Chat illegali e segrete su Xbox per coprire traffici illeciti. Accuse pesantissime per una banda di complici che ora rischia grosso.
Se le accuse dovessero essere confermate e sfociare in una condanna, per i componenti della banda si aprirebbero a lungo le porte del carcere.
Frode in titoli di stato e cospirazione. Accuse gravissime, per le quali l’FBI ha arrestato due persone. L’atto d’accusa per insider trading, reso noto giovedì 5 ottobre, riguarda Anthony Viggiano, ex analista per Goldman Sachs, e il suo complice (oltre che vecchio amico) Stephen Forlano.
La brutta faccenda ha visto coinvolto nel complotto anche un terzo complice, di nome Christopher Salamone, che si è confessato colpevole cominciando a negoziare per diventare collaboratore dei pubblici ministeri Il terzetto è accusato di aver progettato un complotto tra ottobre 2021 e maggio 2023. A quale scopo? Per lucrare sul mercato azionario. Il tutto doveva avvenire tramite un piano di investimenti strategici in aziende – collegate a non meglio specificate imprese – con le quali collaborava Viggiano.
Secondo le ipotesi degli inquirenti sarebbe stato Viggiano a condividere «informazioni materiali non pubbliche» (MNPI) quali acquisizioni e partnership non annunciate, mentre Forlano le avrebbe trasmesse ad almeno cinque altri amici e componenti della famiglia.
Le chat di Xbox per scambiarsi le informazioni illegali
Come avvenivano gli scambi di MNPI? A quanto pare, per nasconderli i cospiratori si sarebbero serviti della chat di Xbox 360 e dell’app Signal con «messaggi che scompaiono». A giugno l’FBI aveva interrogato i complici e Salamone si era detto preoccupato che le loro comunicazioni potessero essere portate alla luce del sole. Viggiano però lo aveva rassicurato sottolineando che sulle piattaforme utilizzate non c’era modo di tracciarle..
Ma le cose non sono andate come pensava. Viggiano non era consapevole che Salamone stesse registrando la loro conversazione. Non è certo che Salamone avesse pensato di farlo nell’ottica di una possibile collaborazione con la giustizia o per coprirsi le spalle in caso di eventuali ritorsioni da parte di Viggiano. Per ironia della sorte, nel 2018 Viggiano e il suo team dell’Università di Tampa avevano superato tutti in una competizione di etica. Il che assume il sapore della beffa, alla luce della frode che li ha visti coinvolti.
Cosa rischiano i tre? Ogni capo di frode nei titoli di stato prevede una pena massima di vent’anni di prigione. In più va tenuto conto che l’accusa di cospirazione potrebbe far aggiungere altri cinque anni alla condanna. Questo vale in particolare per Viggiano, sul quale pende una possibile condanna a un massimo di 165 anni di prigione se venisse condannato consecutivamente per tutti gli addebiti che gli vengono mossi.
Gli altri due complici, Forlano e Salamone, devono fare i conti con tre capi di frode nei titoli di stato e un capo di cospirazione a testa. Chi rischia meno è Salamone che, grazie alla collaborazione con il governo, potrebbe vedersi condannare a una pena più leggera.