L’affare tra Xbox e Activision-Blizzard ora ha un nuovo protagonista, ovvero il sindacato, che ha preso una posizione molto importante.
Sono passati molti mesi da quando è stato annunciato il più grande affare dell’industria videoludica, nella sua storia. Ovvero la volontà di Xbox di acquistare Activision-Blizzard, un colosso che ne acquista un altro per creare il più grande agglomerato di IP, studi di sviluppo e licenze dell’intera industria videoludica.
E mentre alcuni sostengono che questa situazione sia assolutamente favorevole, dato che con questa operazione si possa dare nuovo lustro a delle IP storiche e a degli sviluppatori che negli ultimi anni sono stati trascurati. Soprattutto in seguito a tutti gli scandali che hanno colpito Blizzard, nonché la controversa gestione del CEO Bobby Kotick.
Xbox e Activision-Blizzard, i lavoratori vogliono concludere l’acquisizione
Xbox ha annunciato la volontà e l’accordo con Activision-Blizzard per poter assorbire l’intero marchio alla cifra record di 69 miliardi di dollari. Parliamo di cifre assolutamente folli e fuori dal mondo, che spinge a delle riflessioni. E infatti altri sottolineano non solo come si parli di numeri fuori da ogni logica, ma sottolineano anche il loro timore di vedere troppe IP nelle mani di poche persone, sostenendo che il rischio di vedere un abbassamento della qualità media sia più che un mero rischio. A tal proposito vi segnaliamo un gioco davvero molto interessante.
Intanto un comunicato ufficiale pubblicato dal Communication Workers of America afferma la volontà dei lavoratori di chiudere l’affare. “Supportiamo l’approvazione della transazione perché Microsoft ha stipulato un accordo per garantire che i lavoratori di Activision Blizzard abbiano un percorso chiaro verso la contrattazione collettiva“, si legge.
Il sindacato che rappresenta quindi tutti gli impiegati dell’azienda che sta per essere annessa sostengono a gran voce la voglia di far parte di Xbox, dato che l’azienda americana ha promesso loro la creazione di un sindacato forte e diritti sul posto di lavoro. Una rarità in generale, soprattutto nel mondo videoludico. Viene quindi sostenuto che l’operazione vada “a vantaggio dei lavoratori dell’azienda e del più ampio mercato del lavoro dei videogiochi”.