Wildstar – l’abbiamo provato!

Non sarà il solo The Elder Scrolls Online a tenere banco in questo 2014, anno particolarmente interessante considerato l’approdo di moltissimi titoli massivi anche in ambiente console next-gen.
Tra i protagonisti alla qualifica di GOTY concorre quest’anno un interessantissimo MMO, targato NCsoft, chiamato Wildstar.
Questo gioco è frutto delle fatiche di Carbine Studios, una recente software house che può vantare tanto DNA Blizzard, riversato quasi interamente all’interno di questo nuovo titolo, almeno a una prima e fugace occhiata.
Scavando un po’ più a fondo però inizia a venire fuori la personalità di Wildstar, ben distinta e affascinante che grazie a un’oculata mistura di grafica cartoon uno stile di combattimento action e un grande numero di quest, è indubbiamente in grado di appassionare l’utenza.
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Una volta lanciato il gioco, proprio come in ogni altro MMO, il giocatore è chiamato a fare una scelta di campo prima di iniziare la propria avventura, perché come già anticipato, la storia di Wildstar vede contrapposte due fazioni.

La prima cosa che si fa apprezzare di Wildstar è il suo lato artistico, impregnato di un umorismo irriverente, e perché no anche a tratti demenziale, che non supera mai la sottile soglia dell’infantilismo. I personaggi ricordano sensibilmente quelli di WoW, ma una cura a base di bizzarrie sci-fi li differenzia, in modo marcato, rendendoli di fatto unici e originali.
Tutta la storia si svolge sul pianeta Nexus, casa dei leggendari Eldan, razza tecnologicamente avanzata, scomparsa misteriosamente; per secoli i ricercatori e gli avventurieri hanno cercato invano questo mondo, spinti dalla voglia di scoprire i motivi dell’improvvisa sparizione degli Eldan, ma spinti sopratutto dalla bramosia di possedere i tesori e la tecnologia che rese gli Eldan una sorta di razza eletta.
È esattamente a questo punto che entrano i giocatori, chiamatati a scegliere se schierarsi con il potente impero galattico, gestito dai Dominion, oppure fare parte dei ribelli e mercenari meglio conosciuti con il nome di Exiles.
Non fatevi ingannare però dalla trama piuttosto classica perché l’atmosfera che si respira in Wildstar è assolutamente irriverente e sopra le righe, molta più vicina a quelle presenti nelle parodie piuttosto che delle trame del fantasy classico, sci-fy in questo caso.
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I Path sono una scelta davvero azzeccata da parte della softco perché, grazie alle differenti mansioni ogni giocatore vive delle emozioni e delle avventure diverse.

Una volta lanciato il gioco, proprio come in ogni altro MMO, il giocatore è chiamato a fare una scelta di campo prima di iniziare la propria avventura, perché come già anticipato, la storia di Wildstar vede contrapposte due fazioni. Entrare a fare parte dell’impero dei Dominion offrirà un ventaglio di scelte composto da Cassian, Draken, Chua e Mechari, Mentre seguire il proprio istinto ribelle occupando posto tra le fila degli Exiles aprirà la strada a Human, Granok, Aurin e Mordesh. Sfortunatamente tanta fantasia nel creare delle razze uniche e divertenti non coincide con le classi messe a disposizione.

La grafica fa la parte del leone in Wildstar e, infatti, le terre di Nexus sono davvero piacevoli da esplorare grazie a quella tipica atmosfera, che solo i più remoti posti di frontiera possono offrire.

Ognuno dei due schieramenti offre la possibilità di scegliere quattro classi ben distinte l’una dall’altra, così da assecondare le diverse richieste dei giocatori. La composizione del gruppo si basa sul famoso trittico tank-helaer-dps. Nonostante molti sviluppatori considerino quest’assetto ormai antiquato, i game designer di Wildstar hanno posto un forte accento su questo punto con l’intento di aumentare le interazioni tra giocatori in modo costante, e non solo quando bisogna affrontare particolari missioni. A ogni modo Carbine, cercando di venire incontro alle richieste della propria community ha deciso di offrire a ogni classe la possibilità di ricoprire due dei tre ruoli fondamentali in modo da evitare ai giocatori le estenuanti ricerche.
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Una volta deciso che tipo di personaggio essere arriva finalmente arriva la prima vera innovazione di Wildstar: il Path.
Questo nuovo percorso, una sorta di “secondo lavoro”, permette di selezionare una categoria tra Soldato, Esploratore, Scienziato e Settler, ognuna con peculiarità e missioni diverse. La presenza dei punti esperienza arricchisce maggiormente il valore dei Path perché accumulandoli, è possibile sbloccare speciali ricompense, in grado di aggiungere frecce all’arco delle scelte a disposizione dei giocatori.
I Path sono una scelta davvero azzeccata da parte della softco perché, grazie alle differenti mansioni ogni giocatore vive delle emozioni e delle avventure diverse.
Come detto la grafica fa la parte del leone in Wildstar e, infatti, le terre di Nexus sono davvero piacevoli da esplorare grazie a quella tipica atmosfera, che solo i più remoti posti di frontiera possono offrire, accoppiata a una serie di stravaganti composizioni paesaggistiche che tanto spesso hanno fatto la fortuna di produzioni fantascientifiche.
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L’attenzione al Player versus Player di Carbine Studios è certificata dalla presenza di diverse possibilità date ai “guerrafondai” come le Arene e i Battlegrounds.

Nonostante la bellezza paesaggistica, variegata e colorata, le diverse zone che compongono la mappa di gioco sono gremite di mostri pronti a farvi la pelle. Bisogna riconoscere agli sviluppatori una certa perizia nella creazione di questi avversari digitali, spesso in grado di creare situazioni diverse in modo da mettere alla prova il sistema action oriented, tanto in voga nei giochi massivi di questi ultimi tempi. Tanta attenzione è stata posta nella realizzazione del sistema di combattimento che, infatti, presenta alcune interessanti novità capitanate dal Breakout, uno speciale sistema che permette di disarmare l’avversario che ci si trova davanti. Novità anche per quanto riguarda il Crowd Control, croce e delizia di tutti gli appassionati di scontri PVP, che promette di essere sempre bilanciato così da non rovinare l’esperienza ludica.
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Andando per gradi una volta effettuato l’acquisto del gioco si avrà un accesso garantito ai server della durata dei canonici trenta giorni.

Essendoci solo due fazioni è abbastanza scontato che tutta l’azione in PVP si vedrà contrapposti i giocatori che hanno scelto di indossare “i colori” preferiti arriva il momento di andare in guerra.
Tutto il lavoro fatto per rendere il sistema di combattimento tanto tattico quanto dinamico grazie alla presenza dei Telegraph e del Crowd Control attivo, trova la sua ragion d’essere proprio durante gli scontri tra i giocatori. Durante le concitate battaglie bilanciare le meccaniche di dodge, e di stordimento risulterà di basilare importanza se non si vuole soccombere.
L’attenzione al Player versus Player di Carbine Studios è certificata dalla presenza di diverse possibilità date ai “guerrafondai” come le Arene e i Battlegrounds. La prima, che apre le proprie porta a tutti i giocatori che hanno raggiunto il livello 30, permette di prendere confidenza con le caratteristiche del personaggio scelto grazie alla presenza del selezionatore ELO che bilancerà i due team che si fronteggeranno in modo di evitare quelle differenze di livello e di equipaggiamento che rischiano di distruggere il divertimento derivante dalla tenzone.
Il sistema Arena è basato sul sistema a respawn, tipico degli FPS, quindi per vincere bisogna azzerare il numero di rientri dello schieramento nemico.
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Così come per TESO anche Wildstar propone un sistema basato su abbonamento mensile, ma a differenza del diretto concorrente NCsoft ha deciso di utilizzare un sistema di sottoscrizione ibrido.

Differenti invece sono i Battleground, suddivisi in Hold and Grab, Hold the Line e i Warplot.
Il primo, Hold and Grab è già accessibile a livello sei è vede fronteggiarsi due squadre con il tipico sistema “capture the flag”: per portare a casa la vittoria bisognerà catturare una bandiera neutrale, che una volta ottenuta darà il via a un particolare sistema a triangolazioni che sostituisce l’obsoleto “avanti indietro”.
Da livello 15 sarà possibile accedere al nuovo battleground chiamato Hold the Line, basato su un sistema che ricorda molto quello già visto in qualche altro gioco. In questo battleground bisognerà conquistare cinque punti di controllo, suddivisi in primari e secondari.

Nonostante la bellezza paesaggistica, variegata e colorata, le diverse zone che compongono la mappa di gioco sono gremite di mostri pronti a farvi la pelle.

Infine, i Warplot chiudono l’offerta del PVP di Wildstar. Questi particolari terreni di battaglia rappresentano la massima espressione dell’offerta giocatore contro giocatore del gioco. I Warplot, in realtà sono delle vere e proprie fortezze assolutamente personalizzabili grazie al sistema a innesto già presente nell’Housing. L’adattamento a seconda del gusto personale non si limita solo all’interno, infatti, con l’ausilio di un’apposita Build Map si può riorganizzare tutto quello che circonda il Warflot: dai teletrasporti ai vendor e dalle trappole all’utilizzo di alcuni mostri presenti in PVE. Questo sistema si basa però sull’utilizzo di risorse reperibile tramite il crafting e il superamento (con relativa ricompensa) di Dungeon e Raid.
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Così come per TESO anche Wildstar propone un sistema basato su abbonamento mensile, ma a differenza del diretto concorrente NCsoft ha deciso di utilizzare un sistema di sottoscrizione ibrido.
Ma cosa vuol dire questo per le tasche dei giocatori?
Il sistema pensato per accedere ai server di gioco di Wildstar è più semplice, e meno innovativo, di quello che può sembrare. Andando per gradi una volta effettuato l’acquisto del gioco si avrà un accesso garantito ai server della durata dei canonici trenta giorni. Esauriti quelli i giocatori potranno scegliere se ricorrere all’utilizzo della moneta reale e acquistare altro tempo di gioco, oppure utilizzare i C.R.E.E.D., che altro non sono che una speciale moneta reperibile in game attraverso i Commodities Exchange (CX), utilizzabile per assicurarsi altre ore di sano divertimento.
Questo abbonamento ibrido consentirà quindi di usufruire del gioco in modo totalmente gratuito a patto però di “farmare” tutti i C.R.E.E.D. necessari.
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La nostra esperienza durante questa fase di beta è stata interessante e, nonostante la struttura della Beta stessa impostata a “weekend”, Wildstar si è dimostrato un gioco in grado di dire la propria nel mercato dei MMORPG. Il nuovo prodotto targato NCsoft possiede tutte le caratteristiche per fare breccia nel cuore degli appassionati però a essere sinceri il gioco di Carbine Studios, almeno allo stato attuale, ha bisogno di una spinta innovativa maggiore, non tanto per cercare di superare i diretti competitor ma piuttosto per contrastare il nuovo fenomeno dell’Online: i MOBA. Negli ultimi anni questo particolare genere è riuscito a conquistare il rispetto e la passione dei giocatori, favorito forse dall’eccessiva lentezza nel processo d’innovazione dei MMO.
Tornando a Wildstar comunque dobbiamo riconoscere che il gioco dispone davvero di un buon potenziale, quindi se siete alla ricerca di un nuovo MMO, puntare qualche fiches su di lui non sarebbe poi così azzardato.

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