimo. Come sempre, però, arrivano le storture ed i limiti. Come riportato sulle FAQ ufficiali del bonus cultura:
“Sono escluse le opere a carattere videoludico, pornografico o che incitano alla violenza, all’odio razziale o alla discriminazione di genere“.
Eppure in queste ore gli italiani stanno acquistando tantissimi prodotti che in un modo o nell’altro, tenendo conto della regola appena citata, non dovrebbero essere compresi in questa manovra ministeriale, o sono quantomeno in una zona grigia.
Cosa stanno comprando i 18enni italiani con il Bonus Cultura
Ovviamente non possiamo stendere un quadro completo, esaustivo ed aggiornato al minuto su quello che i 18enni itaiani stanno acquistando in questi giorni con i 500 euro messi a disposizioni dal Governo. Certamente però, esaminando la pagina ufficiale dedicata su Amazon, ci si può fare un’idea piuttosto interessante.
Per quanto concerne i libri, stanno andando molto forti titoli come Deamon Slyer e L’Attacco dei Giganti, che contengono tanta violenza; e il controverso Lolita di Nabokov, che narra della carnale e proibita storia d’amore tra un uomo 37enne ed una 12enne di cui è diventato il patrigno. Un libro ispirato ad una storia vera accadura nel 1948, che narra la storia di un meccanico 50enne che sequestrò una bambina di 11 anni.
Per quanto riguarda la musica, i 18enni italiani stanno acquistanto in massa il primo album ufficiale del rapper americano 50 Cent, ovvero Get Rich or Die Tryin’, in cui si parla di sparatorie, vita da gangstar e si pubblicizza uno stile di vita volto alla criminalità. Ottime vendite anche per Fabri Fibra e il suo Mister Simpatia, in cui troviamo frasi come: “Ma chiedo un prestito a un collega e ci compro una trentatre, da spararmi in testa in ufficio quando il mio capo non c’è” e “Questa classica sfigata che va in cerca d’attenzione, finirà un giorno stuprata nel bagno della stazione“.
Per quanto concenre i film invece, i giovani italiani stanno facendo incetta del Joker di Joaquin Phoenix, in cui temi come i problemi mentali e il disagio sociale sfociano in una violenza incontrollata e in uno dei finali più interessanti del cinema dell’ultimo decennio. E poi ci sono i 33 Blu-Ray della serie di Game of Thrones, che oltre a mostrare tanta violenza e intrighi memorabili, utilizza tanto nudo integrale nella cruda messainscena.
Niente videogiochi nel Bonus Cultura, ma cosa “fa cultura”?
Ed è qui il problema. Partiamo dalla definizione di cultura, che viene espressa come:
“Quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società;
Il complesso delle esperienze spirituali e delle realizzazioni artistiche e scientifiche maturate in un ambiente determinato;
Il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo o di un gruppo etnico, in relazione alle varie fasi di un processo evolutivo o ai diversi periodi storici o alle condizioni ambientali”.
Una volta presa in considerazione queste definizioni, è difficile non ascrivere anche i videogiochi all’interno del patrimonio culturale e di prodotti che fanno cultura in e di una società. Ed è per questo motivo che, secondo me, gli italiani devono poter comprare tutti i prodotti citati sopra con il bonus cultura, perché sono appunto prodotti che fanno in qualche modo cultura. Si può essere d’accordo o meno col contenuto, con la tecnica utilizzata per narrare i fatti, con la visione di insieme e con il messaggio, ma è anche questo che in qualche modo spinge ad acculturarsi. Il confronto, il dialogo, la sperimentazione, il viaggiare con la mente e l’aprirsi a contesti alieni e sconosiuti aumentano il proprio bagaglio culturale.
E i videogiochi?
Però anche i videogiochi regalano queste emozioni e aprono a queste esperienze. Ed è altrettanto vero che se ascoltare qualcuno parlare di violenza non ci rende individui violenti, videogiocare ad un titolo violento NON ci rende violenti nella vita quotidiana. E lo stesso vale per quanto concerne libri dal contenuto spinto e film che incitano alla rivolta armata.
Se è vero che la violenza non è un problema in Deamon Slyer e L’Attacco dei Giganti, è vera la stessa cosa per The Last of Us.
Se si apprezza la storicità e la narrazione di Lolita, malgrado i temi, allora deve esseci spazio per Assassin’s Creed.
Se i dischi di 50 Cent sono nella lista, dovrebbe esserlo anche GTA.
Se l’album di Fabri Fibra viene ritenuto adatto ai giovani per aumentarne il bagaglio culturale, allora dovrebbe essere accettato anche Cyberpunk 2077.
Se la vendetta di Joker è ok, allora anche quella che spinge Kratos in God of War è ok.
Se la nudità di Game of Thrones non è un problema, allora non lo è neanche in The Witcher 3.
Per non parlare di titoli come Undertale, Senua’s Sacrifice, That Dragon Cancer, Route 96, Life is Strange, Remember Me, Unravel, Detroit Become Human, Death Stranding, This War of Mine. E già abbiamo esaminato l’importanza di Red Dead Redemption 2 dal punto di vista storico con un professore universitario americano.
L’obiettivo di questo articolo quindi non è chiedere a grande voce la censura dei prodotti che in questo momento migliaia di 18enni stanno acquistando, anzi. Personalmente spero che Amazon venda tantissimi Joker e tantissimi Mister Fantasia. L’obiettivo è aumentare le possibilità di speriementazione e di accrescimento culturale messe a disposizione del bando, includendo anche i videogiochi e le incredibili storie che racchiudono all’interno dei prodotti coperti dal Bonus Cultura.
Perché anche i videogiochi sono cultura.