Prendete Wukong, Red Dead e The Witcher e frullate: il risultato che potreste ottenere è il nuovo progetto denominato GameGen-O.
Sta facendo parecchio scalpore, molti sono positivamente interessati ma tanti no, un video che è stato pubblicato e che presenta il progetto denominato GameGen-O. Un progetto che fa una promessa rivoluzionaria e che fa di certo tremare i polsi. Il gioco definitivo potrebbe essere a portata di mano. Ma cosa c’è sotto e dietro il video, che dura un paio di minuti, e che sembra una magia?
Avete presente quando gioca la nazionale? Come si dice sempre diventiamo 60 milioni di allenatori. Sappiamo esattamente quali dovrebbero essere gli schemi di gioco e i cambi da fare o da non fare. Avremmo tutti portato a casa trofei mondiali ed europei a occhi chiusi. Ma stiamo sul divano e guardiamo le partite dalla nostra prospettiva. Con i videogiochi non è diverso. Quando escono, diventiamo tutti developer da poltrona e sappiamo meglio di chi giochi li fa come si fanno.
Un nuovo strumento, sviluppato da Tencent, potrebbe finalmente mettervi tutti nelle condizioni di provare a fare il developer. Si chiama GameGen-O e in pratica è una versione interattiva dei tool di intelligenza artificiale generativa con cui alcuni si dilettano a fingere di essere artisti.
La promessa è quella di creare un game engine tenuto in piedi dall’intelligenza artificiale pensato, in questo caso specifico, per i titoli open world come Wukong e The Witcher. Il progetto ha un suo spazio su Github e si legge che è stato addestrato su centinaia di titoli next gen.
Tutto molto bello, tutto molto entusiasmante. Se non fosse che è probabile, a giudicare dai frammenti di video che compongono la presentazione, ci siano videogiochi che non appartengono all’universo Tencent utilizzati come materiale di partenza.
Il che accomuna questo progetto a tutti gli altri progetti che non sono altro che gigantesche slot machine che, in maniera probabilistica, rimettono insieme pezzi di altro materiale senza neanche sapere cosa stanno facendo.
O per dirla come di recente l’ha messa Guillermo del Toro, non sono altro che produttori di screensaver: l’arte è un’altra cosa. E anche i videogiochi sono un’altra cosa. Probabilmente questo strumento piacerà a tanti producer, che vorrebbero videogiochi faraonici nel tempo che passa tra un assegno e l’altro.
E ci sarà di certo anche qualche entusiasta tra i giocatori. Ma nel momento in cui dovessimo essere effettivamente inondati da videogiochi generati, ci troveremo in quella situazione di collasso del modello che più di uno studio già paventano.
Più di qualche commento sottolinea che potrebbe essere uno strumento per produrre GTA 6 più rapidamente di quanto non stia facendo Rockstar Games. E forse è vero. Ma poi nessuno dovrà lamentarsi se il gioco sembrerà la fotocopia di tutto quello che è venuto prima.
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