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Sette fallimenti epici della storia dei videogiochi

Chi segue l’evolversi del mondo videoludico sa bene che a volte le aziende del settore puntano a fare annunci in grande stile per catalizzare l’attenzione del pubblico, specialmente se si tratta di presentare nuovi prodotti rivoluzionari che hanno l’ambizione di cambiare il modo in cui giochiamo.
A volte però accade che, per una serie di motivazioni, il prodotto presentato non si riveli all’altezza delle aspettative.

Quelli che vi elenchiamo sono 7 tra i più famosi dispositivi per il gaming che si sono rivelati poi un fail completo… nonostante fossero stati molto spinti dalle aziende e promettessero faville.

1. Kinect

Inizialmente chiamato Project Natal, il Kinect nacque per Xbox 360 proponendo di rivoluzionare il modo di giocare.
La novità interessante era data dal fatto che il giocatore diventava a tutti gli effetti un controller, ma a distanza di tempo questa possibilità fu poco apprezzata e sfruttata dai giocatori, forse anche per la grande necessità di spazio richiesto per muoversi.

Anche con l’arrivo di Xbox One i giochi usciti che supportano il Kinect sono veramente pochi, tanto che Microsoft ha infine deciso di vendere la console separata al dispositivo e in questa formula le vendite si sono alzate.

2. OUYA

Oya è stata la prima console Android che proponeva di sfidare PS4 e Xbox One. I giocatori si erano precipitati a finanziare il progetto che però alla fine si è rivelato deludente.
All’uscita, infatti, Ouya ha sofferto di diversi problemi hardware e il colpo fatale è stato la mancanza di giochi interessanti (anche se la console è ancora in commercio e non è detto che non si possa riprendere).

3. Wii MotionPlus

La console Wii di Nintendo ottenne un ottimo successo ma il suo Wii Motion Plus fu un flop commerciale. Serviva solo per aumentare la sensibilità del controller, ma al suo lancio un gran numero di utenti si dichiararono insoddisfatti per via di una sensibilità addirittura troppo elevata e a volte imprecisa.

4. R.O.B.

R.O.B. (abbreviazione di Robotic Operating Buddy) fu un accessorio dedicato alla console NES commercializzato nella fine degli anni ’80.
L’obiettivo era quello di realizzare una periferica che avrebbe accompagnato i giocatori solitari fungendo da secondo giocatore.

R.O.B si rivelò un flop totale vista la compatibilità con solo con due giochi, uno dei quali poteva anche essere giocato senza.

5. SEGA Nomad

Sega Nomad fu una console portatile sviluppata e commercializzata da SEGA; praticamente era la versione portatile del SEGA Mega Drive (funzionava con le stesse cartucce) con uno schermo a colori  più piccolo rispetto al precedente Game Gear (che di fatto era un Master System portatile).
La console venne resa disponibile anche in Europa ma non ebbe successo principalmente a causa del suo prezzo elevato, seppur anche le 6 batterie richieste (che duravano pochissimo) e un aspetto non proprio invitante non aiutarono di certo.

6. Power Glove

L’idea di Nintendo rivolta a portare sul mercato il Power Glove nacque della messa a punto di una periferica precedentemente realizzata dall’inventore Tom Zimmermann il quale scopo era “l’interfacciamento a gesti manuali” grazie all’utilizzo di guanto cablato con fibre ottiche.

Quando Nintendo, in collaborazione con Mattel, presentò al pubblico il suo prototipo di Power Glove per NES, realizzato con materiali più enomici ma molto più robusto, aveva molte ambizioni. Si sperava infatti che i giocatori avrebbero sfruttato a pieno la modalità “gesture”, abbandonando successivamente l’uso del controller.

Il progetto era sicuramente molto interessante e all’uscita era anche abbastanza economico ma non ottenne il successo sperato a causa della scarsa precisione del rivelamento di movimento. In aggiunta a questo, il Power Glove si rivelò anche poco sfruttabile visto che solo due giochi supportavano la periferica.

7. Gizmondo

Gizmondo fu una console portatile fortemente pubblicizzata e dotata persino di caratteristiche extra piuttosto interessanti, quali la possibilità di mandare SMS o MMS.

Purtroppo però rispetto alla concorrenza non aveva un parco titoli sufficientemente fornito e per i giocatori si rivelò una delusione… e per la società ancora di più, visto che non riuscì a reggere alla botta ricevuta dai mancati introiti (a fronte di un investimento di oltre 200 milioni di Dollari) e fallì.

Fonte: Redbull

admin

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