Xbox sta continuando a festeggiare il proprio compleanno con un documentario e una serie di prodotti a tema. E cosa c’è di più iconico di un’era del maledetto Red ring of Death della Xbox 360?
Niente, devono essersi risposti quelli del settore promozione e merchandise della società che hanno creato una serie di sette poster. Tra questi c’è il famigerato RROD. E non possiamo non fare i complimenti a chi ha avuto questa idea. Perchè a distanza di anni e con almeno un’altra generazione di console a dividerci dalla 360, l’anello rosso della morte ci fa un po’ meno paura.
Per apprezzare l’ironia del poster (e se è per questo anche l’ironia degli altri poster) dovete assolutamente guardarvi la serie in sei episodi che ripercorre i vent’anni di Xbox da quel momento un po’ piratesco in cui un team interno di Microsoft riuscì a convincere i piani alti fino al lancio della Serie X e S.
Se non vi è mai capitato di sperimentare il puro panico del Red Ring of Death all’epoca della 360 siete fortunati. Questo errore, che aveva un altro nome prima, significava semplicemente che la console era defunta, morta, kaputt. L’unica alternativa era cambiarla. E fu anche proprio a causa dei problemi di stabilità della console che Microsoft rischiò di veder naufragare il progetto della sua divisione console di videogiochi: nessuno infatti voleva creare una versione di un qualsivoglia gioco per quel “coso” grigio che poteva spegnersi all’improvviso.
Ma, come racconta la docuserie Power On, la storia è stata diversa e siamo arrivati ad avere le nuove Xbox Series X ed S. Magari siete fan della console rivale Sony e siete convinti di avere in mano l’unica console ma pensate a quanto sarebbe stato diverso il mondo anche per le console Sony se non ci fosse stata Microsoft, con il suo scalcinato gruppo di tecnici a provare a mettere insieme la prima Xbox e il suo ingombrante e folle controller, il Duke.
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