Tutto e il suo esatto contrario: la possibilità di godersi di tutte quelle nuove funzionalità di cui Meta ha inondato WhatsApp, una quantità però direttamente proporzionata al numero di truffe presenti sull’app di messaggistica numero una al mondo.
Così, se da un lato gli utenti esultano per un numero più alto di livello di sicurezza e privacy, per sondaggi e Community, o per la possibilità di poter comprare (a breve) tramite WhatsApp, dall’altro ci si infuria per le trappole di messaggi che rischiano di impoverire i nostri wallet.
Non si è ancora sopito l’eco di quanto accaduto a ridosso del Black Friday e Cyber Monday, con una coda arrivata fino a dicembre. Un messaggio di fantomatici buoni e imperdibili occasioni su Amazon, non prima di riportare i propri dati personali direttamente su un sito.
Un… pacco (fake) di Amazon. Come uscire dalla trappola
Già la trasmissione dei dati su un altro sito dove far drizzare le antenne di molti utenti a cui è arrivato questo messaggio su WhatsApp, ben ricordando che stiamo oltre i due miliardi di download per l’app di messaggistica istantanea che non ha rivali. E invece la trappola è scattata per tanti, troppi utenti. Vuoi per una inaccettabile ma presenza di deconcentrazione quando arrivano certi messaggi, vuoi perché i cybercriminali ne stanno trovando sempre di nuove, sono stati in molti a essere truffati: è bastato servire su un piatto d’argento i dati personali, che in un amen i conti sono stati prosciugati. WhatsApp stesso ci ha messo un po’ a capire cosa stesse accadendo: i creator alla fine hanno scoperto l’inganno grazie anche alle segnalazioni di milioni di utenti, così è passata al contrattacco, mettendo fine alla giostra dei cyber criminali con un blocco ai numeri di telefonici considerati fautori della trappola di Amazon, molti dei quali, ovviamente erano dei bot.
Ma i buoi, come si suol dire, erano ormai scappati dal recinto. Il danno, un altro, è stato già fatto. Per questo al di là della bravura dei cyber criminali a nascondersi sempre meglio dietro promo belle ma impossibili, il consiglio rimane sempre lo stesso, è valido per tutti. Leggere bene il messaggio, magari smettendo di fare un’altra cosa, perché in questi casi essere multitasking è un pericoloso difetto, non certo un pregio. Analizzare bene il messaggio, e se c’è da scrivere solo i propri dati, è certamente una truffa. Perché? Il motivo è molto semplice, nessuno chiedi dati in questa maniera: le banche telefonano (possiamo chiedere info anche noi) o mandano e-mail (a cui possiamo rispondere guardando bene l’intestatario) quei pochi non ha i nostri dati, usano altri mezzi e non certo un messaggio freddo e impersonale.